Cgil e FP Toscana contro la scelta del Governo. Appello alla Regione – .

Cgil e FP Toscana contro la scelta del Governo. Appello alla Regione – .
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“Nel Pnrr, l’ennesimo attacco del Governo alle donne. Per questo diciamo no all’inserimento nel decreto attuativo del Pnrr, già approvato alla Camera, di un articolo che favorisca la presenza di associazioni anti-aborto nelle cliniche e chiediamo alla Regione Toscana di non dare seguito questa decisione sbagliata. In Toscana no, lo dice forte la Regione, tenete gli antiabortisti fuori dalle cliniche”: lo dicono Paola Galgani e Gessica Beneforti (segreteria Cgil Toscana) che saranno presenti alla protesta CGIL-UIL davanti alla Senato a Roma questo pomeriggio.

Galgani e Beneforti ricordano che “solo poco tempo fa il Parlamento europeo ha approvato una risoluzione non vincolante per includere l’aborto tra i diritti fondamentali dell’Ue, chiedendo di vietare i finanziamenti ai ‘gruppi anti-genere e anti-scelta’” e che “ il Pnrr avrebbe dovuto avere il compito di migliorare le condizioni di vita e di lavoro delle donne. Niente di questo. Non possiamo accettare che il governo continui nel suo ormai chiaro intento di attaccare la libera scelta delle donne riguardo al proprio corpo”.

Il no di Bruno Pacini (FP Cgil Toscana): “Fanno danni a donne e lavoratori, pronti a mobilitarci”

La possibilità di ingresso nelle cliniche pubbliche di associazioni di volontariato, in particolare di carattere reazionario, antiabortista e fortemente ideologiche come Pro Life, crea un danno non solo alle donne che si rivolgono a quelle cliniche, ma anche agli operatori sociali – operatori sanitari che vi lavorano.

Le campagne promozionali e i manifesti con messaggi volti a suscitare emozioni violente e mortificazione nelle donne creano confusione e paura anche tra chi lavora all’interno delle cliniche, la maggioranza dei quali sono operai.

Sono messaggi scorretti, che si basano su contenuti non scientifici e mistificanti, manipolando contenuti etici e utilizzando immagini di embrioni/bambini senza alcuno scrupolo.

Diffondono dubbio e ignoranza facendo leva su reazioni viscerali e mancanza di consapevolezza, aumentano l’aggressività e creano un clima in cui è a rischio la salute e la sicurezza dei lavoratori. Un attacco violento a tutte le donne, e ANCHE a chi lavora all’interno delle cliniche.

L’equipe principale composta da ostetriche, ginecologi, psicologi e assistenti sociali è presente ovunque negli ambulatori della Regione Toscana.

Con la delibera 674/03 l’RT ha proposto un percorso di riorganizzazione degli uffici di consulenza, partendo dal rafforzamento dei team, fulcro della visione e della gestione delle consulenze.

All’interno dei Consulenti non c’è bisogno di figure prive di competenze tecniche e certificate!

Funzioni come l’ascolto, l’accoglienza, il sostegno richiedono una formazione specifica, anni di studio e un aggiornamento continuo: non possono essere svolte da figure che professano ideologie e tentano di forzare la volontà di una persona, con convinzione o dissuasione. La presenza di militanti Pro-life negli ambulatori, oltre ad essere lesiva dei diritti delle donne e della loro autodeterminazione, costituisce una denigrazione del lavoro svolto dai professionisti, in particolare assistenti sociali, psicologi e ostetriche, che lavorano ogni giorno per garantire che le donne che si rivolgono ai servizi siano ascoltate, accolte e sostenute.

Se vogliamo davvero dare sostegno alle donne in un momento delicato, dobbiamo potenziare il personale dei consultori e garantire la presenza di operatori nelle scuole di educazione sessuale, affettiva e sentimentale.

Per ridurre le interruzioni volontarie di gravidanza è fondamentale garantire i principali ambulatori ogni quarantamila abitanti, rafforzando il loro ruolo comunitario di informazione, prevenzione e sostegno: in Toscana, grazie alla delibera regionale 1251 che introduce la contraccezione gratuita all’interno degli ambulatori, abbiamo visto una sostanziale diminuzione delle ivg. Il tentativo di introdurre temi anti-aborto nelle cliniche mira a distruggere il sistema socio-sanitario che rappresenta uno dei presidi più importanti per la salute della donna, in ogni fase della sua vita.

Come Fp CGIL non permetteremo che gli operatori che lavorano nei consultori siano esposti a una denigrazione della loro attività e a rischi di aggressione e non accettiamo che la professionalità degli assistenti sociali e degli psicologi venga messa in discussione attraverso una distorsione della Legge 194.

Siamo pronte a mobilitarci, in difesa di tutte le donne e in difesa degli ambulatori come luoghi della comunità.

Bruno Pacini, segretario generale della Fp CGIL Toscana

Ufficio Stampa CGIL Toscana e Firenze

Tag: antiabortisti cliniche CGIL Toscana Governi scelta Appello Regione

 
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