“Reagiremo” Gli Usa fermano Netanyhau, Teheran minaccia ancora – .

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Israele risponderà all’attacco subito dall’Iran nella notte tra sabato e domenica. Lo ha deciso il gabinetto di guerra israeliano convocato in serata dal primo ministro Benjamin Netanyahu senza però specificare quando e dove avverrà la ritorsione.

Le Forze di Difesa Israeliane hanno”piani di difesa e di attacco approvati“, ha detto il portavoce dell’IDF Daniel Hagari durante una conferenza stampa. Ma “al momento – ha chiarito – l’IDF non ha intenzione di espandere le operazioni militari”.

Pertanto la reazione non dovrebbe avvenire a caldo. In questo senso vanno anche le parole pronunciate questo pomeriggio dal ministro del gabinetto di guerra israeliano, Benny Gantz: “Di fronte alla minaccia iraniana – ha detto – costruiremo una coalizione regionale e chiederemo un prezzo all’Iran nel mondo e al momento giusto“.

Una linea che, secondo quanto riportato dal New York Times, sarebbe frutto delle pressioni americane. Il presidente Biden ha infatti, secondo il quotidiano, convinto Netanyahu a rinviare la controffensiva che i falchi israeliani volevano immediata, per evitare un’ulteriore escalation.

Netanyahu è ben consapevole che il presidente Biden non cerca il conflitto con l’Iranche il presidente non vuole che le tensioni aumentino ulteriormente e che sta facendo di tutto, e lo fa dal 7 ottobre, per evitare che questa diventi una guerra regionale più ampia”, ha confermato il portavoce del Consiglio di Sicurezza Nazionale della Casa Bianca John Kirby in un’intervista con Fox News. Alla domanda diretta se l’amministrazione Biden stia consigliando ai leader israeliani di evitare ritorsioni, Kirby è rimasto però sul vago: “Penso che spetterà agli israeliani decidere quale sarà la ritorsione. passo successivo”.

Nel frattempo, gli Stati Uniti continuano il loro lavoro diplomatico e di intelligence per raffreddare il clima. Il capo della CIA William Burns ha telefonato al capo dell’intelligence turca Ibrahim Kalin per chiedere la mediazione di Ankara tra Israele e Iran, come riporta l’agenzia Anadolu citando fonti della sicurezza.

E l’intera comunità internazionale si è attivata per rallentare l’escalation. Nel G7 convocati oggi da Giorgia Meloni sulla crisi in Medio Oriente, i leader nella dichiarazione finale del vertice hanno sottolineato la necessità di evitare ulteriori escalation, invitando le parti ad astenersi da azioni volte ad aumentare la tensione nella Regione.

E dall’Onu, il segretario generale Antonio Guterres, aprendo la riunione straordinaria del Consiglio di sicurezza, ha condannato “con forza l’escalation rappresentata dall’attacco su vasta scala sferrato dall’Iran” chiedendo “l’immediata cessazione delle ostilità” perché “il Medio Oriente è sull’orlo dell’abisso.”

Ma oltre alla reazione israeliana, resta l’incognita Iran che in questo momento lancia segnali contrastanti. Se subito dopo l’aggressione ha fatto sapere che la faccenda poteva considerarsi chiusa, non ha rinunciato a minacciare ulteriormente. “Gerusalemme apparterrà ai musulmani e i musulmani celebreranno la liberazione della Palestina”, ha scritto in serata su ‘X’ la Guida Suprema della Repubblica Islamica dell’Iran, il Grande Ayatollah Ali Khamenei, condividendo un video in cui si vedono droni sorvolare la moschea di al-Aqsa.

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