L’AQUILA – Martedì 30 aprile alle ore 17, nell’Aula Benedetto XVI dell’Istituto Superiore di Scienze Religiose “Fides et Ratio” il Cardinale Fernando FiloniGran Maestro dell’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme, presenterà il suo ultimo libro, dal titolo Conferenze episcopali. Una moderna istituzione di comunione ecclesiale (Centro Editoriale Cattolico, 2023, p. 216). Sarà Sua Mons. Em.r. IL Carta. Giuseppe PetrocchiL’Arcivescovo Metropolita dell’Aquila, nel suo ruolo di Moderatore dell’Istituto, darà il benvenuto e presenterà il Card. Filoni, mentre la presentazione e la moderazione degli interventi sarà affidata al Direttore dell’Istituto, don Daniele Pinton.
La recente missione di Sua Eminenza in terra Santa consentirà inoltre di ascoltare la testimonianza diretta di chi ha visitato personalmente quei luoghi e i suoi abitanti così martoriati dal conflitto bellico, una terra che rischia il collasso a causa dell’attuale conflitto israelo-palestinese tra Hamas e l’estrema destra israeliana e che non vede attualmente sbocchi per la pace. L’impegno dell’Ordine del Santo Sepolcro presieduto dal cardinale è vasto: esiste dal 1848 e oggi, attraverso il Patriarcato latino, sostiene circa 44 scuole, l’Università di Betlemme, insieme a numerose opere sociali per gli anziani, bambini in difficoltà e la formazione dei sacerdoti. Ora, in un libro più che mai attuale in questo tempo di cambiamento, il cardinale Filoni riflette sul significato e il compito delle Conferenze Episcopali nel mondo, anche alla luce del cammino sinodale avviato da Papa Francesco per tutta la Chiesa.
Le Conferenze Episcopali, che oggi hanno più di mezzo secolo, sono nate dai vescovi e dalle loro esigenze, come incontri amichevoli, per decisione di un Papa. Solo più tardi i Pontefici si resero conto dell’importanza di questa realtà. La rete delle Conferenze è come una rete che, una volta gettata, cattura tanti pesci, cioè affrontano i problemi, facendo ampio discernimento. Il fattore libertà è fondamentale: ad esempio in Cina non esiste una Conferenza episcopale, perché non c’è ancora una libertà di struttura data dallo Stato e la Conferenza non potrebbe esprimersi liberamente. Se in queste e altre situazioni a noi più vicine si può mettere a tacere la voce di un singolo vescovo, non può però essere soppressa quella della Conferenza episcopale, la cui voce è potente: è la voce della Chiesa, che oggi si fa sentire al di sopra tutto per le questioni sociali, la pace e i diritti delle persone. Le Conferenze Episcopali hanno dato voce a questioni difficili fin dal dopoguerra ed è a partire dal Concilio Vaticano II che la Chiesa ha iniziato a camminare su un binario composto da due realtà: il sinodo dei vescovi, a sostegno del Papa, e le Conferenze Episcopali, a sostegno del ministero dei vescovi nelle loro diocesi.
Le Conferenze episcopali sono quindi strutture pastorali, che non hanno il compito di sostituirsi al Papa: nessun deragliamento “populista”, quindi. Infatti, come il mondo è idealmente collegato da una rete di meridiani e paralleli, così le Conferenze Episcopali costituiscono una fitta rete tra i due poli e aiutano il Pontefice nella missione di portare il Vangelo a tutti gli uomini. Oggi più che mai le Conferenze sono diventate istituzioni fondamentali, perché offrono al Papa una collaborazione indispensabile per comprendere, valutare e risolvere diversi problemi. Una collaborazione che va dal campo dottrinale a quello organizzativo e si estende a quello sociale e caritativo. Ad esempio nelle nomine dei vescovi: sono le Conferenze che presentano alla Santa Sede i candidati individuati tra coloro che hanno preparazione pastorale, dignità e idoneità alla missione alla quale saranno assegnati.
Il cardinale Filoni, con competenza e autorità, si muove agilmente in questa materia tra documenti ufficiali, date storiche ed escursioni geografiche per ricostruire l’importanza crescente che le Conferenze Episcopali hanno via via assunto. Nello sviluppare l’idea di sinodalità, le Conferenze seguono la visione di Papa Francesco verso forme autentiche di comunione tra vescovi, per ripensare in modo ampio e articolato l’intera vita della Chiesa, sempre più attenta ai territori, alle culture e alle situazioni concrete di donne e uomini del nostro tempo.
