Serie A | Cinque ragioni per cui l’Inter è campione d’Italia – .

Serie A | Cinque ragioni per cui l’Inter è campione d’Italia – .
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L’Inter è campione d’Italia. Un titolo annunciato da tempo, considerato il dominio incontrastato dei nerazzurri in campionato, ma non per questo meno importante per un club che, al terzo tentativo, è riuscito a raggiungere il tanto ambito traguardo della seconda stella. E lo ha fatto davanti agli “odiati” cugini del Milan.

Infine Simone

Questa volta non poteva proprio sbagliare. Un vero sopravvissuto alla panchina. Due anni fa, infatti, i tifosi nerazzurri lo avrebbero sacrificato volentieri sull’altare della terribile sconfitta subita dal Milan che gli valse lo scudetto.

E sono non pochi i tifosi dell’Inter che ancora oggi non riescono a digerirlo. Tuttavia, i suoi meriti nella continua evoluzione della sua squadra sono innegabili.

Una stagione perfetta in campionato e segnata solo dall’evitabile, come ha dimostrato il Borussia Dortmund, la sconfitta subita al Metropolitano contro l’Atlético Madrid ai rigori.

Anche lì, però, l’Inter aveva dimostrato di essere superiore a un rivale con fama di pezzo forte in Europa e senza i grossolani errori sotto porta commessi all’andata, l’Inter sarebbe almeno entrata per il ritorno. anno consecutivo tra i migliori otto del vecchio continente. L’obiettivo principale quest’anno, però, era lo scudetto e, così, Simone Inzaghi ha compiuto la sua missione.

Da capitan Lautaro a un super Calha

A far scoccare la scintilla dentro Lautaro Martínez è stato il ritorno, nell’estate del 2022, di Romelu Lukaku. Nonostante la pessima stagione al Chelsea, infatti, Big Rom era tornato al Milan con lo status di salvatore della Patria.

E sì, perché in sua assenza il Milan aveva vinto lo scudetto, strappandolo ai nerazzurri. E fu proprio in quel momento che il capitano nerazzurro capì che sarebbe dovuto diventare il vero leader della squadra a partire dalla fascia che portava al braccio. E anche in questo caso, missione compiuta con obiettivi

I gol del capitano

Punteggio flash

L’altro grande trascinatore della sua squadra, Simone Inzaghi, lo aveva a centrocampo: Hakan Calhanoglu divenne presto un grande rimpianto per i tifosi del Milan che non hanno mai capito perché il loro club si è lasciato scappare uno dei migliori centrocampisti al mondo.

Anzi, secondo lui, i migliori di sempre: “I migliori centrocampisti al mondo? Enzo Fernandez quinto, Kimmich quarto, Kroos terzo, Rodri secondo, io primo. Perché sono il migliore? Perché gli obiettivi sono quello che faccio io, gli altri no“.

Hakan non ha dubbi

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Senza storia

Quando l’Inter ha capito che nessuno poteva evitare il suo trionfo quest’anno? Beh, praticamente subito. Infatti, lo scorso 16 settembre La squadra di Simone Inzaghi ha dato uno schiaffo molto doloroso al Milan.

Rossoneri che quasi sicuramente chiuderanno il campionato al secondo posto, anche se la vera rivale dell’Inter, almeno nella prima parte di stagione, è stata la Juventus.

La mano nell’andata del derby

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I bianconeri restano in scia fino alla sconfitta nel Derby d’Italia, da cui ancora non sembrano essersi ripresi del tutto a Torino. L’altra prova di forza dei nerazzurri è arrivata poco dopo, a Roma, grazie al trionfo in rimonta contro la banda De Rossi.

In generale, però, l’Inter naviga con il vento in poppa già dalla scorsa estate, riuscendo a creare il vuoto anche perché alle spalle le inseguitrici non si sono mai veramente dimostrate degne di una leader del campionato da 100 punti.

Tutti all’attacco

Il merito più grande di Simone Inzaghi è stato quello di essere riuscito a togliere al 3-5-2 l’etichetta di modulo difensivo, scommettere su un gioco offensivo e costruire una squadra capace di difendere e attaccare come un’unità.

Particolarmente decisivo, in questo senso, è il dinamismo di Alessandro Bastoni e Benjamin Pavard che, oltre a rappresentare due veri e propri baluardi difensivi della squadra campione d’Italia, si sono rivelati fondamentali in attacco.

COME? Ebbene, grazie alla loro presenza costante nel centrocampo avversario, per l’Inter è stato così Creare superiorità numerica vicino all’area di rigore avversaria è un gioco da ragazzi, diventando una squadra letale. Almeno in Serie A.

Lo stemma nerazzurro

Profimedia

La mano di Beppe

Come era già successo con Antonio Conte, il suo passato da juventino gli ha pesato molto. Tuttavia, Beppe Marotta si è dimostrato più fedele e prezioso dell’allenatore pugliese.

Vero specialista nel fare di necessità virtù, ha migliorato la squadra anno dopo anno, nonostante gli ottimi trasferimenti a cui è stato costretto per ragioni di bilancio.

Bravo e fortunato anche a puntare su Simone Inzaghi quando tutti chiedevano la sua testa. Fu lui a difenderlo fino alla fine, un po’ perché non aveva i soldi per mandarlo via, un po’ perché ha sempre creduto davvero in lui.

 
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