4 film da vedere prima della Guerra Civile – .

C’è un’aspirazione che sembra provenire da Prometeo, quella che arde nel cuore dei protagonisti plasmati dalla penna e dalla macchina fotografica di Alex Garland. Tanti Icaro che scrutano, che guardano dall’alto i propri cieli tempestosi, e poi ardono di aspirazione cadendo a terra, traditi dalla propria fiducia in se stessi, da quella natura fallace, imperfetta e ignorata dell’essere umano. Che si tratti di un romanzo, di una sceneggiatura, o di una regia cinematografica, Alex Garland riesce sempre a cogliere ogni fase di questa pulsione anarchica di chi tenta di elevarsi a Dio per poi mostrarsi nella sua essenza – a volte mostruosa – terrena. . Ma in questo scacco matto giocato dal destino, la caduta dei suoi personaggi non tende ad essere il riverbero di una catarsi spettatoriale, quanto piuttosto uno sguardo critico verso la propria società contemporanea.

Annientamento: una foto dal set con Natalie Portman e Alex Garland

Con le sue opere l’autore traccia i confini di un monito sociale, dove i tratti del distopico vengono fatti a pezzi per mostrarsi nelle rifrazioni di un’esistenza possibile, vicina e realizzabile alla nostra realtà. Ed è questo che colpisce e fa rabbrividire nell’opera di Garland: all’interno di ambienti facilmente identificabili, il mondo filtrato da Garland si spoglia della fantascienza per travestirsi da documentario. Nessun vincitore, solo perdenti, e non sarà l’ambientazione distopica, e quindi lontana, artificiale a sollevare l’animo dello spettatore da ogni senso di colpa. I personaggi di Alex Garland sono riflessi di un’umanità possibileproiezioni del ruolo del regista come creatore di una realtà che credono di dominare, senza rendersi conto che anche nel loro mondo – doppio diegetico della realtà – quello loro affidato resta un ruolo subordinato alle regole naturali.

Guerra civile, la minaccia del possibile

Civil War, uno dei migliori film del 2024

Sono temi che ritorneranno anche nel suo ultimo lavoro da regista, Guerra civile (qui la nostra recensione), un dipinto realizzato con pennelli immersi in una distopia della realtà, sfumata da una demonizzazione dell’avversario politico, e dall’annullamento di ogni confronto perché sorretto da una presuntuosa superiorità etica. Ma negli Stati Uniti di Guerra civile, tra il dominio delle armi da fuoco e la cecità umana di fronte allo stato istintivo, animalesco, minaccioso di un mondo anestetizzato nelle sue emozioni, sono ancora una volta i popoli ad essere i peggiori in questa Seconda Guerra Civile. Per rimanere imparziali di fronte al caos totale, sono poi i suoi protagonisti a catturare la realtà attraverso il riflesso di un obiettivo fotografico, o dall’obbiettivo di una cinepresa, da strumenti, capaci cioè di catturare l’assurdità di un attimo senza filtra, nella sua, folle, crudeltà. Ancora una volta l’uomo è ridotto a macchina da guerra, così come lo era in passato sotto forma di pagina di romanzo (La spiaggia), di una sceneggiatura o di un film. Prepariamoci allora Guerra civile scoprire quattro dei migliori lavori di Alex Garland.

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1. Ex-Machina

Ex Machina: Alicia Vikander in una scena del film di fantascienza

Alicia Vikande e la fantascienza di Ex-Machina

È un senso di caos che prende piede e si fa strada nell’ordine di una dialettica tra illusione e realtà, che si muove silenziosa tra gli intermezzi di Ex machina. Uscito nel 2015, il primo film di Garland da regista riprende un tema caro all’autore, come quello dell’essere umano che spera di superare i confini dello spazio-tempo, della morte e della natura. Lo scienziato Nathan (Oscar Isacco), nelle vesti di un moderno Dottor Frankenstein, decide di sostituire Dio nella creazione di automi dall’aspetto umano. Tra questi c’è Ava (Alicia Vikander), perfetto replicante con un nome pronunciato come Eva: il suo nome è quindi dato dal senso biblico, atavico, di chi è il primo di una nuova specie, custode di un peccato primordiale, e di un inganno nascosto, di una subdola, silenziosa ribellione.

