Di Carlo Platella
Le Porsche hanno dominato la gara inaugurale in Qatar, ma a Imola la situazione è molto diversa. La migliore delle 963 ha chiuso la prima sessione di prove a 9 decimi dal miglior tempo della Ferrari di Yfei Ye, per poi avvicinarsi nel pomeriggio libero a poco più di tre decimi dal record di Fuoco, restando comunque dietro al 499P. Il dominio di Lusail sembra essere un lontano ricordo, ma il cambiamento di situazione non è dovuto esclusivamente al nuovo Balance of Performance.
Dalle pianure del Qatar al piccolo Nurburgring
In Italia Porsche sconta per la 963 un Balance of Performance più limitante, sulla base delle evidenze emerse a Lusail intorno i grandi progressi compiuti durante l’inverno. La vettura di Zuffenhausen vede ridursi il suo vantaggio di peso rispetto alla Toyota e soprattutto alla Ferrari, perdendo qualcosa anche rispetto alla potenza massima. Il ridimensionamento delle Porsche dipende però anche da altri fattori.
Il Qatar era una delle piste con l’asfalto più livellato del calendario, consentendo ai team di avvicinare le vetture al suolo per estrarre il massimo carico aerodinamico dalla superficie. Imola, invece, è piena di dossi e cordoli alti che vanno aggrediti con decisione, destabilizzando l’altezza della vettura. “Il controllo della piattaforma su cordoli e dossi È sicuramente un’area su cui lavorare“ammette Kevin Estre, secondo a fine giornata con il n.6 ufficiale. “Abbiamo senza dubbio un ritardo nelle prestazioni rispetto ad altre macchine.”
Già alla 12 Ore IMSA di Sebring, la 963 non si è presentata allo stesso livello della concorrenza sui dossi della Florida. Nemmeno i prossimi appuntamenti in calendario saranno facili da questo punto di vista, pur essendo meno difficili di Imola. “Le Mans non è liscia come il Qatar“, Continua Estre. “È vero, anche lì ci sono curve veloci, ma bisogna attaccare i cordoli e parte della pista è piuttosto sconnessa, mentre a Lusail non era affatto così. Anche l’asfalto è molto diverso. La spa è nel mezzo. All’Eau Rouge c’è anche la necessità di smorzare e controllare le variazioni di altezza della vettura, mentre in Qatar il problema non si è posto. Vedremo”.
Sfide diverse
A Imola, inoltre, passa in secondo piano un aspetto in cui Porsche aveva fatto la differenza durante la gara inaugurale: “In Qatar è stato difficile mettere le gomme nella finestra operativa correttacosì come andare abbastanza veloce all’inizio dello stint per evitare di danneggiare troppo la gomma”, aggiunge Estre. La pista del Qatar ha poi premiato i progressi fatti da Porsche nelle curve ad alta velocità: “Certamente abbiamo fatto un passo avanti nelle curve veloci rispetto all’anno scorso. […] Il Qatar dimostra che siamo forti su questo tipo di piste e Le Mans è più vicina di Imola”.
Rallentamenti critici
A Imola, oltre all’assenza di curve veloci e all’abbondanza di dossi, c’è un altro aspetto che riduce la competitività della Porsche: “In frenata non siamo secondi rispetto agli altri LMDh, ma alcune Hypercar sono migliori di noi”spiega Estre. “L’anno scorso, quando la Toyota voleva superarci, colpì decisamente il punto di frenata. Al momento non possiamo farlo e non sono sicuro che lo faremo maiè un concetto diverso di macchina.”
Secondo l’alfiere Porsche la differenza sta tutta nella diversa architettura tra le due piattaforme: “In un LMDh abbiamo il motore elettrico al posteriore, mentre gli LMH possono rigenerarsi dall’asse anteriore e questo fa una grande differenza in frenata. Quando guardo le gare e i tempi in alcuni settori, ho l’impressione che loro riescano a frenare e a entrare in curva meglio di noi”. Oltre al BoP, sono quindi diverse le ragioni che spiegano il ridimensionamento delle 963 sulle sponde del Santerno, che comunque nelle prove libere di venerdì pomeriggio hanno dimostrato di avere il potenziale per sfidare Ferrari e Toyota per la vittoria.
