La recensione del film su Maria Schneider e la scena del burro in Ultimo tango a Parigi – .

E’ solo un film” Lui dice Marlon Brando a una persona sconvolta Maria Schneider dopo quello famigerato scena del burro da Ultimo tango a Parigi. Per lui forse. L’icona, la star, che è riuscita a tenersi i pantaloni ed essere informata di ciò che sarebbe successo sul impostato Di Bertolucci. Per ilattrice, allora diciannovenne (e minorenne per le leggi dell’epoca) e alla prima esperienza importante, non era affatto così. Oltre al trauma di non sapere cosa stesse accadendo, di essere spogliata con la forza davanti a tutta la troupe, quella scena e quel film hanno avuto un impatto negativo sulla sua carriera. Dopo di lei, infatti, le furono proposti soprattutto copioni che prevedevano diverse scene di nudo. E, almeno secondo quanto vediamo nel film Maria di Jessica Paludpresentato fuori concorso a Festival di Cannes 2024la gente la fermava per strada per insultarla, dicendole di vergognarsi.

Anamaria Vartolomei e Matt Dillon in Maria

Il film (titolo internazionale Essere Maria) prende ispirazione libro Tu t’appelais Maria Schneiderpubblicato nel 2018 e scritto da Vanessa Schneider, cugino di Maria. Questo perché il regista ha voluto raccontare, per una volta, la storia dal punto di vista dell’attrice. Che, anche prima di quell’episodio decisivo, non aveva avuto una vita facile. Il suo padre era l’attore Daniele Gelin, che non la riconobbe mai (Schneider è il suo cognome materno). Alle 15, però, la ragazza fece fatica a incontrarlo, cercandolo a Parigi. Sua madre poi, non potendo tollerare questo approccio, la cacciò di casa.

È stata quindi l’occasione per Maria di trasferirsi nella capitale francese e provare a seguire le orme paterne entrando nel mondo del cinema. Evidentemente i geni c’erano, visto che è riuscita a trovare un agente e a lavorare subito. Tanto che, come vediamo nel film, nel giro di pochi anni venne scelta da Bernardo Bertolucci per quello che sarebbe diventato uno dei film più scandalosi di sempre.

La vita di Maria Schneider da Ultimo tango a Parigi alla dipendenza

Censurato e bandito, in Italia il film fu condannato al rogo nel 1976, per poi essere riabilitato nel 1987, con tanto di condanna per Bertolucci, privato dei diritti politici per diversi anni, per “offeso al comune senso della decenza”. Nonostante ciò, Ultimo tango a Parigi è considerato un titolo importante, tra i migliori film erotici (e non solo) di tutti i tempi. Ma per la sua interprete quella situazione ebbe gravi conseguenze.

Ultimo tango a Parigi: torna al cinema la pellicola bruciata

È vero, come sottolinea suo padre nell’opera della Palud, con un solo ruolo si è guadagnata fama e immortalità, ma a quale prezzo? Da quel momento, sempre più fragile, l’attrice sviluppò una dipendenza dall’eroina, diventando così una persona difficile con cui lavorare. Ma la sua reputazione di persona intrattabile fu anche una conseguenza del fatto che, in anticipo sui tempi, Maria Schneider iniziò a parlare della necessità di trattare le donne sul set con rispetto, pagate di meno e spesso solo oggetti del desiderio, senza ruoli interessanti. .

Con 50 anni di anticipo, l’attrice francese ha esposto alcuni temi fondanti del Movimento #MeToo, che ha poi portato alla creazione di figure professionali oggi indispensabili come i coordinatori dell’intimità. Ai suoi tempi le sue parole sembravano quelle di un pazzo, forse addirittura ingrato. E il film Maria insiste molto su questo: Schneider è stato un pioniere nel combattere la richiesta di uguaglianza nell’industria cinematografica, compresa da pochissimi.

Anamaria Vartolomei è Maria Schneider

Interpretare Maria Schneider lo è Anamaria Vartolomeiex protagonista del film Anne’s Choice – L’Événement di Audrey Diwanpremiato il Leone d’Oro a Venezia nel 2021. La sua interpretazione è l’elemento migliore del film, che ha intenti nobili, ma è frammentaria e non particolarmente memorabile per scelte sceniche e registiche. Anche Matt Dillon lui è credibile nel ruolo di Brando, mentre Bertolucci ha il volto di GiuseppeMaggio (visto nella serie Baby e nel film Sul più bello).

Maria Schneider e Marlon Brando in Ultimo tango a Parigi

Anne’s Choice – L’Événement, recensione: il viaggio doloroso di una donna che non rinuncia al proprio futuro

Sebbene Maria voglia raccontare la storia della donna oltre l’attrice di Ultimo tango a Parigi, si sofferma soprattutto su quella parte della sua vita, evidenziando poi la sua dipendenza e infine la sua relazione con un’altra donna, Noor (Celeste Brunnquell), che tenta in tutti i modi di farla smettere. Morta a soli 58 anni, la conosciamo ancora una volta soprattutto attraverso quell’unico evento dal quale, nonostante i suoi sforzi, non riuscì più a dissociare il suo nome. E questo è un peccato.

Conclusioni

Come scritto nella recensione di Maria, il film di Jessica Palud vuole raccontare la storia di Maria Schneider dal punto di vista della festa. Per fare questo prende spunto dal libro Fai appello a Maria Schneider, pubblicato nel 2018 e scritto da Vanessa Schneider, sua cugina. Purtroppo, però, anche il film, che vorrebbe raccontare la storia della donna al di là della famigerata “scena del burro”, finisce per interessarsi principalmente al set di Ultimo tango a Parigi, raccontandoci poco della persona. Il punto di forza è la protagonista Anamaria Vartolomei, che conferma il suo talento.

Perché ci piace

  • L’interpretazione di Anamaria Vartolomei.
  • Matt Dillon è un Marlon Brando credibile.
  • Intendo presentare Maria Schneider come una pioniera del movimento #MeToo.

Cosa c’è che non va

  • Il film ci offre poca comprensione della donna, indugiando principalmente sul set di Ultimo tango a Parigi.
  • La messa in scena e la regia non sono memorabili.
 
For Latest Updates Follow us on Google News
 

NEXT Die Hart 2 – Die Harter, la recensione del sequel con Kevin Hart su Prime Video – .