«Tutti in piazza il 25 aprile. Non sono un eroe né un profeta” – .

«Tutti in piazza il 25 aprile. Non sono un eroe né un profeta” – .
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DiGianni Santucci

Lo scrittore e le polemiche per il monologo che avrebbe dovuto leggere alla Rai: «Ho visto in prima persona cosa significa subire sdegno, aggressione verbale, denigrazione da parte di esponenti del governo e tifosi bianconeri»

Questione di numeri. 1.800 euro? 1.500? Quanto costa?Intervento in Rai? Gettone, compenso, cachet? «In questi giorni ho toccato con mano cosa vuol dire soffrire l’insulto, l’aggressione verbale, la denigrazione da funzionari governativi e sostenitori della squadra”. Quei numeri hanno qualcosa a che fare con questo. Indirettamente, come strumento di depistaggio, sostiene alla fine Antonio Scuratiautore della Trilogia M., premio Strega nel 2019, autore del discorso scomparso dello spettacolo Chesarà… e, per ritorsione, ora candidato discorso più letti, ripetuti e celebrati del 2024: è successo, sostiene l’autore, perché «non accettano mai il confronto sull’argomento, ma lo spostano sistematicamente verso l’aggressione personale. “Vuoi troppi soldi”, “sei quasi un estorsore”, “sei avido”. Questo è un metodo fascista”.

Fondazione Feltrinelli di Milano, nel tardo pomeriggio di martedì, dibattito su “Come va la democrazia?”, sala gremita, decine di microfoni e telecamere, un alto sipario scuro dietro gli ospiti. La direttrice di Radio Popolare, Lorenza Ghidini, chiede a Scurati di agire un appello per la commemorazione del 25 aprile. E lo scrittore, che fino a quel momento aveva evitato ogni riferimento al Casus Rai (fino a schermarsi: «Non sono l’eroe di niente e di nessuno, tanto meno un profeta»), torna sui numeri: «Di fronte alla violenza, psicologica e verbale, c’è una sola possibilità di contrastare Esso. Le persone che usano idee, che non siano violente, brutali e diffamatorie, restano unite e oppongono i numeri alla forza, che altrimenti sarebbe preponderante”. Perché “prevale un violento contro un non violento. Prevalgono dieci violenti contro cento non violenti, non c’è alcun modo. La storia del fascismo di cent’anni fa lo dimostra”. Dunque, l’esortazione: «Il motivo per cui vi invito calorosamente a scendere in piazza il 25 aprile è che, oggi più che mai, diventa importante farlo ancora, come prima».

Il «caso Scurati» è arrivato martedì nel cda Rai su richiesta dei consiglieri Francesca Bria (Pd) e Davide Di Pietro (dipendenti). La presidente Marinella Soldi sarebbe intervenuta per evidenziare i danni arrecati all’azienda e per chiedere celerità nell’indagine condotta dall’amministratore delegato RobertoSergio. I gruppi dell’opposizione hanno invitato il premier Giorgia Meloni a intervenire in aula per chiarire se ci fossero state ingerenze da parte del governo.

Il più ampio intervento dello scrittore su populismo e democrazia si conclude con l’analisi della “deriva fascista: ciò che doveva ritornare è già tornato, ed è qui”. Scurati invece pronuncia in piedi le ultime parole dell’appello finale; si rende conto che davanti a questo pubblico, in qualche modo, «sta predicando ai convertiti»; poi sorride, stringe la mano. Lo scrittore sarà in piazza a Milano, come sempre, il 25 aprile. L’Anpi e il sindaco Giuseppe Sala stanno lavorando per averlo sul palco.


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23 aprile 2024 (modifica 23 aprile 2024 | 22:48)

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