Lara, 18 anni, “morta per il caldo” mentre cercava di fuggire dalla Striscia – .

Lara, 18 anni, “morta per il caldo” mentre cercava di fuggire dalla Striscia – .
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Lara Sayegh, 118 anni, è morta di colpo di sole mentre fuggiva da Gaza

“Con grande dolore vi annuncio che mia sorella minore di 18 anni, Lara Sayegh, è stata uccisa oggi mentre si dirigeva a sud di Gaza City”. Le statistiche ufficiali, in realtà, diranno che Lara è morta di caldo. Perché a Gaza la temperatura è soffocante. Ma il problema non è il sole. «Lei e mia madre stavano raggiungendo l’Egitto per mettersi in salvo. Il mio angelo è crollato mentre camminava sul “percorso sicuro” oltre il posto di blocco israeliano, in un’area dove l’esercito israeliano da tempo rifiuta di far entrare ambulanze, automobili o altri veicoli di emergenza”.
Dal 7 ottobre Lara viveva nella parrocchia cattolica della Sacra Famiglia, più volte colpita dall’esercito israeliano. La loro casa era stata bombardata. Nonostante non ci fossero uomini armati negli edifici parrocchiali, il 21 dicembre Lara ha perso il padre che necessitava di cure mediche ma non è stato possibile procurargli né medicinali né medici. Impossibile anche evacuare lui e gli altri 600 civili rifugiati tra la chiesa e gli spazi dedicati al catechismo.
A dare la notizia della morte di Lara è stato il fratello Khalil Sayegh, attivista cristiano palestinese e presidente dell’Agora Initiative: «Mia madre, che la accompagnava dalla chiesa cattolica di Rafah – racconta – è attualmente in coma a causa dello shock. . Ha molto bisogno delle tue preghiere”.
Quelle di Khalil sono parole dure, che esprimono una frattura oggi non rimarginabile: «Di fronte alla brutalità del nemico che ha normalizzato ogni tipo di uccisione diretta e indiretta, lodiamo Dio come nostro giudice e nostro rifugio, anche se non non otterremo la giustizia tanto necessaria su questa terra, la otterremo certamente nell’aldilà quando saremo tutti davanti a Cristo”.
Lara e sua madre si erano indebitate per pagare il visto: 5mila dollari a testa. Lasciare Gaza verso l’Egitto è quasi impossibile, e i faccendieri di entrambe le parti hanno creato un mercato ignobile: chi paga si salva, chi non ha soldi resta sotto le bombe.
“Continuerò a lottare per ottenere giustizia per la mia famiglia e per le altre vittime di questo genocidio”, promette Khalil Sayegh.
Secondo fonti della comunità cristiana locale, che riferiscono anche il dolore del parroco, padre Gabriel Romanelli, Lara sarà sepolta dove è morta. La sua salma non può essere riportata nella parrocchia di Gaza per il funerale.

 
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