I carri armati israeliani dividono la città in due – .

I carri armati israeliani dividono la città in due – .
I carri armati israeliani dividono la città in due – .

Per Rafa potrebbe essere giunto il momento. I carri armati israeliani sono avanzati oggi sulla strada principale che divide la metà orientale da quella occidentale della città che attraversa il confine.

Secondo quanto riportato dai media israeliani, l’IDF aveva già fatto sapere di aver occupato parte di via Salah a-Din all’inizio dell’operazione nella parte orientale di Rafah lunedì scorso: oggi i carri armati si sarebbero spinti ulteriormente lungo la stessa strada, pur sempre all’interno di un’area la cui evacuazione era stata ordinata dall’IDF. I residenti hanno riferito di esplosioni e spari quasi costanti a est e nord-est della città, con intensi combattimenti tra le forze israeliane e gli agenti dei gruppi terroristici. Hamas e di Jihad islamica. Hamas ha affermato di aver teso un’imboscata ai carri armati israeliani vicino a una moschea nella parte orientale della città, scrive il Tempi di Israelesegno che le forze israeliane sono penetrate per diversi chilometri da est fino alla periferia della città.

Il gabinetto di sicurezza israeliano avrebbe quindi approvato “l’espansione dell’area di operazione” dell’IDF a Rafah, nel sud di Gaza. Lo indicano tre fonti citate dal giornalista AxiosBarak Ravid, sul social networkespansione limitata” che non supera le linee rosse stabilite dal presidente Joe Biden. La terza fonte, tuttavia, ha affermato che l’espansione approvata include azioni che potrebbero essere interpretate dagli Stati Uniti come un superamento delle linee rosse. Le tre fonti hanno sottolineato che il Gabinetto di Sicurezza ha anche incaricato i negoziatori israeliani di continuare gli sforzi per raggiungere l’obiettivo un accordo sugli ostaggi e provare a formulare una nuova iniziativa che possa portare ad una svolta. I ministri ultranazionalisti Ben Gvir e Smotrich hanno votato contro questa decisione.

Migliaia di bambini con le loro famiglie stanno cercando disperatamente di fuggire da Rafah, ma i cosiddetti “zone umanitarie“Le aree estese verso cui si stanno dirigendo hanno pochissimo spazio e strutture idriche e igienico-sanitarie molto limitate. È l’allarme lanciato dallo staff di Save the Children. Martedì, ricostruisce un comunicato, le forze israeliane hanno preso possesso del lato palestinese del valico di Rafah mentre le operazioni militari israeliane si espandevano, con attacchi aerei e operazioni di terra. I media hanno riferito che, negli ultimi giorni, decine di persone sono state ferite e uccise dai pesanti bombardamenti nella zona orientale di Rafah, delle quali erano state sfollate più volte dall’inizio della guerra, e sono state costrette a partire il 6 maggio quando le forze israeliane ha emesso ordini di trasferimento chiedendo ai civili della zona orientale di Rafah di spostarsi nella “zona umanitaria” designata da Israele per Al-Mawasi E Khan Younis. “Alla periferia di Rafah abbiamo assistito a scene di caos – ha affermato Rachael Cummings, team leader di Save the Children a Gaza – Tutte le strade erano piene di macchine, con gente stipata nei camion e bambini sui carretti trainati da asini, che contenevano tutti gli averi delle loro famiglie, vedevamo intere vite stipate nel retro delle macchine o di quelli che una volta erano furgoni ambulanti. Le persone che non avevano mezzi per spostarsi camminavano con tutte le cose che potevano portare con sé“.

Sarebbero circa 110mila persone sono fuggite in altre zone di Gaza, mentre i valichi sono resi inaccessibili dai combattimenti in corso. Ciò riduce drasticamente le forniture di aiuti, cibo e carburante. Tutti i valichi a sud di Gaza rimangono di fatto chiusi, impedendo le evacuazioni mediche e il passaggio del personale sanitario. Intanto, dal Programma alimentare mondiale, fanno sapere che le scorte di cibo finiranno entro sabato. Intanto, la decisione degli Stati Uniti di rinviare l’invio di armi a Tel Aviv nel caso in cui lanciassero un’operazione su larga scala a Rafah è stata accolta con un certo interesse dalla stampa israeliana, che arriva fino a ipotizzare una modifica delle regole piani operativi di Tel Aviv. Qui l’annuncio degli Stati Uniti di bloccare la spedizione di armi offensive – e di mantenere le consegne di armi di difesa – è stato accolto dal governo come una pugnalata alle spalle.

Nel frattempo le delegazioni di Hamas, israeliana e statunitense presenti al Cairo se ne sono andatecon il movimento islamista che ha annunciato di aver accettato una proposta di tregua, i cui dettagli restano però sconosciuti.

 
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