La strada dei laghi Ghedina, a Cortina d’Ampezzo, è chiusa a causa del bostrico. Un’ordinanza del Comune prevede che da ieri, fino al 31 maggio, sarà vietato…
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La strada del Laghi GhedinaA Cortina d’Ampezzoè chiuso per scarabeo di corteccia. Un’ordinanza del Comune prevede che da ieri, fino al 31 maggio, sarà vietata la circolazione sia dei veicoli che dei pedoni sul sentiero che sale dal campeggio Olimpia di Fiames: nell’ambito del progetto da 187.940 euro che coinvolge anche San Vito di Cadore, infatti, Veneto Agricoltura deve abbattere gli abeti colpiti dal temibile scarafaggio e in quel tratto «ci sono numerosi massi che potrebbero rotolare a valle», quindi va tutelata «l’incolumità delle persone». È solo uno dei tanti interventi promossi grazie alla sinergia tra Regione Veneto e Università di Padova, nel tentativo di contenere l’emergenza scoppiata dopo la tempesta Vaia, con i suoi 16 milioni di metri cubi di alberi crollati al suolo accelerato la proliferazione dell’insetto: «Ma ora con l’infestazione abbiamo ottenuto danni altrettanto ingenti», riferiscono i tecnici, alludendo al fatto che il bilancio drammatico del 2018 è destinato a essere superato.
Come combattere lo scarabeo della corteccia
Il calcolo esatto non è ipotizzabile, tuttavia la stima di perdite pari a quelle causate dall’uragano può essere dedotta dal monitoraggio satellitare, i cui risultati annuali sono visibili su una mappa georeferenziata, attiva su richiesta della Regione (con l’Agenzia Fitosanitaria, Unità forestali e forestali, Servizi forestali), Università (con il Dipartimento Territorio e Sistemi Agroforestali) e Agricoltura Veneto (con il Sistema Idraulico-Forestale). Un’indagine onerosa e complessa, nella quale il trappole a feromoniutile più per controllare la densità che per catturare esemplari di Ips tipografo: gli esperti spiegano che «per la lotta attiva ne servirebbero almeno 30 per ettaro», ma si tratterebbe comunque di una sfida impari, considerato che ogni pianta viene attaccata in media «da 60-70.000 individui». Non è un caso che i rilevamenti del 2023 attestino quantità “4-5 volte superiori alla soglia di allarme”, cioè il livello dal quale bisogna iniziare a preoccuparsi, che evidentemente è già stato ampiamente superato. E la tendenza non sembra certo incanalata verso un miglioramento, in tempi di cambiamenti climatici: «Quest’anno ci è stato fatto notare che la comparsa degli insetti è stata anticipata di 2-3 settimane. Con la pioggia e il freddo di questi giorni il fenomeno si è momentaneamente interrotto, ma riprenderà con il caldo e il sole. Per favorire la presenza di predatori e antagonisti servirebbe un andamento climatico favorevole alle conifere e sfavorevole al bostrico, ma questa è una condizione sempre più difficile in annate che vedono primavere molto piovose ed estati molto secche”.
Alberi abbattuti nelle Dolomiti
In attesa di tempi migliori, gli alberi infestati vengono abbattuti, ma con moderazione. «Ci sono zone dove gli traslochi sono facili e utili, dice l’assessore regionale Gianpaolo Bottacin (Ambiente), perché l’accesso è semplice. Ma ci sono anche luoghi dove non si può arrivare nemmeno a piedi, o dove l’intervento provocherebbe danni ancora maggiori per il rischio di provocare una valanga o di stressare piante sane”. Il 13 maggio scade il bando regionale per l’accesso ai contributi per interventi di riforestazione nelle aree interessate.
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Il Gazzettino
Tag: Cortina strada chiusa tagliata interessata abete rosso alberi