Per Onfray, Gesù non esisteva. Ma si scontra con le ragioni della vicenda – .

Per Onfray, Gesù non esisteva. Ma si scontra con le ragioni della vicenda – .
Per Onfray, Gesù non esisteva. Ma si scontra con le ragioni della vicenda – .

Tiziano, “Cristo come giardiniere”, 1553 – WikiCommons

“Mi sento un cristiano culturale”: ha sorpreso un po’ tutti la recente dichiarazione di Richard Dawkins, lo scienziato inglese noto per le sue posizioni ostili alla religione e al cristianesimo in particolare. Ateo convinto, autore del libro nel 2006 La delusione di Dioin un’intervista alla radio LBC, si è espresso alla luce della crescente scristianizzazione nel Regno Unito, dove accade che alcune chiese si trasformino in sale da concerto o in moschee, e ha aggiunto: «Non sarei felice se perdessimo le nostre belle cattedrali e le nostre belle pievi”, precisando di restare non credente ma di sentirsi appartenente alla cultura cristiana.

Non è questo ciò che sembra pensare Michel Onfray, il filosofo francese che ha pubblicato il nel 2005 Traité d’athéologie, una sorta di manifesto contro le fedi religiose e soprattutto i monoteismi. Oggi Onfray mette in discussione i fondamenti stessi del cristianesimo in due saggi pubblicati nel 2023, Anima E Teoria di Gesùarrivando al punto di negare l’esistenza di Gesù. Adesso gli risponde con il libro lo studioso Matthieu Lavagna No, le Christ n’est pas un mythe, edito da Artège (258 pagine, € 18,90). L’autore dimostra come quello di Onfray non sia altro che la ripetizione di luoghi comuni e con l’aiuto di storici ed esegeti, anche non credenti, smentisce le falsità più evidenti. Su quello più evidente, ossia la mancanza di prove dell’esistenza storica di Cristo, riporta le testimonianze di autori non cristiani: da Flavio Giuseppe a Tacito, da Svetonio a Plinio il Giovane, da Luciano di Samosata a Galeno, da Mara bar Serapion a Celso, fino al Talmud babilonese. «Secondo lo storico ateo Bart Ehrman – rileva Lavagna – esistono almeno 15 diverse fonti storiche che attestano la crocifissione di Cristo entro 100 anni dalla sua morte (tra il 30 d.C. e il 130 d.C.). In totale, abbiamo 42 fonti risalenti a meno di 150 anni dopo la morte di Gesù che menzionano la sua esistenza, 9 delle quali non cristiane. In confronto, per quanto riguarda Giulio Cesare, solo cinque fonti riportano le sue operazioni militari. Gli stessi ebrei non dubitano dell’esistenza di Cristo. Questo punto è cruciale, perché se ci fosse stato il minimo dubbio sulla sua esistenza, non avrebbero mancato di renderlo noto! Come diceva Pascal, gli ebrei sono “testimoni irreprensibili”. Ma tutti gli specialisti concordano sulla storicità di Gesù”.

Un’altra affermazione di Onfray non supportata da alcuna prova storica o archeologica è quella riguardante la sepoltura di Gesù, da lui considerata “un’invenzione della Chiesa primitiva”. Per lui, al tempo di Gesù, il torturato veniva lasciato appeso, consegnato agli uccelli rapaci e ai cani che ne dilaniavano il cadavere. Al contrario, la sepoltura concorda perfettamente con altri dati storici del I secolo. «Anche Flavio Giuseppe – scrive Lavagna – riconosceva che i corpi non dovevano essere “lasciati insepolti” dato che le vittime crocifisse avevano diritto a ricevere una degna sepoltura. Ciò non sorprende, poiché la legge ebraica richiedeva che gli stranieri e i criminali fossero sepolti. E anche Filone d’Alessandria, filosofo ebreo vissuto tra gli anni 20 e 45, conferma la pratica comune di seppellire i condannati a morte. Disponiamo infine di fonti archeologiche che confermano il fatto che furono sepolti i condannati all’epoca alla crocifissione. La sepoltura di Gesù concorda quindi perfettamente con i dati storici del I secolo”. Allo stesso modo, giudica “non plausibile” la crocifissione di Gesù perché, secondo lui, “all’epoca gli ebrei furono lapidati e non crocifissi”. Anche in questo caso Lavagna dimostra come siamo di fronte ad un evidente errore storico. Ad esempio, il già citato Flavio Giuseppe riferisce che, nell’anno 4 a.C., il governatore della Siria Varo crocifisse 2mila ebrei (AntichitàEbreo). Anche l’imperatore Tito usò questa pratica per eliminare molte persone, e il sovrano e sacerdote di Gerusalemme, Alessandro Ianneo, fece crocifiggere 800 farisei davanti alle loro famiglie (Flavio Giuseppe, La guerra ebraica). Ma Onfray non si arrende e paragona i Vangeli alle storie inventate in romanzi come Signora Bovary di Flaubert. Non sarebbero altro che finzione. Aveva assolutamente ragione Simone Weil quando scriveva: «Ci sono persone che lavorano 8 ore al giorno e fanno una grande fatica leggendo la sera per istruirsi. Non possono verificare ciò che viene letto nelle biblioteche. Prendono il libro in parola. Non hai il diritto di dar loro da mangiare dei falsi!

 
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