Copie delle città europee in Cina – The Post – .

Un turista si scatta un selfie davanti alla Torre Eiffel a Tianducheng, Cina, 17 febbraio 2024 (Raul Ariano/ Redux via Contrasto)

Le imitazioni di Parigi, Londra o Firenze sono state pensate per attirare abitanti che in alcuni casi non sono mai arrivati, e sono frequentate soprattutto da curiosi

A più di novemila chilometri a est della Torre Eiffel, monumento simbolo di Parigi, si trova uno dei suoi esemplari più grandi: è alto 108 metri e si trova a Tianducheng, fuori Hangzhou, città della Cina orientale completamente ispirata alla capitale francese . Commentando l’inaugurazione di una cittadina cinese che riproduceva nei minimi dettagli le caratteristiche del villaggio austriaco di Hallstatt, nel 2012, Reuters ha scritto che “in un paese noto per la sua capacità di produrre falsi che vanno dagli iPhone alle borse Birkin di Hermès”, copiare una città è stato “probabilmente il tentativo di imitazione più ambizioso” fatto dalla Cina fino a quel momento.

Quartieri, città o centri commerciali che imitano Londra, Firenze o Parigi in Cina sono il risultato di un piano del governo cinese del 2001 che mirava a risolvere il problema del sovraffollamento cercando di attirare le classi più agiate verso zone residenziali di ispirazione europea: con risultati non sempre positivi risultati.

La copia della Torre Eiffel in Cina

(Raul Ariano/ Redux via Contrasto)

Tra questi luoghi ci sono i Florentia Villages, una serie di outlet ispirati all’architettura e all’urbanistica italiana, in particolare a quella fiorentina. Il primo è stato inaugurato nel 2011 vicino a Tientsin, a sud-est di Pechino: occupa circa 200mila metri quadrati e ospita oltre 200 negozi, ma soprattutto ha tanti portici, canali e fontane, un edificio che ricorda il Colosseo e la copia di un ponte veneziano. Passeggiando tra ristoranti e negozi a tema, come quelli di Gucci, Prada e Fendi, si possono notare i simboli di Roma o di Venezia, ma anche le icone della Madonna con Gesù.

Una strada nel Florentia Village, appena fuori Tianjin, fotografata nel 2012

Una strada nel villaggio di Florentia, appena fuori Tientsin, fotografata nel 2012 (REUTERS/ David Gray)

Da allora, i Florentia Villages sono sorti anche in altre parti della Cina, tutti realizzati in stile italiano da Rdm, la filiale immobiliare del grande gruppo Fingen: complessivamente occupano 300mila metri quadrati, per un totale di 1.200 negozi, 21 milioni di visitatori ogni anno e un fatturato annuo di circa 2 miliardi di dollari, ha scritto Finanza Milano nel 2021.

Sempre a sud di Shanghai, lo studio di architettura Gregotti Associati ha progettato quella che è conosciuta come Breeza Città di Pujiang, un grande quartiere in parte ispirato all’architettura moderna italiana: avrebbe dovuto ospitare 80mila abitanti, ma al momento sembra più una città fantasma.

Il simbolo di Roma al Florentia Village all'interno dell'edificio ispirato al Colosseo

Il simbolo di Roma al Florentia Village di Tientsin all’interno dell’edificio ispirato al Colosseo (REUTERS/ David Gray)

A Tianducheng, la “Parigi cinese”, vivono circa 30mila persone, e ci sono edifici che ricordano quelli dello stile tipico del centro di Parigi, ma anche viali e statue che si potrebbero trovare in Europa. Anche vicino a Shanghai ci sono Gaoqiao, o https://twitter.com/mrjoshz/status/1249670141153103873che oltre a canali e ponti ha un tradizionale mulino olandese, e Thames Town, città ispirata a Londra, con pub e tipiche cabine telefoniche rosse (Thames è il nome inglese del Tamigi).

Una delle imitazioni più discusse è stata quella di Hallstatt, che conta circa mille abitanti, è patrimonio dell’umanità UNESCO dal 1997 e si trova sull’omonimo lago, una cinquantina di chilometri a sud-est di Salisburgo, nella zona centrale parte dell’Austria. Gli abitanti di Hallstatt non avevano idea che la società immobiliare di un’importante compagnia mineraria cinese stava costruendo una replica esatta del villaggio lungo la foce di un fiume nella provincia di Guangdong, non lontano da Hong Kong. Alla fine, però, il sindaco si è detto “orgoglioso” e ha addirittura visitato la “Hallstatt cinese” durante la sua inaugurazione ufficiale con una delegazione austriaca.

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Intorno a Pechino, ma non solo, si trovano edifici dalla tipica architettura scandinava, come quelli ispirati alla città svedese di Sigtuna, una copia del Campidoglio degli Stati Uniti e un ponte decorato con illustrazioni di Don Chisciotte. In un quartiere costiero sempre vicino a Tientsin, un antico villaggio di pescatori è stato raso al suolo per creare una sorta di Manhattan.

Questa zona, conosciuta come Yujiapu Financial District, avrebbe dovuto essere un grande centro finanziario, ma “può essere vista più che altro come un monumento al fallimento del modello di crescita cinese”, ha osservato il New York Times: nonostante abbia aperto a New York una sede della Juilliard, una delle scuole di arte, musica e spettacolo più prestigiose al mondo, la maggior parte dei suoi grattacieli sono deserti, molti cantieri sono fermi da qualche tempo tempo e centinaia di migliaia di abitanti che sarebbero dovuti arrivare.

Tianducheng, Cina (Laurence Chellali/ Hans Lucas via Contrasto)

Come ha detto National Geographic Bianca Bosker, autrice di un libro dedicato alle imitazioni cinesi nell’architettura contemporanea, «mentre un tempo era considerata il centro del mondo, ora la Cina si è trasformata nel centro che di fatto contiene il mondo». Il programma lanciato nel 2001, denominato “Una città, nove centri”, prevedeva la creazione di dieci nuove città satellite sperimentali ispirate al mondo occidentale. Più che città abitate e vissute, però, sembrano affascinare più che altro turisti o curiosi alla ricerca di qualche foto scenografica, in un contesto un po’ kitsch.

Negli ultimi tempi, però, il governo cinese ha cercato di limitare la proliferazione di quelli che sempre National Geographic definisce “facsimili occidentali”. Nel 2016, il ministro cinese per gli Affari civili, Li Liguo, ha affermato che il Paese avrebbe cominciato a impedire “l’uso arbitrario di nomi stranieri e bizzarri per indicare strade, ponti, edifici e complessi residenziali”. Ha detto che le misure miravano a “nomi che danneggiano la sovranità e la dignità nazionale, che violano i valori fondamentali del socialismo e della moralità convenzionale”.

Persone su un ponte nel Florentia Village nel giugno 2018

Persone su un ponte nel villaggio di Florentia a Tianjin nel giugno 2018 (REUTERS/Jason Lee)

– Leggi anche: Le Statue della Libertà nel mondo

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