«Edifici progettati ad arte, il problema è che il terreno si è liquefatto» – - – .

«Edifici progettati ad arte, il problema è che il terreno si è liquefatto» – - – .
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Impressionanti le immagini degli edifici piegati dal terremoto e rimasti miracolosamente in piedi. Giganti di vetro e mattoni alti centinaia di metri “inginocchiati” sulla strada dopo il terremoto di Taiwan la notte scorsa, la più forte degli ultimi 25 anni con terremoti di magnitudo 7.4 e 6.5, non è riuscito a rompersi. Se si fossero schiantati al suolo, rasi al suolo dalle violente scosse, il bilancio del sisma (9 morti e oltre 934 feriti) sarebbe stato probabilmente ancora più alto. «Miracolo» o frutto delle più recenti teorie applicative dell’ingegneria antisismica?

«Taiwan si trova in una delle aree con la maggiore attività sismica sulla terra — spiega Renato Vitaliani, ingegnere civile e professore ordinario di Tecnologia delle Costruzioni all’Università di Padova, oggi in pensione —. Per la costruzione degli edifici lo Stato applica nuove tecniche ingegneristiche per l’isolamento e la dissipazione energetica. Gli edifici si sono inclinati ma sono ancora in piedi? Secondo me le strutture sono state calcolate bene ma potrebbe esserci stato un problema di liquefazione del terreno. Quando si verifica un terremoto, la pressione dell’acqua nel terreno sabbioso aumenta e quindi l’edificio si ritrovò sulle sabbie mobili e inclinato. Generalmente, per eliminare questo problema, si costruiscono pozzi artesiani, cioè pozzi che permettono di ridurre la pressione dell’acqua collegandola alla superficie”.

Dopo il terremoto del 1999 (noto anche come “terremoto di Chi-Chi” o “terremoto del 921” che si è verificato nell’intera area dell’isola con una magnitudo di 7,3 che ha causato 2.415 morti e 51.711 case distrutte), lo stato di Taiwan ha adottato un nuovo sistema normativo, tracciando una linea rispetto al passato. Da lì è partito il punto zero della sicurezza e tutto quanto costruito in precedenza è stato dichiarato verificato.

A”L’isolamento della base è il sistema più semplice, nato negli anni ’50 in Giappone. La struttura non era più legata al suolo e gli edifici potevano scivolare perché poggiavano su uno strato di ghiaia che permetteva di dissipare l’energia dello shock. Oggi usiamo isolanti (cilindri o quadrati in strati di neoprene rinforzati con un’anima di piombo che serve a dissipare l’energia) concentrati sotto i pilastri della struttura sopraelevata e che permettono il movimento della struttura e, al termine del terremoto, ritornare alla condizione iniziale. Il principio è lo stesso delle ruote di un’auto: permettono all’auto di muoversi ma la struttura dell’auto rimane ferma”.

Altri sistemi antisismici utilizzati? «Il bipendolo, un tipo di isolante che è posto alla base dei pilastri dell’edificio ed è composto da due specchi concavi contrapposti nei quali è inserita una barra di acciaio rivestita in teflon che permette il movimento e il centraggio dell’edificio. Un sistema in sé è il pendoloo sistema mass-vibrante, che riduce le forze indotte dal terremoto perché crea una forza di segno opposto oscillando in opposizione. L’esempio più significativo? La sfera d’acciaio all’interno del Taipei 101, il famoso grattacielo di Taipei. Oscillando è in grado di contrastare le vibrazioni causate dal vento e dai terremoti. Magnifico”.

 
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