Cave di Carrara, Legambiente e cavatori uniti contro la prepotenza dei padroni – .

«Esprimiamo tutta la nostra solidarietà ai marmisti che, rischiando la vita in un contesto difficile, non meritano di essere disprezzati e offesi»

[23 Aprile 2024]

Se non fosse tragico sarebbe comico: parliamo dello sconcertante “sipario” trasmesso da Report che ha visto protagonista (involontariamente, ovviamente) il presidente di una società quotata in Borsa che fattura decine di milioni e realizza profitti da capogiro. e una “spalla” d’eccezione incarnata dal vicepresidente di Assindustria.

In prima serata nazionale, su una televisione di Stato, senza vergogna, questa sedicente classe “imprenditoriale” ha gettato definitivamente la maschera e ha mostrato il suo vero volto, arrogante e sprezzante, che definisce “deficienti” coloro che sono morti e feriti sul lavoro: il vero deficit – non solo di umanità e compassione ma della stessa cultura imprenditoriale – risiede in coloro che non solo sembrano ignorare completamente il dettato costituzionale (“L’iniziativa economica privata è libera. Non può essere realizzato in contrasto con l’utilità sociale o in modo tale da arrecare danno alla salute, all’ambiente, alla sicurezza, alla libertà o alla dignità umana.“, arte. 41) ma si dimostra del tutto inconsapevole del fatto che è un preciso obbligo delle aziende garantire la sicurezza sul lavoro anche ricordando ai lavoratori, se necessario, di rispettare tali regole – non sparando come un cecchino e tanto meno chiamandoli “imbecilli”. ”.

Per inciso: dato che la società Fum ha certificato il proprio sistema di gestione secondo la norma ISO 45001, sarà nostra cura portare le dichiarazioni del suo presidente all’attenzione dell’ente certificatore e di Accredia affinché possano valutare se il suo approccio al tema della la salute e la sicurezza sul lavoro sono compatibili e coerenti con tale certificazione.

Oggi esprimiamo quindi tutta la nostra solidarietà ai marmisti che, rischiando la vita in un contesto difficile, non meritano di essere disprezzati e offesi da un imprenditore arrogante, e da una Confindustria affettuosa (“Albi…”) e compiacenti. Per questo Legambiente sarà presente anche al raduno dei sindacati della pietra, in occasione della giornata di sciopero, giustamente chiamata.

Noi saremo lì, al fianco di questi lavoratori che forse oggi hanno la chiara dimostrazione che i “nemici” dei cavatori non siamo noi ambientalisti ma i loro datori di lavoro (oggi ancora e sempre più “padroni”) che, tra profitti e rendite finanziarie, privano doppiamente il comunità di una risorsa che gli appartiene: sul piano delle risorse naturali e su quello delle risorse economiche.

Abbiamo però un timore: cioè che il sistema politico, istituzionale e amministrativo – oggi indignato e impegnato – perda di vista il punto centrale (quello dello sfruttamento, appunto) e si concentri solo su ciò che presto potrebbe essere archiviato, liquidato. , come uno “scherzo sfortunato” o una “dichiarazione estorta” in onda.

Politici e istituzioni locali dicano finalmente che non c’è più tempo per fare equilibrismi, soccombendo al ricatto “economico” (del contributo di escavazione, della tassa sul marmo, del sistema produttivo reso fragile dalla monocultura dell’escavazione). Dicano finalmente ai cittadini che questo modello di sviluppo (e di “fare impresa”) non può più essere tollerato.

Dicono che le cave di Carrara hanno ragione di esistere solo se riescono a minimizzare gli impatti ambientali e a massimizzare l’occupazione. Per fare questo è necessario un modo diverso di gestire lo scavo, con una reale tutela dell’ambiente e della vita umana, e che favorisca davvero la filiera, tendendo al lavoro in cantiere per tutta la produzione di blocchi, che deve essere aumentata in percentuale rispetto a scaglie, ma riducendo le quantità totali scavate a livelli sostenibili.

Dicano, senza pretese e senza cavilli, che tutte le cave devono essere pubbliche e che i profitti stratosferici, di cui Report ha fatto conoscere l’intero Paese, non possono e non devono più essere appannaggio di poche famiglie, ma devono essere finalmente ridistribuiti a vantaggio di tutta la città.

di Legambiente di Carrara, Massa-Montignoso, Versilia

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