Il Codacons punta i riflettori sul restyling della statua di Sant’Oronzo. Le discrepanze con il simulacro originale hanno fatto storcere il naso a molti. E l’associazione dei consumatori intende capire i costi per l’intervento, la realizzazione del progetto e il posizionamento della copia sulla colonnina. Così, dopo la festa in piazza di sabato 13 aprile, l’associazione ha chiesto tutta la documentazione allegata al progetto di make up iniziato nel 2019 e portato a termine dopo cinque anni con la sostituzione della statua sulla colonna romana.
Una lettera è stata inviata oltre che al Comune ma anche al Ministero dei Beni Culturali, alla Soprintendenza Archeologica di Lecce e Brindisi, al Dipartimento dei Beni Culturali dell’Università del Salento e, per conoscenza, all’Autorità Anticorruzione. La lettera parla di approssimazione nella realizzazione della copia: in particolare, il posizionamento della mano e delle tre dita nell’atto di benedire sarebbe diverso dall’originale. Così come sarebbero diverse le fattezze stesse del Santo.
Eppure i costi sarebbero stati enormi. E in effetti anche sulle spese il Codacons ha deciso di guardare con lucidità alla luce dell’esborso legato allo studio preliminare alla realizzazione affidato al dipartimento di Beni culturali dell’Università. In caso di mancato riscontro positivo entro trenta giorni o in caso di illegittimo rifiuto, l’associazione dei consumatori assumerà le cautele richiedendo idonea tutela dei diritti degli interessati.
Sui social, infatti, si è aperto un dibattito, anche piuttosto acceso, sull’opportunità di modificare la statua originaria ma da Palazzo Carafa il trucco è stato giustificato con un intervento per evitare danni causati dagli agenti atmosferici che aveva più volte portato ad un restyling del simulacro in questo ultimo secolo.
