La Coldiretti chiede filiera cortissima per il grano di Alessandria ed etichette trasparenti – .

ALESSANDRIA – Prodotti da forno come pane, grissini, biscotti realizzati con grano 100% alessandrino, garanzia di qualità e salubrità, a tutela del territorio e della sua biodiversità.

L’obiettivo deve essere quello sfruttare al massimo la produzione locale di granogarantire una remunerazione sempre più positiva agli agricoltori e offrire completa tracciabilità e qualità ai consumatori sempre più attenti alla provenienza degli ingredienti.

La crisi del settore dei cereali è purtroppo un dato di fatto. Da troppi mesi, complice la situazione dei mercati internazionali, viviamo con apprensione prezzi in caduta libera e prospettive che ci fanno trattenere il fiato: Alessandria, uno dei granai d’Italia, culla dell’eccellenza del grano tenero, deve trovare soluzioni e nuove prospettive di crescita. Quale? Progetti di filiera, unica traiettoria per il futuro“, ha dichiarato Carlo BoidiPresidente Coldiretti Zona Alessandria.

Per questo, dal palco della Fiera di San Giorgio, Coldiretti Alessandria lanciato a un invito specifico alle agroindustrie virtuose del territorio che si occupano di trasformazione, per valorizzare il prodotto locale e ottenere prodotti da forno realmente preparati con farine a chilometro zerogarantire reddito alle aziende e rispondere alle esigenze dei consumatori sempre più attenti alla provenienza degli ingredienti, tutelando la biodiversità del territorio alessandrino.

L’iniziativa, dal titolo Pasta di filiera cortissimainserita nell’ambito della Fiera di San Giorgio, organizzata dal Comune Città di Alessandria in Piazzetta della Lega, ha visto la partecipazione, con il Sindaco Giorgio Abbonante e l’Assessore al Commercio Giovanni Berrone, di numerosi cittadini: filo conduttore è stato l’agnolotto di Sua Maestà, proposto in diverse “versioni”, piatto tipico della provincia e del Piemonte.

Alla tavola rotonda, moderata dal vicedirettore della Coldiretti Alessandria e responsabile dell’Area economica Emiliano Braccoha partecipato il Presidente di Zona Carlo Boidi, Franco Maranzanaimprenditore di Predosa e membro della commissione cereali della Camera di Commercio, Carlo Pagella coltivatore di cereali di Bosco Marengo e Federico Maggi, giovane imprenditore di Castelnuovo Scrivia.

Generazioni a confronto ma un obiettivo comune, la difesa del Made in Italy, come sottolinea Federico Maggi riferendosi alla mobilitazione organizzata dalla Coldiretti al Brennero dove erano fermati decine di camion carichi di farina, cereali e pane destinati a diverse zone d’Italia, pronti a diventano magicamente prodotti italiani al 100% dopo aver attraversato il confine.

“Una parte fondamentale, quando si parla della filiera dell’agnolotto, è rappresentata dalla pasta, quindi dalla farina con cui è realizzata e dalla qualità del grano da cui tutto ha inizio. Una produzione eccellente, quella cerealicola, che è oggetto di speculazioni a causa dell’aumento delle importazioni, mettendo a rischio il futuro di uno dei settori più rappresentativi. Per questo è importante continuare a incentivare i contratti di filiera, intesi come l’insieme delle fasi di produzione, trasformazione, commercializzazione e distribuzione dei prodotti agricoli e agroalimentari”, ha affermato. Emiliano Bracco.

“Per realizzare il progetto ed essere sempre più autosufficienti, vogliamo anche ricordare all’agroindustria virtuosa la nostra disponibilità ad aumentare le quantità prodotte per garantire anche alle aziende prezzi equi, che non scendano mai al di sotto dei costi di produzione, come prevede la nuova legge per contrastare le pratiche scorrette, tutelando sempre la biodiversità dei nostri territori. Una risposta attesa da tempo da parte delle industrie locali che, però, continuano a rifornirsi da altri territori e Paesi”, ha aggiunto Carlo Boidi.

Sono tante le ricadute del via libera definitivo del Parlamento europeo alla proroga fino a giugno 2025 della sospensione dei dazi sulle importazioni agroalimentari dall’Ucraina: un’occasione mancata per il grano italiano.

Infatti, se da un lato è prioritario sostenere l’Ucraina, dall’altro la mancata estensione della clausola di salvaguardia al grano come “freno d’emergenza” rischia di creare gravi distorsioni all’interno del mercato europeo dei cereali in un contesto già destabilizzato dall’invasione dei prodotti russi e turchi che ha fatto crollare i prezzi pagati agli agricoltori.

Per sostenere la martoriata Ucraina, senza danneggiare i produttori italiani ed europei, l’ La Coldiretti ha proposto l’utilizzo dei magazzini europei per lo stoccaggio dei cereali ucrainiimpedendo loro di entrare nel mercato comune e assegnandoli invece ai paesi che non hanno abbastanza cibo per sfamare la popolazione, come i paesi africani.

Grazie anche alle agevolazioni, secondo l’analisi Coldiretti su dati Istat, gli arrivi di grano tenero ucraino da pane in Italia sono quadruplicati (+283%) nel 2023 rispetto al 2021 prima dell’inizio della guerra, raggiungendo i 470 milioni di chili.

In tanti hanno firmato per sostenere la petizione nofakeinitaly 7u7finalizzato ad ottenere a Legge popolare europea per garantire la trasparenza sulle etichette di tutti gli alimenti commercializzati nell’Unione Europea.

Per l’occasione è stato allestito uno show cooking a cura dei cuochi contadini di Campagna Amica per passare dalle parole ai fatti, dalla farina agli agnolotti: è stato Stefania Grandinetti, Presidente Regionale dell’Agriturismo Terranostra, per ribadire “quanto sia fondamentale, per la buona riuscita di un piatto, partire da ingredienti di qualità, preferibilmente di filiera corta. Un concetto che vale anche e soprattutto quando si parla di farine e lievitati”.

 
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