Lavori in Biologia, l’azienda vince al TAR contro l’Università di Padova – .

Lavori in Biologia, l’azienda vince al TAR contro l’Università di Padova – .
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Lavori bloccati da un anno e mezzo nell’ala est del complesso di Vallisneri Biologia, ora l’impresa aggiudicataria dell’appalto ha vinto il Tar contro l’Università di Padova.

Si tratta della società Altamura Onofrio e Figli srl di Bitonto nel Barese che, difesa dall’avvocato Giovanni Nardelli, si era opposta al rifiuto di esaminare ed estrarre copia integrale degli atti e della documentazione relativa alla gara stessa, compresi nuovi costi e progettazione.

Ora i giudici amministrativi hanno accolto il ricorso e hanno ordinato all’Università di consentire l’accesso ai documenti richiesti entro 30 giorni dalla notifica della sentenza pronunciata pochi giorni fa. Inoltre, in caso di ulteriore inosservanza, il prefetto di Padova veniva nominato commissario ad acta.

L’Università è stata condannata al rimborso delle spese processuali in favore del ricorrente, fissate in euro 1.500 oltre spese.

Per comprendere la storia occorre fare un passo indietro. L’impresa di Altamura si è aggiudicata nel novembre 2020 (firma del contratto a febbraio 2021 con riduzione del 25%) l’appalto di restauro per circa 3 milioni di euro del complesso Vallisneri (trasformazione di ex spazi didattici per attività di ricerca) ma ben presto rileva e contesta che la il progetto presenta delle carenze, ovvero non include il lavoro che deve essere svolto.

In pratica l’azienda spende circa 700mila euro in più ed è esposta ben oltre il 20 per cento del totale complessivo, che di solito rappresenta la quota massima, arrivando a superare il 50 per cento. Il braccio di ferro inizia con l’Università che non approva la stima dei nuovi costi e non consente l’accesso ai documenti aziendali. I lavori sono interrotti parzialmente da marzo 2022 e completamente da novembre 2022.

«Secondo quanto sostenuto dal ricorrente», scrivono i giudici nella sentenza, «il contratto è apparso da subito praticamente ineseguibile per molteplici criticità, determinate dall’erronea progettazione originaria confluita in quella esecutiva, alla quale è stato si aggiungeva l’inerzia della stazione appaltante per la risoluzione del problema. In questo senso sarebbero indicativi sia le riserve scritte nei documenti contabili sia l’intenso scambio epistolare tra le parti, aspetti propedeutici all’instaurazione di un separato procedimento. È emersa l’esigenza che la committenza avvii l’istruttoria per la predisposizione di una perizia di variante in corso d’opera e per una modifica al contratto”.

Sempre secondo quanto scritto dai giudici, la direzione lavori ha ordinato all’impresa di eseguire alcune opere oggetto della perizia che non sono mai state consegnate all’impresa. Da qui l’accoglimento del ricorso. Nel frattempo il lavoro resta fermo.

 
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