il fatto indiscutibile – Tempo – .

Libero è stato definito da Lilli Gruber un giornale “guerrafondaio”. «Sei molto duro con gli studenti filo-palestinesi nelle università italiane. Tutto il discorso pubblico è intriso di politica di guerra. Non hai paura anche tu che non si possa tornare indietro?”: così il conduttore di Otto e mezzo ha chiesto a Mario Sechi, direttore del giornale in questione, di prendere parte alla discussione avviata sul tavolo durante l’ultima puntata. “Torneremo quando finiranno le guerre. Vorrei ricordare che siamo su tre fronti che hanno una matrice comune. Ucraina, Gaza e Mar Rosso. Non dimentichiamolo. Parliamo di commercio mondiale”, ha risposto il giornalista, richiamando l’attenzione di tutti sulle tensioni innescate dagli improvvisi attacchi dei ribelli Houthi ai barconi.

“Quando le tensioni diminuiranno, allora torneremo indietro”, ha ribadito Sechi. Gruber lo esorta: “Le guerre non finiscono così. Dovremo lavorare per garantire che i conflitti finiscano”. “Le guerre di solito finiscono con la sconfitta di una delle parti. Totale o parziale. Possono concludersi con una negoziazione tra coloro che combattono, non tra altri. La pace si fa sempre con il nemico e comunque ci sono sempre vincitori e vinti. Sono stabiliti risarcimenti e confini futuri”: questi gli scenari esposti dal direttore di Libero. L’altro tema da prendere in considerazione, poi, riguarda soprattutto l’Ucraina: “La stanchezza, le guerre finiscono per stanchezza. Ci sarà sempre una trattativa, un problema. La guerra a Gaza è diversa dalle altre. Israele attualmente sostiene la guerra. È un dato di fatto”, ha spiegato. La conduttrice lo ha interrotto: “Non è vero. Un sondaggio del Jerusalem Post afferma che gli israeliani sono stanchi”. “Parlo di politica. C’è sostegno alla guerra. La questione è quando Israele sentirà che è ora di finirla”, ha aggiunto il giornalista.

Tag: indiscutibile fatto Tempo

 
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