Ex Machina: Domhnall Gleeson e Oscar Isaac in una scena del film

Domhnall Gleeson e Oscar Isaac in Ex-Machina

Chiusi in una bolla di sapone, lontani dal mondo e soggetti a un tempo che si ripete ciclicamente, Nathan e il dipendente Caleb (Domhnall Gleeson) seguono con religiosa attenzione gli appuntamenti con Ava, la analizzano forma umanoide, fatto di pelle e circuiti, parla con lei, nota la sua consapevolezza, ma sottovaluta la sua capacità di ragionare, pensare, tramare ribellioni, pianificare la sua fuga. Seguendo le tracce lasciate da Don’t Leave Me, Garland scrive il proprio manifesto sull’etica nel contesto dell’intelligenza artificiale, mettendo in discussione l’umanità all’interno delle macchine, dei robot, che non sono umani. Il sentimento e l’attrazione di Caleb per Ava non saranno altro per la protagonista che un’arma da sfruttare, un transfert invisibile per la sua libertà, denunciando così la sua intelligenza sopraffina, un’intelligenza che supera anche quella di chi, credendosi Dio, teme la conoscenza assoluta, ignorando e sottovalutare i pensieri degli altri.

2. Non lasciarmi

Keira Knightley, Andrew Garfield e Carey Mulligan in una suggestiva immagine tratta da Never Let Me Go

Keira Knightley, Andrew Garfield e Carey Mulligan in una suggestiva immagine tratta da Never Let Me Go

Kathy, Ruth e Tommy non hanno cognomi; o meglio, a completare la loro identità non ci sono che semplici iniziali, lettere maiuscole che possono alludere a un possibile senso di famiglia, di radici, di un passato da riscoprire, ma che in realtà non sono altro che semplici codici di spersonalizzazione della quelli nati non per vivere, ma per sopravvivere abbastanza a lungo da lasciare resistere altre esistenze, mentre accettano il sonno eterno. Quello di Non lasciarmi è una fabbrica di replicanti dove il senso etico dell’umanità è impresso nel profondo dell’epidermide molto più di quello che Blade Runner di Ridley Scott. Alex Garland si avvicina all’omonimo romanzo di Kazuo Ishiguro per appropriarsi del significato ultimo, quello più intrinseco dell’opera, per tracciare i contorni di una sceneggiatura in cui l’uomo è ridotto ad un’aspirazione narcisistica all’eternità, perdendo la propria compassionevole umanità e mostrandosi così nella sua indicibile mostruosità. Un universo talmente simile a quello contemporaneo da apparire possibile, plausibile; una realtà in cui donne e uomini, ragazzi e ragazze sono ridotti a carne da cannone, incubatrici umane di organi da prelevare e destinare a chi ha un cognome. I tre protagonisti (interpretati da Carey Mulligan, Keira Knightley E Andrea Garfield) da semplice merce di scambio si passa al centro di un’involuzione (dis)umana, dove i corpi diventano organi e i bisturi diventano le armi da distruggere. La penna di Garland e la macchina fotografica di Mark Romanek mostrano quindi quanto l’uomo, per sconfiggere la morte, finisca per perdere la sua umanità. E così è il clone diventa più umano dell’umano stesso.

3. Annientamento

Annientamento: Natalie Portman in una scena

Natalie Portman, protagonista di Annientamento

In Il gatto nero (1934) Poelzig espone il corpo della sposa in un parallelepipedo di vetro in cui la donna è raffigurata appesa per i capelli; È questo un momento in cui l’uso del vetro e delle superfici riflettenti diventa elemento fondante di una simbolica compenetrazione tra interno ed esterno, in un gioco costante tra ciò che vediamo e ciò che pensiamo di vedere. Dietro c’è lo stesso concetto Annientamentofilm diretto da Alex Garland dove il Il dubbio amletico su ciò che è vero e ciò che è falso corre veloce sulla stessa linea di sguardo. È un’opera, Annihilation, che vive delle eredità lontane, ma tuttavia influenti, di La spiaggia (romanzo dello stesso Garland, da cui Danny Boyle trarrà il film omonimo scritto anch’esso da Garland) dove l’uomo si ritrova a scontrarsi con una natura che da Eden paradisiaco diventa un ostile, infernale laboratorio di incubi. Altrettanto infernale è il mondo che raccoglie i protagonisti di Annientamentoridotto ormai a un laboratorio sperimentale di mutazione genetica in seguito alla caduta di un meteorite capace di generare un’area con strani fenomeni.

