antichi passi tra Emilia e Toscana – .

Tramonto sul Libro Aperto dal Monte Spigolino © Maurizio Brini

La cresta divisoria diAppennino Tosco-Emiliano ha sempre unito, anziché dividere, le sue due parti. Gli attraversamenti della catena sono stati dei diaframmi, utilizzati da millenni come cardine di popoli, culture, istituzioni, beni, idee, persone.

Quello delAbetone è senza dubbio uno dei passaggi più ricchi della storia. Già punto di passaggio romano Via Claudia Augusta, che collegava l’Italia peninsulare con la zona danubiana, il valico di Boscolungo (come veniva chiamato in età moderna) fu oggetto di un grandioso intervento di ingegneria civile nel XVIII secolo, quando si decise di costruire l’attuale strada che si supponeva per collegare il Ducato di Modena e il Granducato di Toscana. Progettata per il versante emiliano da Pietro Giardini e per quello toscano da Leonardo Ximenes, la strada fu iniziata nel 1766 e completata nel 1781 quando, a coronamento dell’impresa, furono erette in corrispondenza delle due piramidi recanti gli stemmi dei due ducati. Incrocio. Proprio durante la costruzione della strada settecentesca venne abbattuto un enorme abete bianco, la cui circonferenza equivaleva a più di sei uomini abbracciati, che da allora ha dato il nome al passo. Due dogane furono istituite sui versanti opposti, a Serrabassa e Boscolungo. La nuova strada dell’Abetone declassò definitivamente l’importanza della vicina Strada Ducale (o dei Duchi) che transitarono Bocca al Giovo. Quest’altro percorso stradale fu invece realizzato per volontà di Maria Luisa di Borbone, duchessa di Lucca, e Francesco IV, duca di Modena, a partire dal 1818 e fu completato nel 1829 quando a Maria Luisa era già succeduto il figlio Carlo Ludovico. La strada, realizzata anche in questo caso con grande impiego di mezzi umani ed economici, aveva l’obiettivo di collegare i due stati senza passare per la dogana del Granducato di Toscana.

Una delle piramidi erette in occasione dell’apertura della strada dell’Abetone © Wikimedia Commons

La frequentazione del Passo di Croce Arcana. Il passo era il punto di passaggio del Via Romea Nonantolana, percorso viario transappenninico che assunse notevole importanza in periodo altomedievale, in seguito alla delimitazione del confine (VII secolo), coincidente con il fiume Panaro, tra i ducati longobardi e l’esarcato bizantino. Nell’VIII secolo la via venne strutturata avendo come fulcro l’Abbazia di Nonantola, fondata da Sant’Anselmo nel 752 e che in pochi decenni divenne la più importante fondazione monastica dell’Emilia centrale. Nel 749 lo stesso Anselmo aveva già ottenuto dal re Liutprando la gestione della Val Lamola e quindi anche il controllo della viabilità transappenninica sul versante settentrionale. A quest’epoca risale probabilmente la fondazione dell’ospedale di San Giacomo (attivo fino al 1648) nella frazione di Fanano, che ancora oggi prende il nome di Ospitale. L’esistenza di una grande croce sul passo è documentata fin dal Medioevo e più volte sostituita (quella attuale risale all’inizio del XX secolo). Un monumento agli alpini ed alcuni frammenti di materiale metallico ricordano inoltre i tragici eventi bellici rispettivamente della Prima e della Seconda Guerra Mondiale. In quest’ultimo conflitto il valico era situato lungo la Linea Gotica.

Scopri le tappe L14 E L15 del Sentiero Italia CAI

Tra gli abeti, scendendo verso Boscolungo © Andrea Greci
 
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