Il carcere lascia Villa Andreino e sbarca sul palco del Civico con “Dirimpetto. La rete nell’abisso” – .

Il carcere entra al Teatro Civico con “Dirimpetto, la rete negli abissi”. Ciò accadrà il prossimo 2 maggio per la sesta edizione di Per Aspera ad Astra, il progetto teatrale che porta questa forma d’arte tra le mura del carcere della Spezia con l’obiettivo di rendere reali i percorsi di rieducazione della popolazione detenuta. La presentazione è avvenuta questa mattina presso la sede della Fondazione Carispezia. Per Aspera ad Astra – Come riconfigurare il carcere attraverso la cultura e la bellezza”, progetto nazionale promosso da Acri e sostenuto da undici fondazioni di origine bancaria tra cui Fondazione Carispezia. Per la prima volta, con il patrocinio di Comune della Spezia.

Avviato nel 2018, “Per Aspera ad Astra” sta realizzando percorsi di formazione professionale innovativi e duraturi alle professioni teatrali in quindici carceri italiane, che riguardano non solo attori e drammaturghi, ma anche scenografi, costumisti, truccatori, fonici ingegneri e operatori illuminotecnici. L’esperienza condivisa all’interno di questa iniziativa nazionale – che ha coinvolto oltre mille detenuti in tutta Italia in più di trecento ore di formazione – dimostra come sia possibile lavorare nelle carceri mettendo al centro la cultura, permettendole di esprimersi pienamente e di realizzare una rigenerazione degli individui, capace di promuovere il riscatto personale e di avviare percorsi per il reinserimento del detenuto nel mondo esterno. Ad alimentare e rendere realizzabile questa esperienza c’è una comunità inedita, composta da una molteplicità di soggetti, ciascuno coinvolto con ruoli diversi: fondazioni di origine bancaria, compagnie teatrali che erogano formazione, direttori e personale di istituti penitenziari, detenuti.

All’interno del carcere della Spezia, la realtà de Gli Scarti – Centro di Produzione Teatrale di Innovazione, che cura la direzione artistica del progetto fin dal primo anno, ha scelto di proseguire l’incontro tra detenuti e studenti delle scuole in questo sesto edizione superiori di La Spezia, lanciato nel corso del 2023. L’idea dello spettacolo “Dirimpetto” nasce dal desiderio di far interagire questi due gruppi di persone nel campo del teatro che, grazie al supporto della direzione penitenziaria, hanno lavorato insieme alla realizzazione del nuovo spettacolo “Dirimpetto. La rete nell’abisso”. Due edifici divisi da un breve tratto di strada, ospitano due rispettivi fratelli. Uno dei due, dopo aver perso una partita a pallone, uccide l’altro per invidia. Il fratello omicida, scacciato dal sentiero che fino ad allora lo aveva protetto, sarà costretto dai Padri a vagare per il mondo da solo. Fondarà una città, costruirà una casa, diventerà adulto e imparerà cosa sono i compromessi e cosa significa prendere posizione in un ambiente che ha imparato solo a proprie spese.

“Perché Aspera ad Astra, grazie ad Acri, è oggi un progetto nazionale capace di unire territori e Fondazioni diversi, dal nord al sud Italia, con l’obiettivo di diventare catalizzatore di cambiamento per le nostre comunità – dichiara Andrea Corradino, Presidente di Fondazione Carispezia ‒. Siamo orgogliosi di presentare l’esito finale della sesta edizione di questo percorso realizzato insieme al Carcere della Spezia, capace di favorire un confronto costruttivo tra il ‘dentro’ e il ‘fuori’. Questo dialogo non mira solo a scardinare pregiudizi e paure, ma anche a promuovere una reale rigenerazione individuale e sociale. Sotto la direzione artistica di Scarti, la portata inclusiva del progetto si è ulteriormente ampliata attraverso gli scambi tra attori detenuti e studenti. Inoltre, per la prima volta, lo spettacolo finale andrà in scena nel teatro cittadino, grazie alla collaborazione e al patrocinio del Comune della Spezia. Un passo significativo che segna un ulteriore riconoscimento dell’importanza di inserire la realtà carceraria nel tessuto sociale della nostra comunità. La cultura diventa così un potente strumento di trasformazione e di crescita per tutti i soggetti coinvolti”.

“Per Aspera ad Astra è un progetto di sistema di fondazioni di origine bancaria, che riunisce una pluralità di soggetti provenienti da territori diversi, dalle compagnie teatrali agli istituti di pena”, spiega Donatella Pieri, Presidente della Commissione Arti, Attività e Beni Culturali dell’Acri ‒ con l’obiettivo condiviso di contribuire a rigenerare il carcere attraverso la cultura, offrendo al contempo ai detenuti l’opportunità di seguire corsi di formazione alle professioni teatrali: il progetto, di valenza artistica e partecipativa, sfida i pregiudizi e restituisce il diritto alla bellezza anche a chi ritrova stessi in condizioni di privazione della libertà”.

