“Dall’attico di New York”, “Stronzate”. Scontro tra Rula Jebreal e Italo Bocchino – .

“Dall’attico di New York”, “Stronzate”. Scontro tra Rula Jebreal e Italo Bocchino – .
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Nello studio di Accordi e disaccordi lo scontro si accende quando viene affrontato uno degli avvenimenti che hanno fatto più discutere nelle ultime ore, ovvero il monologo cancellato di Antonio Scurati; un’opportunità allettante per qualcuno di gridare immediatamente alla censura, come Rula Jebrealche ricorda cosa le è successo, venendo a litigare Italo Bocchino.

Domanda e risposta dal vivo

Approfittando dell’argomento trattato nel corso della trasmissione, il giornalista palestinese con cittadinanza israeliana e italiana è tornato alla denuncia Giorgia Meloni nei suoi confronti dopo un post su Twitter in cui parlava del padre del presidente del Consiglio e leader di Fratelli d’Italia. Nel 2022, infatti, la Jebreal scrisse un tweet, citando una brutta notizia legata al padre dell’attuale primo ministro – argomento, tra l’altro, molto delicato e doloroso per la famiglia Meloni – e fu denunciata.

Il Primo Ministro non ha mai fatto causa a nessuno“, spiega Italo Bocchino, “Giorgia Meloni ne aveva fatto uno causa in precedenza ma...” “Non è vero, mi ha querelato!“, incalza subito Rula Jebreal. “Voglio dire, mi ha fatto causa per un tweet!” “Non come Primo Ministro“, specifica subito Bocchino. Tanto basta, però, per innescare lo scontro.

Luca Sommi, conduttore di Accordi e disaccordicerca di riportare la calma, confermando le parole di Bocchino: la denuncia di cui parla Jebreal risale a quando Giorgia Meloni era leader di Fratelli d’Italia e non ancora primo ministro. “Giorgia Meloni da premier non ha mai querelato nessuno”Italo Bocchino poi ribadisce: “quando era parlamentare, quando veniva diffamata, sì ha difeso. C’è una legge in questo paese secondo la quale puoi essere un artista, un pensatore, un redattore di giornali, ma non puoi diffamare le persone… c’è un limite. Nella legge si chiama ‘continenza’“. Ed è quando si supera quel limite, precisa Bocchino, si fa denuncia per diffamazione e si va davanti a un giudice che è terzo e che decide.

Il caso Canfora e la libertà di stampa

Naturalmente la conversazione si è accesa Luciano Canfora. L’11 aprile 2022 il professore, intervenendo in un liceo scientifico barese, arrivò a definire Giorgia Meloni “UN neonazista nell’anima”. Da qui la denuncia dell’attuale premier. “Perché non avrebbe dovuto denunciarlo?“, dice Bocchino. “Avrebbe dovuto denunciarlo e la sentenza deve arrivare. Perché quando si tratta di dire che c’è una deriva autoritaria in questo Paese, detto da qualcuno uscito dalla soffitta di New York…

“Sono sulla CBS, non sono nell’attico di New York, quindi non lo diciamo cazzate“, sbotta Rula Jebreal, visibilmente infastidita. “E tra l’altro vivo in un Paese dove un presidente degli Stati Uniti come Donald Trump viene definito ‘criminale, stupratore, insurrezionalista’ e non osa… perché qui la libertà di stampa è garantita dalla Costituzione!“.

Dire che in Italia c’è una deriva autoritaria è una totale sciocchezza“, conclude Bocchino, mantenendo la calma.

Per quanto riguarda la libertà di stampa, in Italia è la più ampia libertà di stampa dei paesi occidentali“.

Tag: York Penthouse Bullshit Clash Rula Jebreal Italo Bocchino

 
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