«Un governo di unità». Ma la destra resta divisa (e Ciotti torna in campo) – .

«Un governo di unità». Ma la destra resta divisa (e Ciotti torna in campo) – .
«Un governo di unità». Ma la destra resta divisa (e Ciotti torna in campo) – .

PARIGI Un governo di “unità nazionale” che raccolga tutta la non meglio precisata “buona volontà”, un programma per ora sintetizzato in un volantino in otto punti, una riforma delle pensioni rinviata alle calende greche, misure economiche comunque corrette perché « i mercati non ci lasciano fare quello che lasciano fare a Macron”: il Rassemblement National comincia a preparare un possibile arrivo al governo francese, rimanendo sul vago e cercando di rassicurare i mercati che già cominciano a dare qualche segnale di preoccupazione.

Francia, Le Pen: possiamo vincere e formare un governo di unità nazionale

POTENZIALE

Secondo il quotidiano le Monde, il potenziale ministro dell’Economia del governo Bardella, l’ex deputato del RN Jean-Philippe Tanguy, ha già fatto propria l’idea che «tutte le prime azioni di bilancio saranno effettuate senza deficit aggiuntivi». La madrina e tutrice del candidato primo ministro Jordan Bardella, Marine Le Pen, ha lanciato una sorta di appello all’unità nazionale, promettendo che domenica, quando dovranno essere presentate tutte le liste in corsa per il primo turno delle elezioni del 30 giugno, « lo faremo, ci saranno molte sorprese.” In altre parole: vedremo poi quanti candidati e quanti movimenti politici hanno deciso di aderire al Rassemblement National. Bardella ha annunciato che l’accordo con il presidente delle Républicains Eric Ciotti ha portato a candidature comuni con i neogollisti in 70 collegi elettorali. Che non cessa di dilaniare il movimento creato da De Gaulle e che fu di Chirac. Ieri l’ennesimo colpo di scena: il tribunale di Parigi ha accolto il ricorso di Ciotti e ha invalidato la sua espulsione dai Républicains, decisa dallo stato maggiore del partito che ha respinto categoricamente la sua decisione di allearsi con l’estrema destra.

La battaglia non è finita, l’espulsione di Ciotti è tecnicamente “sospesa”, come il destino del partito: chi ne sarà l’erede legittimo, i nuovi alleati di Le Pen, o coloro che si dicono indipendenti e rivendicano l’eredità del generale? Galvanizzata dai sondaggi che vedono il Rassemblement National davanti al nuovo Fronte popolare della sinistra e con intenzioni quasi doppie rispetto al blocco centrista di Macron, Marine Le Pen assicura: «Abbiamo la possibilità di vincere queste elezioni e di formare un governo di unione». Se hai lasciato al tuo delfino il compito di “scegliere la squadra di governo”, hai comunque auspicato “un’assemblea di tutti i francesi, uomini e donne di buona volontà, consapevoli della situazione catastrofica del nostro Paese”. La futura squadra che potrebbe convivere con il presidente Macron non ha ancora un programma preciso, anche se il riferimento resta quello preparato per la candidata alle presidenziali 2022 Marine Le Pen. Che dovrà ancora essere riadattato.

Per ora i candidati del blocco di estrema destra riceveranno un volantino con la foto di Jordan Bardella e, subito dietro, Marine Le Pen, la scritta “Bardella primo ministro” e lo slogan “per un governo di unione nazionale”. All’interno degli otto punti prioritari: la riduzione dei costi energetici e dell’Iva su gas e carburanti, la riduzione dell’immigrazione legale e clandestina, con il rafforzamento delle misure per l’espulsione dei criminali stranieri, la fine del “lassismo giudiziario”, il sostegno all’agricoltura, in particolare la lotta alla concorrenza sleale, gli aiuti all’ospedale pubblico, la semplificazione delle regole che gravano su famiglie e imprese, la lotta alle frodi sociali e fiscali e infine “far rispettare ai francesi, difendere la sovranità della Francia in Europa”. Non parliamo di ambiente, né di istruzione, e soprattutto di pensioni.

FRENATURA

La riforma voluta da Macron, accompagnata da una grande stagione di proteste e manifestazioni, e strenuamente avversata da Le Pen, non verrà smantellata in caso di governo RN. Bardella ha già fatto sapere che non è più una priorità e che la riforma delle pensioni secondo i principi lepenisti può attendere “una seconda parte del mandato”. Sempre secondo Le Monde, da una prima fase di governo sarebbero state escluse una serie di misure su cui si è battuto il Rassemblement National: abolizione dell’Iva su cento beni di prima necessità, esenzione fiscale sui redditi sotto i 30 anni, esenzione fiscale per le successioni . La spiegazione: i governi precedenti hanno lasciato una situazione economica complicata che non lascia spazio di manovra. Secondo Marine Le Pen, lo stesso ex ministro delle Finanze socialista ed ex commissario europeo Pierre Moscovici le avrebbe consigliato di “sollevare il coperchio” e di effettuare una revisione generale dello stato delle finanze. L’unica misura economica che un eventuale governo Bardella non si sentirebbe di accantonare: la riduzione dell’Iva del 5,5 per cento su gas e carburanti. È anche difficile applicare i proclami anti-immigrazione della campagna, soprattutto in un governo costretto a coesistere con un presidente di orientamento opposto che renderebbe impossibili le necessarie revisioni costituzionali per applicare la restrizione del diritto di asilo o la discriminazione nazionale nell’assegnazione delle case popolari.

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Il Messaggero

 
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