“Il sistema elettorale deve essere cambiato. E servono più controlli” – .

“Il sistema elettorale deve essere cambiato. E servono più controlli” – .
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Roma, 17 aprile 2024 – “Credo che queste inchieste mettono in discussione il sistema elettorale delle preferenze. E penso che l’Italia sia matura per una riflessione su questo”. Mario D’Attis, vicepresidente della Commissione Antimafia, spiega che le inchieste di Bari, Torino e Catania sul voto di scambio politico mafioso hanno evidenziato una debolezza del sistema. “Le preferenze sono buone dal punto di vista della democrazia perché danno al popolo la possibilità di scelta, ma in molti casi possono rappresentare una potenziale distorsione. La ricerca sfrenata del voto senza limiti è pericolosa”, dice il deputato di Forza Italia.

Pensi che i controlli non funzionino?

“Funzionano, ma ovviamente vanno incrementati. E magari vedere cosa fanno gli altri Paesi europei nella scelta dei candidati, dando spazio alle decisioni dei leader e dei partiti, ma anche quando si elegge un sindaco e, insieme, una lista concatenata, ovvero sulla base di liste presentate dai partiti, bisogna guardare più attentamente”.

Roberto Saviano ha commentato che da Bari a Catania fino a Roma e Milano il voto è in vendita e le mafie fanno da mediatrici: senza un accordo con loro non c’è amministrazione.

«Non credo che la mafia sia lì per mediare ovunque. In molte di queste inchieste, tra l’altro, non viene contestato lo scambio elettorale politico-mafioso. Naturalmente, viste le debolezze del sistema, le mafie sono favorite”.

Luca Sammartino è stato sospeso dall’incarico alla Regione Sicilia. Lo zio Claudio, invece, è uno dei commissari che dovrà decidere sul Bari.

“Secondo me non ci sono conflitti di interessi, vista la reputazione del prefetto di cui parliamo. Poi le valutazioni le farà il diretto interessato e chi lo ha nominato. Parliamo di un familiare di cui si presuppone un comportamento scorretto: non vedo come possa incidere sull’attività dello zio in un’altra città”.

Alcuni magistrati sostengono che il giro di vite sulle intercettazioni previsto dalla riforma della giustizia rende più difficili indagini come queste.

«Per quanto riguarda le intercettazioni, penso che mentre noi stiamo lavorando sulle intercettazioni telefoniche, le mafie stanno lavorando su altri canali di comunicazione. Come le piattaforme IT digitali internazionali. Rischiamo di parlare di sistema operativo mentre sul mercato ce n’è già uno avanzato”.

Alessandro D’Amato

 
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