“La cultura rappresenta uno strumento importante nel processo di reinserimento e nel sostegno alla crescita individuale – dichiara il Sindaco della Spezia Pierluigi Peracchini – e come Amministrazione siamo orgogliosi di mettere a disposizione il palcoscenico più prestigioso della città per un progetto capace di portare benefici alla ai detenuti e, più in generale, alla società nel suo complesso. Grazie e applausi a tutti coloro che da anni sono coinvolti in questa preziosa iniziativa.”

“Ad Astra è per Aspera il progetto che più ci ha caratterizzato in questi anni – commenta Maria Cristina Bigi, direttrice del carcere della Spezia – ed è stato quello che ha fatto fare al carcere un salto di qualità dal punto di vista della trattamento. . Grazie a questo percorso i detenuti coinvolti nei laboratori hanno sicuramente avuto la possibilità di conoscersi meglio e di lavorare su se stessi; molti di loro sono stati poi inseriti in misure alternative e hanno trovato lavoro fuori. Anche il carcere della Spezia ha fatto un salto di qualità per progetti come questo che garantiscono grande qualità. Il mio sentito ringraziamento va alla Fondazione e al Comune, queste esperienze ci permettono di non rendere il carcere un luogo isolato, ma integrato nella comunità. Come struttura non avevamo un teatro e il laboratorio è stato inizialmente ricavato nella cappella del carcere”.

Andrea Cerri della Compagnia degli Scarti aggiunge: “Fin dall’inizio lo scopo di questo progetto è stato quello artistico accanto a quello rieducativo. Abbiamo sempre impostato tutto in maniera molto seria e questo ci ha permesso di crescere nei confronti con i detenuti. Puntiamo sul valore artistico che può costruire più speranza e non su attività che servono solo a passare il tempo. Quest’anno siamo contenti della collaborazione con il comune della Spezia. Credo che sia una tappa importante di questo percorso e ringrazio Acri per la lungimiranza”.

Enrico Casale, regista e direttore artistico di Per Aspera ad Asta, si permette qualche battuta: “Cito Forrest Gump al termine della sua ‘corsa’ attraverso gli Stati Uniti, permettendomi di aggiungere che dopo sei anni ‘sono un un po ‘stanco’. Sono stati definiti l’anima del progetto ma vi ringrazio, perché non è detto che possa essere compreso e sviluppato un progetto che ha come obiettivo la rieducazione in carcere attraverso il teatro. Per Aspera, ad Astra ha permesso di scoprire nuovi talenti e acquisire competenze linguistiche, basti pensare alla lettura di una sceneggiatura che richiede la conoscenza della lingua. Il teatro professionalizza e guarisce l’anima”.

“Questa è una favola nera, un mito che risuona da sempre in tutti noi, da quando abbiamo cominciato a prendere coscienza del mondo – spiega Enrico Casale, in una nota dedicata al progetto -. Dovrebbe farci comprendere, dicono, il confine tra il bene e il male, distinguere il bene dal male. È una storia presente e radicata in tutte le culture: nella Bibbia e nel Corano, nel cinema, nella musica, nei fumetti… e nel teatro. Vogliamo provare a raccontarlo perché è vivo, perché solleva infinite domande. E anche noi, daremo al pubblico la nostra visione sfruttando la realtà che ci circonda: La Spezia, via Fontevivo, un carcere e una scuola separate da meno di 500 metri. Il luogo dell’Educazione e il luogo della Punizione sono così vicini e tuttavia così inconciliabili. Da due anni ci chiediamo come riunirli effettivamente su un terreno assolutamente paritario. La distanza di 500 metri diventa sempre più breve. Pochi passi prima di entrare nello spazio carcerario dedicato al teatro. Pochi centimetri tra i nostri corpi quando lavoriamo sul palco. Forse il senso più profondo del nostro lavoro sta proprio in questo riavvicinamento tra i corpi dei detenuti e degli studenti, ‘mangiando’ metri, centimetri e millimetri”.

Per informazioni e biglietti (in vendita dal 17 aprile):
Teatro Civico – La Spezia, dal lunedì al sabato 8.30 – 12.00 | Mercoledì anche 16.00 – 19.00
Teatro degli Impavidi – Sarzana, dal lunedì al sabato 9.30 – 13.00, il giovedì anche 16.00 – 19.00
On-line su Vivaticket.it
Biglietto singolo € 5 + spese di commissione per il servizio fornito dal circuito di vendita.
Omaggio: titolari della Carta Europea Disabilità (ritirabile presso le biglietterie fisiche dei teatri previa presentazione della Carta)

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