Annientamento: Oscar Isaac in una scena

Oscar Isaac in Annientamento, in streaming su Netflix

Dopo spedizioni fallite dalle quali solo il sergente Kane (Oscar Isaac) è riuscito a tornare, un team di cinque scienziati – tra cui la biologa Lena, moglie di Kane (Natalie Portman) – entra in area mettendo a rischio il suo già precario destino. Ricerca scientifica e filosofica in un regno dove le leggi della natura sono sovvertite, Annientamento (tratto dal romanzo di Jeff VanderMeer) inizia esattamente dove finisce Ex Machina: la messa in scena di un mondo – Area X – con l’inquietante ambiguità di un universo iperumano pronto ad attivarsi. Rielaborazione contemporanea di film cult del genere (La Cosa, Alieno, Stalker) Il lavoro di Garland si eleva a un mondo in cui tutto sembra essere ciò che non è: i colori scintillanti e cangianti del Glow sono sfumature di un canto di sirena che conduce al sonno eterno; UN bellezza apparente dove la luce accecai colori cambiano e la personalità svanisce insieme alla propria umanità.

4. 28 giorni dopo

Cilian Murphy in una scena di 28 giorni dopo

Distopia a Londra

Se il mondo di Alex Garland riesce a dialogare con le profondità della coscienza umana, stimolando le sinapsi come una serie di scosse elettriche, è soprattutto per la sua capacità di entrare nell’universo cinematografico traducendo l’inconscio in parole scritte o audiovisive. contemporaneità e immaginario collettivo. È il caso di Civil War, e così è stato nel 2002 con la sceneggiatura di 28 giorni dopo, un horror di fantascienza diretto da Danny Boyle in cui il corriere irlandese Jim (Cillian Murphy) è chiamato a sopravvivere in un mondo abitato da umani trasformati in zombie. In 28 giorni dopo Tutto ha inizio durante un raid di un gruppo di animalisti che liberano scimpanzé sottoposti alla visione forzata di immagini violente e portatori di un virus sconosciuto e pericoloso. 28 giorni dopo questo evento, Jim si risveglia in una Londra deserta, spettrale e apparentemente disabitata. Sarà l’inizio di un’Odissea dai risvolti terrificanti. Ma 28 giorni dopo è anche un’opera che, se indagata a fondo, esce dai suoi confini diegetici per diventare visione speculare delle rivolte che si diffondono in tutto il mondo per governi inetti e sordi ai bisogni dei loro cittadini.

Brendan Gleeson, Cillian Murphy e Naomie Harris in una scena di 28 giorni dopo

Brendan Gleeson, Cillian Murphy e Naomie Harris recitano in 28 giorni dopo

Uno slancio alimentato anche dal consueto desiderio umano di passare a un ruolo divino, superando i limiti della medicina e della conoscenza, che verrà ribadito nella sceneggiatura del successivo Sunshine (Danny Boyle, 2007). Come sarà per il Glow of Annientamentoanche in 28 giorni dopo ciò che regredisce l’umanità allo stato di perdente e ripristina l’ordine delle cose è la presenza di una natura aliena, soggetta a mutazione, causa e conseguenza del declino umano; creazione ribelle e strumento di morte per un’umanità che aspira alla divinità, il virus che rende tutto non morto è una chiave di volta che ristabilisce uno status quo primordiale, dove l’uomo ritorna al suo ruolo passivo, contemplativo e mai attivo all’interno del corso naturale delle cose. È osservatore, spettatore e testimone immobile di una civiltà che invece di evolversi, distrugge, corrode, annienta.

 
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