«Contro il Livorno i miei Blacks Faenza dovranno essere liberi di mente» – .

«Contro il Livorno i miei Blacks Faenza dovranno essere liberi di mente» – .
«Contro il Livorno i miei Blacks Faenza dovranno essere liberi di mente» – .

Valerio Roilla
Coach Garelli, l’avversaria del girone play-off non le è indifferente. Alla Libertas Livorno ha allenato solo un anno, quello prima di arrivare a Faenza, ma è stata una stagione particolare, perché il club era appena tornato nel basket che conta, lei era da qualche anno che non andava in panchina, era la stagione del post-Covid e giunta all’atto finale. Cosa le hai lasciato?
«È stata un’annata sui generis. La passione viscerale si sentiva in città e sui media, ma giocavamo in uno stadio da 8.500 spettatori sempre vuoto a causa delle norme anti-Covid, fatta eccezione per le 500 presenze consentite nell’ultimo periodo. Dal punto di vista sportivo è andata molto bene: la Libertas aveva appena acquisito i diritti della Serie B e non era facile raggiungere subito risultati come la finale di Coppa Italia e giocarsi fino in fondo la promozione. A fine anno avrei avuto il contratto per un’altra stagione, ma nonostante i buoni rapporti con dirigenza e tifosi, non c’è stata condivisione di progetti tra me e il presidente, e ho preferito non iniziare un campionato con differenze marcate che avrebbe potuto portare a grossi problemi. Sono comunque rimasto legato all’azienda e credo che sarò accolto bene”.
E se quella è stata una stagione per certi versi unica, quella che sta vivendo ai Blacks, per ora, non è stata diversa. Forse c’è ancora un finale da scrivere per dare alla storia?
«Eravamo dentro un frullatore. Personalmente, prendere il posto di chi mi aveva sostituito è stata un’esperienza che mi è mancata e che credo pochi possano vantare. Fui richiamato con l’obiettivo di raggiungere i playoff che, visto il calendario molto duro che restava, erano in serio dubbio. La rosa è stata costruita per cercare di ambire ai primi quattro posti del girone: sappiamo che nella nostra versione migliore potremo competere con le squadre più importanti, ma dovremo pensare in termini di serie e non di singole partite, per essere uno scomodo settimo seme. E non stupitevi dell’ambiente, della loro solidità e aggressività. La pausa, introdotta per la prima volta tra stagione regolare e playoff, ha interrotto il nostro trend positivo, e c’è sempre l’incognita su come sarà la ripresa, ma ci tuffiamo subito in un bel clima: sarà come uno schiaffo per svegliarci subito”.
Quanto è forte la Libertas Livorno che affronterai, se la confrontiamo con le migliori del tuo girone, come Roseto o Ruvo di Puglia?
«Non solo i pareri, le rose, gli investimenti e i numeri dei tifosi, ma anche i risultati della Coppa Italia, hanno dimostrato che il girone A quest’anno aveva qualcosa in più. Ci siamo imposti di affrontare subito l’eccellenza, con il peggior avversario possibile: una squadra che ha vinto due derby davanti a ottomila persone, che non ha mai fallito contro rivali di primissimo livello. La loro è la miglior difesa dell’intero campionato: tosta, intensa, che si mette le mani addosso. Sicuramente non riusciremo a batterli facendo 90 punti. Abbiamo regole difensive simili alle loro, anche se loro le hanno applicate in modo più efficace. Se riusciamo a ridurre questo divario e a giocare con fiducia in attacco, aumenteremo le nostre speranze”.
C’è qualcosa che stai vedendo adesso all’interno della tua squadra che non vedevi a inizio stagione, che magari ti fa sperare nella possibilità di sovvertire il pronostico?
«Al mio rientro ho chiesto ai ragazzi disponibilità al sacrificio e voglia di mettersi in gioco, lasciando andare il freno a mano della paura tortuosa, che era la costante che non ci permetteva di esprimerci al meglio. Ci siamo riusciti parecchio, anche se non con continuità, e le quattro vittorie sono arrivate perché il gruppo ha giocato con un atteggiamento più spensierato, senza pensare troppo, lasciando prevalere le caratteristiche tecniche piuttosto che il pensiero tattico di quello che poteva succedere. Non è un caso che la vittoria più difficile sia stata contro il Bisceglie, quando eravamo favoriti e non potevamo sbagliare. L’attesa eccessiva ci ha fatto giocare serrati ad inizio stagione e l’infortunio di Tomasini ha influito sul momento negativo, rosicchiando la nostra fiducia, facendo prevalere la tensione. Che ora resta, essendo ai playoff, ma dovremo incanalarlo sul fatto che giochiamo contro una grande squadra, in un ambiente carico. Possiamo uscirne solo giocando liberi mentalmente e, a livello tecnico, con un approccio difensivo di alto livello”.

 
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