“C’è il rischio di una guerra nucleare”. Lo scenario da incubo dietro l’attacco di Teheran – .

“C’è il rischio di una guerra nucleare”. Lo scenario da incubo dietro l’attacco di Teheran – .
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Per Tel Aviv è giunto il momento di allentare la tensione. O almeno questo è l’appello rivolto allo Stato ebraico dai suoi alleati, Stati Uniti e Regno Unito guidati, senza il quale l’attacco sferrato da Teheran avrebbe potuto avere conseguenze ben più drammatiche di quelle denunciate. Il governo d’emergenza guidato dal primo ministro Benjamin Netanyahu Egli però ha già fatto sapere che intende rispondere all’assalto aereo del regime teocratico. E mentre la crisi in Medio Oriente sembra entrare in una fase di tranquillo caos, vale la pena prestare attenzione ai risultati di una recente simulazione condotta da Centro di formazione sulla politica di non proliferazione per capire come potrebbe prendere forma un conflitto diretto tra Israele e Iran.

IL gioco di guerra, svoltosi alla fine dello scorso anno, ha visto la partecipazione di esperti, assistenti parlamentari, funzionari e soldati americani divisi in vari gruppi. Ciascuno di essi, a seconda delle sessioni organizzate da think tankè stato chiamato a rappresentare e simulare le reazioni, tra gli altri, del Ministero della Difesa, degli Affari Esteri e dell’intelligence israeliana, nonché quella degli Stati Uniti, dei paesi arabi e dell’Unione Europea.

Lo scenario prefigurato dal centro studi è ambientato nel 2027 e immagina che i servizi segreti dello Stato ebraico scoprano che l’Iran sta armando i suoi missili a lungo raggio con testate nucleari. Fin dall’inizio della simulazione, Washington rifiuta l’invito di Tel Aviv a partecipare ad un attacco militare contro le strutture ad essa collegate programmi atomici e missili iraniani, ma fornisce missili ipersonici al suo storico alleato. Armi immediatamente utilizzate dagli israeliani per attaccare il regime americano ayatollah ma insufficiente per eliminare le sue capacità atomiche.

A questo punto, Hezbollah e gli Houthi, i movimenti in Libano e Yemen sostenuti dal potere sciita, scatenano un pesante attacco missilistico contro Israele. Il vero obiettivo è degradare la difesa israeliana. Infatti, dopo la controreazione dell’IDF volta a ridimensionare i sostenitori di Teheran, la Repubblica Islamica sfrutta le vulnerabilità del suo avversario per colpire i suoi edifici governativi e i suoi impianti nucleari.

Contemporaneamente a questa offensiva mortale, ilIran si ritira dal trattato di non proliferazione nucleare, segnalando che è pronto a ricorrere alle armi di distruzione di massa. A questo proposito è importante ricordare che, secondo le ultime stime, il Paese sciita è già in possesso di una quantità di uranio arricchito necessaria per la costruzione di tre bombe nucleari.

Nel contesto di giochi di guerra, gli americani continuano a non unirsi a Tel Aviv per distruggere definitivamente il programma nucleare iraniano, limitandosi a offrire “aiuto” all’alleato e a metterlo in guardia dal reagire. L’atteggiamento di Washington rafforza la convinzione di Israele di trovarsi in una situazione di isolamento, portandolo a lanciare un attacco attacco nucleare non letale e dimostrativo in una zona remota del territorio nemico.

Le azioni intraprese dallo Stato ebraico, combinate con il lancio di missili e attacchi informatici e la parallela apertura di un canale diplomatico per porre fine alla crisi, non sottomettono il regime dei Pasdaran né hanno più successo i bombardamenti nucleari di precisione contro obiettivi militari. . L’Iran, lungi dal crollare, risponde con un’offensiva nucleare Israele. Ecco come finisce parte della simulazione think tank a cui è seguita un’accesa discussione tra i partecipanti sui risultati registrati.

Sono pochi gli elementi rassicuranti che emergono dalla riflessione sullo scenario apocalittico prospettato dall’ gioco di guerra. Tra queste spicca una considerazione decisamente utile alla luce degli avvenimenti delle ultime ore. Per evitare una guerra in Medio Oriente, dicono gli esperti, è necessario accelerare l’espansione della rete di alleanze israeliane e in particolare della sua Accordi di Abramo.

Solo in questo modo si potrebbe evitare che i decisori israeliani, sentendosi isolati e circondati da nemici, concludano che per garantire la sicurezza nazionale dello Stato ebraico l’unica opzione possibile è scommettere su una pericolosa escalation con la Repubblica Islamica.

Tag: rischio nucleare guerra incubo scenario Teheran attacco

 
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