Chi è il generale Hajizadeh, lo stratega dell’attacco a Israele – - – .

Chi è il generale Hajizadeh, lo stratega dell’attacco a Israele – - – .
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IL Generale Amir Ali Hajizadeh è lui lo stratega dell’aeronautica iraniana, l’ufficiale che la guida da molto tempo Divisione aerospaziale dei Pasdaran e che diresse, insieme ad altri, la ritorsione contro Israele. Nato nei pressi della capitale nel 1961, ha combattuto contro gli iracheni nelle file di un’unità speciale. Tiratore scelto, poi passato all’artiglieria, poi incarichi all’interno di un apparato che nasceva stretto tra sanzioni e difficoltà.

La svolta nella sua carriera fu determinata dall’incontro con un alto rango di rilievo, Hassan Moghaddam, il colonnello incaricato dal regime di sviluppare la componente missilistica. Un articolo sostiene che sia stato lui a includere Hajizadeh in una missione di addestramento sull’uso degli Scud B di origine libica inviata in Siria e condivisa, in addestramento, con una piccola unità Pasdaran, gli Hadid. Siamo nel 1984.

Da allora il viaggio dell’ufficiale continua nomination, gestione del progetto. Soldati e scienziati sono incoraggiati a svolgere ricerche, acquisire tecnologia all’estero – uno dei fornitori è la Corea del Nord – e gettare le basi di un’industria locale per produrre l’arsenale “in-house”. Infatti, nonostante un quadro internazionale sfavorevole, i guardiani riescono ad espanderlo su varie direttrici: sviluppo di portaerei con un raggio di almeno 2mila chilometri, creazione di numerose “categorie” di bombe, sviluppo di droni, protezione dei siti in modo in grado di resistere ad un eventuale blitz nemico. Un percorso tortuoso, rallentato da ostacoli, malfunzionamento dei “pezzi”, sabotaggi e incidenti non sempre spiegabile con la sfortuna. La prova più evidente di ciò è la morte dello stesso Hassan Moghaddam, dilaniato da un’esplosione all’interno di una base dove si stavano conducendo ricerche sul missile Shehab 3, anch’essa “influenzata” dalle idee nordcoreane.

Hajizadeh passa ad un nuovo assetto delle gerarchie al vertice sull’aviazione del 2009 e continua a curare la sua espansione pensando allo scudo e alla lancia. Difendere il territorio nazionale, espandere le capacità, fornire mezzi adeguati alle milizie sciite in Medio Oriente. Due anni dopo gli iraniani riuscirono ad abbattere un sofisticato drone americano, l’RQ 170, conosciuto come la Bestia di Kandahar, soprannome legato al suo avvistamento sulla pista della città afghana. Lo catturano intatto e ne produrranno la propria versione poi schierata sul campo. I Pasdaran si preoccupano di costruire grandi bunker per ospitare armamenti strategici, i cosiddetti “città missilistica”. E poi utilizzano sistemi per prendere di mira gli impianti petroliferi sauditi con il coinvolgimento degli Houthi, attaccare navi mercantili legate a Israele, colpire i separatisti beluci in Pakistan e i ribelli in Siria, rifornire di carburante l’Asse della Resistenza composto da fazioni radicali. Le attrezzature a volte sono identiche, vengono rinominate con sigle locali ma il “cuore” è lo stesso.

Tuttavia, non tutto brilla nel curriculum dell’ufficiale. Gli israeliani riuscirono in alcune occasioni a violare il circolo di protezione, il materiale non è sempre adeguato – anche nella vendetta di sabato sembra che molti ordigni siano caduti per guasti o problemi – e l’8 gennaio 2020 una sua “batteria” ha abbattuto un aereo passeggeri ucraino (176 vittime) nei pressi di Teheran, aereo scambiato per un nemico in fase di tensione dopo l’uccisione del generale Qasem Soleimani a Baghdad da parte degli americani. Un disastro che hanno cercato di mascherare nei primi giorni con tesi fantasiose.

È facile capire perché Hajizadeh lo fosse citato pubblicamente da Tel Aviv come un personaggio decisivo, al punto che alcuni lo chiamavano addirittura possibile bersaglio di un omicidio mirato. Non meno interessanti sono le analisi che prevedono un nuovo riconoscimento per lo stratega, una ricompensa per quanto ha fatto al servizio della nazione. La ritorsione Vera promessa i danni sono stati limitati ma, come ha spiegato una fonte iraniana Financial Times, “ha scoperto che siamo più pazzi di quanto pensi e pronti ad affrontare tutte le conseguenze”. Frase di persona anonima, quindi imperfetta e contaminata dalla propaganda, ma utile per comprendere lo spirito di una parte del regime.

Tag: Generale Hajizadeh stratega attacco Israele Corriere .it

 
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