La richiesta europeista proveniente dalla piazza georgiana è diversa rispetto al passato. Ciò che dobbiamo ascoltare – .

La richiesta europeista proveniente dalla piazza georgiana è diversa rispetto al passato. Ciò che dobbiamo ascoltare – .
Descriptive text here

A Tbilisi le manifestazioni durano settimane, migliaia di persone – centomila domenica sera – si baciano e ringraziano l’Europa. Una profonda richiesta di appartenenza, mentre il governo vuole arrivare fino in fondo alla legge che tratta chi dissente come se fosse una spia straniera

Rustaveli Avenue, nel centro di Tbilisi, è chiuso dalle prime ore di ieri mattina in attesa della protesta organizzata dal governo georgiano in difesa della legge sugli agenti stranieri, la legge di ispirazione Putin che trattare coloro che dissentono dal governo come se fossero spie straniere. Gli autobus organizzati dal governo sono arrivati ​​nella capitale da molte parti della Georgia, carichi per lo più di dipendenti pubblici, che sono stati infatti convocati per non finire in troppi guai, ad esempio licenziati, e hanno risposto un po’ sconcertati alle domande dei giornalisti – alcuni non erano sicuri per cosa avrebbero dovuto manifestare. Nel frattempo il Commissione giuridica del Parlamento ha approvato in seconda lettura la legge sugli agenti stranieri: il presidente della commissione, Anri Okhanashviliun deputato del partito al potere Sogno georgiano, ha spento i microfoni di coloro che si pronunciavano contro la legge e sette membri dell’opposizione sono stati mandati fuori dall’aula.

Rustaveli Avenue, nel centro di Tbilisi, è chiuso dalle prime ore di ieri mattina in attesa della protesta organizzata dal governo georgiano in difesa della legge sugli agenti stranieri, la legge di ispirazione Putin che trattare coloro che dissentono dal governo come se fossero spie straniere. Gli autobus organizzati dal governo sono arrivati ​​nella capitale da molte parti della Georgia, carichi per lo più di dipendenti pubblici, che sono stati infatti convocati per non finire in troppi guai, ad esempio licenziati, e hanno risposto un po’ sconcertati alle domande dei giornalisti – alcuni non erano sicuri per cosa avrebbero dovuto manifestare. Nel frattempo il Commissione giuridica del Parlamento ha approvato in seconda lettura la legge sugli agenti stranieri: il presidente della commissione, Anri Okhanashviliun deputato del partito al potere Sogno georgiano, ha spento i microfoni di coloro che si pronunciavano contro la legge e sette membri dell’opposizione sono stati mandati fuori dall’aula.

Dopo la commissione, Domani alla Camera è prevista la seconda lettura, che non è ancora decisiva, ce ne sarà una terza – ma che indica la volontà del governo guidato da Irakli Kobakhidze, quarantacinquenne costituzionalista nominato primo ministro in una tornata di seggi all’interno del Sogno Georgiano che si prepara alle elezioni di ottobre, di procedere con la legge e di non ascoltare cosa chiedono le migliaia di persone – centomila la domenica sera – cioè non approvare la legge e occuparsi invece delle riforme necessarie per avvicinarsi all’Europa. Le manifestazioni europeiste vanno avanti da settimane, sono sempre più partecipative, festose e vitali, nelle immagini si vedono gli sposi che si uniscono alla folla, baciando e ringraziando l’Europa, le famiglie, la mamma che si reca dagli agenti dicendo: hai l’età di mio figlio, ascolta questa piazza, l’Europa farà bene anche a te, e poi le bandiere georgiana, europea e ucraina, come sorelle.

Nona Mikhelidze, ricercatore senior dell’Istituto Affari Internazionali, racconta al Foglio che queste manifestazioni, a differenza di molte del passato, sono animate da giovani, si sta mobilitando per dire “la generazione degli Zoomers” “No alla Russia, sì all’Europa”, “Si tratta di un movimento dal basso che non solo contesta le posizioni conservatrici e antieuropee del governo, ma che mette in discussione l’efficacia delle tradizionali organizzazioni della società civile, spesso promosse dall’Ue come agenti primari di democratizzazione”. Non c’è solo politica estera, c’è una richiesta più profonda, “il Paese si sta staccando dalla sua identità post-sovietica – dice Mikhelidze – per intraprendere una nuova fase” i cui contorni saranno delineati non solo da questa sfrontata e potente richiesta da parte L’Europa, ma con una risposta che noi europei sapremo osare. Anche qui: non si tratta di procedure europee, ma di guidare una trasformazione culturale della società georgiana, che riguarda l’appartenenza.

 
For Latest Updates Follow us on Google News
 

PREV La destra di Wilders divide il PPE dai liberali – .
NEXT Israele – Hamas in guerra, le notizie di oggi in diretta