“Unire la Striscia di Gaza e la Cisgiordania” – .

“Unire la Striscia di Gaza e la Cisgiordania” – .
“Unire la Striscia di Gaza e la Cisgiordania” – .

UN “fermo impegno” per un soluzione a due Stati in Medio Oriente, da realizzare attraverso l’unificazione tra i Striscia di Gaza e il Cisgiordania sotto ilAutorità Nazionale Palestinese. Questa è la posizione espressa da leader del G7, secondo quanto contenuto nella bozza della dichiarazione finale approvata nel corso del vertice di Borgo Egnazia, in Puglia. “Il riconoscimento di uno Stato palestinese” anche da Israeleleggiamo ancora nel documento, è considerato “adeguata” nonché una componente cruciale di questo processo politico. Per quanto riguarda la guerra in corso tra le Forze di Difesa Israeliane (IDF) e Hamasgli stessi leader hanno inoltre espresso il loro sostegno a Tel Aviv e condannato le azioni del gruppo filo-palestinese, invitando il governo israeliano a rispettare il diritto internazionale nell’espressione della propria autodifesa.

La proposta del G7 su Gaza e Cisgiordania

In effetti, il G7 ha sostanzialmente sostenuto gli sforzi del stati Uniti per garantire un cessate il fuoco nella Striscia di Gaza. Il gruppo è infatti preoccupato per la situazione al confine tra Israele e Libanocosì come le conseguenze di un’offensiva dell’IDF su larga scala Rafa. Non a caso Tel Aviv è stata invitata ad astenersi dal portare avanti un’azione simile”in linea con i suoi obblighi ai sensi del diritto internazionale”.

I leader delle sette economie più avanzate, ha detto Agenzia Novache hanno esaminato la bozza della dichiarazione finale del gruppo, sostengono pienamente il piano proposto dal Presidente degli Stati Uniti, Joe Bidenper un cessare immediatamente il fuoco nella Striscia di Gaza, la liberazione di tutti ostaggiun aumento significativo e duraturo del flusso di assistenza umanitaria e la fine definitiva della crisi, con garanzie per gli interessi di sicurezza nazionale e la vita dei civili palestinesi.

Allo stesso tempo Hamas è invitato ad accettare la proposta, e tutti i paesi che hanno influenza sul gruppo palestinese sono incoraggiati a dare il loro contributo. Ancora una volta, tutte le parti sono invitate a “facilitare il passaggio rapido e senza impedimenti degli aiuti umanitari a favore dei civili in difficoltà, in particolare donne e bambiniattraverso “tutti i punti di frontiera interessati, compreso il valico di Rafah, e attraverso le rotte marittime, compreso il porto di Ashdod“.

Il messaggio a Israele

Per quanto riguarda la guerraProblema certamente non irrilevante, il G7, come detto, ha ribadito la sua ferma condanna degli attentati di Hamas del 7 ottobre ed ha espresso piena solidarietà e sostegno a Israele e al suo popolo.

Nell’esercizio del suo diritto di difendersi – tuttavia, rimarcarono i Sette – Israele deve rispettarlo pienamente legge internazionale (in ogni circostanza), compreso il diritto umanitario. Condanniamo Hamas per il suo continuo utilizzo delle infrastrutture civili per le sue attività militari” e allo stesso tempo, “Deploriamo la perdita di vite civili, con grave preoccupazione per il numero inaccettabile di morti, soprattutto tra donne e bambini. Chiediamo a tutte le parti di adottare ogni misura possibile per proteggere le vite dei civili“.

La dichiarazione finale accoglie con favore anche la nomina di uno nuovo governo palestineseinvitato ad assumere “riforme essenziali” così da poter assumere le relative responsabilità nell’amministrazione della Cisgiordania e, dopo il conflitto, di Gaza.

Tutte le azioni che indeboliscono l’Autorità Palestinese devono cessare, inclusa la trattenuta delle entrate fiscali da parte del governo israeliano“: “mantenere la stabilità economica in Cisgiordania – sottolinea il documento – è fondamentale per la sicurezza regionale“.

 
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