Arriva “Sei nell’anima”. Il film che racconta le due vite di Nannini – .

Arriva “Sei nell’anima”. Il film che racconta le due vite di Nannini – .
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“Rinascere è meglio che nascere.” È la frase chiave che risuona nel film Sei nell’anima che è anche il titolo del recentissimo ventiduesimo album in studio di Gianna Nannini nonché il sottotitolo del suo terzo libro da cui è tratto il biopic, Cazzi mie, tanto per ricordare essere chiaro. Anche perché il cantautore, che da mezzo secolo seduce generazioni di italiani, non usa certo mezzi termini, nemmeno per chi ha diretto Sei nell’anima, dal 2 maggio su Netflix: «Il film ha dei difetti, chi no? » dice Gianna Nannini che non nasconde di essersi messa a piangere alla fine della proiezione. La regista, Cinzia TH Torrini, negli studi romani della piattaforma streaming globale, sorride, anche perché conosce bene le spinte ironiche della rockstar anticonformista che, da senese, sottolinea le «troppe forme fiorentine inserite», e ricorda: «Le nostre mamme, toscane, erano diventate amiche tramite un’associazione internazionale di donne manager. Disperati, alla fine degli anni ’70, di avere ciascuno una figlia che avesse intrapreso una carriera lontana da quella che i suoi genitori avrebbero voluto”.

Sei nell’anima, prodotto da Indiana Production su sceneggiatura dello stesso regista e del cantautore con Donatella Diamanti e Cosimo Calamini, si concentra sulla prima parte della carriera di Gianna Nannini, dall’infanzia nella campagna senese, alla passione per il canto e quella del padre (Maurizio Lombardi) per il tennis a cui invano la spinse, in partenza per Milano per farsi conoscere dalle case discografiche.

Qui riesce a incontrare Mara Maionchi, interpretata con piglio disinvolto da Andrea Delogu, che la aiuta ad avviare la sua carriera in anni peraltro complessi per Gianna Nannini, insofferente a ciò che il mercato discografico le chiedeva.

Il film, oltre a raccontare l’incontro con Carla Accardi (Selene Caramazza), allora sua compagna di vita, si concentra sul periodo di transizione tra le due parti della sua vita, l’anno 1983, quello della sua rinascita dopo una crisi psicologica che lo aveva segnato. sul punto di distruggerla.

A dare la vita, con la sua voce, i movimenti del corpo e il viso camaleontico, è la straordinaria Letizia Toni, 31 anni, rinata anche lei dopo un incidente stradale: «All’inizio, dice, sentivo tutto il peso addosso, lo farò essere in grado di? Mi chiedevo. Avevo paura ma lei si è ripresa dopo aver incontrato Gianna che ha demistificato tutto. Ci sono tanti punti in comune con lei, anche io sono scappata da Pistoia perché i miei genitori non erano d’accordo che facessi l’attrice”.

Poi l’adesione totale certificata dalla stessa Nannini (“Anche mia figlia ha detto che mi somiglia e che è molto brava”) a un personaggio che racconta di ribellione e rivoluzione rispetto allo status quo: “La sua crisi psicologica spiega che la protagonista viene da una frattura interna, dal dialogo di Gianna con se stessa, in conflitto con il sistema di registrazione che ti impone degli standard, di fare delle hit, di vestirti in un certo modo. Sono momenti che capitano a tanti ragazzi, che attraversano questi tunnel, il messaggio del film è importante e profondo”.

Tra queste, il film non dimentica brani epocali come Morte per aborto autoinflitto dal suo primo album del 1976: «Ricordo le manifestazioni con Adele Faccio dice Gianna Nannini quella canzone è molto attuale perché parla di qualcosa che è realmente accaduto e sull’autodeterminazione delle donne, che non è una parola del passato”.

 
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