in Italia oltre 31mila casi all’anno con variazioni genetiche – .

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Ogni anno in Italia oltre 31mila nuovi casi di cancro sono legati ad alterazioni di geni coinvolti nell’insorgenza e nello sviluppo delle neoplasie. I più frequenti sono: cancro al seno (5.500), cancro al colon-retto (2.800), cancro ai polmoni (2.200), cancro alla prostata (2.100) e cancro al pancreas (2.045).

Negli ultimi anni si è assistito ad un sostanziale cambiamento nella pratica clinica degli oncologi per quanto riguarda l’importanza attribuita soprattutto ad alcune varianti genomiche patogenetiche associate a numerose neoplasie, con una crescente necessità di valutarle già al momento della diagnosi e non solo in fase avanzata di malattia.

È necessario, quindi, adottare nuove tecnologie per eseguire i test genetici in modo più efficiente, con una riduzione dei tempi di esecuzione dei test e minori disagi per i pazienti e le loro famiglie. Da qui la necessità di attuare la “personalizzazione” degli strumenti diagnostici e terapeutici antitumorali.

“La medicina di precisione è un’innovazione sorprendente e deve cambiare il nostro approccio a oltre 200 malattie oncologiche”. Questo è quanto ha dichiarato oggi il Prof. Paolo Marchetti (Presidente della Fondazione per la Medicina Personalizzata-FMP) in occasione dell’apertura dell’ 4° Summit Italiano sulla Medicina di Precisioneun evento internazionale che riunisce a Roma oltre 150 partecipanti provenienti da tutta Europa e dagli Stati Uniti per confrontarsi sulle prospettive future dell’oncologia di precisione e soprattutto sulla sua applicazione nel mondo reale.

“L’impatto dei tumori è sempre più forte nei diversi sistemi sanitari nazionali – sottolinea il prof. Marchetti-. Solo in Italia rappresenta la seconda causa di morte e il 29% di tutti i decessi. Nel complesso, colpisce più di 3 milioni di persone che attualmente convivono con una precedente diagnosi di cancro. Se i tassi di sopravvivenza stanno migliorando è anche grazie alla medicina personalizzata e di precisione.

L’identificazione di varianti patogenetiche di alcuni geni è importante in tutte le fasi della malattia oncologica, dalla diagnosi alle fasi metastatiche, senza dimenticare che alcune di queste alterazioni possono orientare percorsi di prevenzione più efficaci ed efficienti, concentrando indagini spesso ad alto costo nelle persone a rischio dell’insorgenza della malattia dovuta alla presenza di specifiche alterazioni genomiche. È così possibile ottenere una prevenzione efficace con interventi terapeutici precoci e anche una selezione più accurata delle terapie. Ora è possibile coniugare una migliore assistenza medica con la garanzia della sostenibilità dei sistemi sanitari”.

L’incontro di Roma, promosso da Fondazione per la Medicina Personalizzata, prevede cinque diverse sessioni in due giorni con i più importanti esperti internazionali di oncologia di precisione. “Sono tre le novità più importanti a cui assistiamo e che porteranno ad una vera e propria rivoluzione nei prossimi anni – prosegue il prof. Marchetti-. La prima riguarda la riprogettazione degli studi clinici anche attraverso l’utilizzo dell’intelligenza artificiale.

Gli studi devono essere ripensati alla luce delle opportunità offerte dalle tecnologie informatiche innovative. Siamo in grado di acquisire e analizzare un’enorme quantità di informazioni per ottenere nuovi insight sulle interazioni tra sistemi complessi su cui basare nuove opportunità terapeutiche”.

“La seconda novità è rappresentata dai farmaci coniugati con anticorpi – aggiunge il prof. Giuseppe Curigliano, Professore ordinario di Oncologia Medica presso l’Università degli Studi di Milano e Direttore della Divisione Sviluppo di Nuovi Farmaci per Terapie Innovative presso lo IEO di Milano -. Hanno un meccanismo d’azione che funziona come un “cavallo di Troia” in cui il farmaco è legato a un anticorpo che riconosce selettivamente le cellule tumorali. Solitamente sono terapie ben tollerate e vengono utilizzate per patologie molto comuni. È il caso del tumore al seno che da solo rappresenta un terzo di tutti i tumori femminili. I nuovi studi clinici si stanno concentrando sulla possibilità di utilizzare nuovi anticorpi o sulla combinazione di diversi farmaci antineoplastici”.

“L’ultima frontiera della medicina di precisione è lo studio delle interazioni tra “sistemi complessi” – prosegue il prof. Marchetti-. Finora abbiamo affrontato solo marginalmente il problema della complessità del cancro, con scarsa capacità di trasformare questa conoscenza in saggezza clinica.

Con nuovi sistemi di analisi, basati sul machine learning e sull’intelligenza artificiale, potrebbero emergere ulteriori informazioni per valutare i meccanismi di resistenza. Ad esempio, l’immunoterapia è spesso efficace contro malattie complesse come il melanoma, il cancro ai polmoni o il cancro alla vescica. In altri casi, invece, si rivela inutile: può dipendere da tanti fattori, tra cui il ruolo del microbiota o la somministrazione di altri farmaci per patologie concomitanti.

L’analisi di questi aspetti richiederebbe studi ad hoc di fase 3, ma è impossibile condurre una ricerca clinica per ogni singola variabile. Anche in questo settore un aiuto arriva dall’intelligenza artificiale che sarà in grado di far emergere i diversi fattori interferenti”. “Anche la dose della terapia deve essere adattata al singolo paziente – prosegue il prof. Curigliano-. A partire dagli anni ’50, l’uso dei farmaci antitumorali ruota attorno al concetto di “dose massima tollerata”. Si passa ora a quella della “dose biologica ottimale” che deve tenere conto, per quanto possibile, di tutte le specifiche condizioni individuali sia a livello clinico che psicologico”.

“La medicina di precisione, quindi, sta cambiando radicalmente la ricerca oncologica, creando molte aspettative – conclude il prof. Marchetti-. Allo stesso tempo sta generando problemi tecnici, scientifici, etico-giuridici e perfino economici. Stiamo assistendo ad un rallentamento nella trasposizione dei principi della medicina personalizzata nella pratica clinica quotidiana. Per raggiungere la sua reale applicazione, è necessario sviluppare al più presto linee guida basate sull’evidenza e raccomandazioni per gli specialisti”.

 
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