Tre messaggi in codice: due frasi e una data. “Tra le tigri selvagge”, “Ad augusta per angusta” e “VIII alla sorella Rosalia. Emerge dalle indagini della Procura di Palermo. Il boss, per indicare i tatuaggi della donna, come si evince da un biglietto poi ritrovato dalla polizia, utilizzava una “C”. Il boss mafioso si soffermerà poi sul significato delle scritte durante un colloquio in carcere con Rosalia, che verrà poi arrestata, e le altre due sorelle Bice e Giovanna.
“I tatuaggi sono la mia esperienza”
Nel dialogo, intercettato dagli inquirenti, Messina Denaro ha chiarito che “ad augusta per angusta”, realizzato nel 2012, significava “gloriarsi attraverso la sofferenza”. «L’ho fatto per mia figlia quando se n’è andata», ha spiegato il boss di Cosa Nostra. “Questa (8 agosto 1981) è una data importante per me”, ha aggiunto, riferendosi ai numeri romani. Mentre “questo”, ha spiegato ancora, riferendosi alla scritta ‘tra le tigri selvagge’, l’ho fatto sette-otto anni fa”. Il boss ha parlato anche dei tatuaggi presenti in uno dei diari sequestrati dopo l’arresto: “Non sono per seguire la moda, sono la mia esperienza e mi aiutano a non dimenticare”, ha scritto. Con il tatuatore palermitano Messina Denaro aveva usato il falso nome di Vito Ferreri.
Emergono nuove false identità del boss
Intanto sono emerse altre due false identità, utilizzate da Matteo Messina Denaro durante la latitanza, e nuovi dettagli sulla vita del boss che, ricercato dalle forze dell’ordine di tutta Italia, si recava tranquillamente a Palermo in compagnia di Andrea Bonafede, uno dei dei suoi sostenitori, a farsi tatuare e anche a mangiare in un ristorante del centro. Novità investigative che la Procura di Palermo utilizzerà in appello contro la sentenza emessa contro Andrea Bonafede, condannato a 6 anni e 8 mesi per favoreggiamento aggravato.
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Messina Denaro, chiesta condanna a 20 anni per suor Rosalia
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