«Pur essendo sieropositivo, non era e non è contagioso» il giovane che, denunciando di essere stato vittima di violenza sessuale, ha avviato un’indagine dalla quale è emerso che si avvicinava per strada a sconosciuti per avere rapporti sessuali. E tutto senza utilizzare alcuna protezione e senza che i partner fossero a conoscenza del suo stato sierologico. Si trattava spesso di persone molto più anziane di lui, in molti casi sopra i sessant’anni.
Ma al di là di questo dettaglio, quello che desta non poche preoccupazioni è il rischio di trasmettere la grave infezione che gli è stata diagnosticata: quella che poi degenera col tempo in Aids.
Positivo ma non contagioso
Sembra però che questo pericolo sia stato scongiurato. Infatti, da quanto riportato nelle relazioni del Dipartimento di Medicina Interna dell’Unità Operativa di Malattie Infettive dell’Ospedale Bufalini, risalenti a pochi mesi fa, il paziente risultava “in TARV con ottimo stato immunologico e non rilevabile viremia”. In parole più semplici – sottolineano gli avvocati Eleonora Montaletti, che lo difende, e Tanja Guidone, che si occupa di lui come amministratrice di sostegno – non è contagioso.
Può sembrare strano ai non addetti ai lavori, dopo i ripetuti avvertimenti sul pericolo di ammalarsi in caso di rapporti non protetti con persone sieropositive. Specialisti del settore spiegano invece che non c’è rischio di trasmissione sessuale del virus se la viremia non è rilevabile attraverso i test da almeno 6 mesi. E così – spiegano gli avvocati Montaletti e Guidone – è nel suo caso, da quanto accertato in ospedale.
«Nessuna sollecitazione»
Inoltre, i due avvocati che assistono il 22enne, riguardo all’accusa di adescamento, sostengono poi che egli ha “categoricamente negato” di aver posto in essere condotte del genere. In particolare, ha riferito di “non aver mai sollecitato gente nel centro storico e di non averlo mai frequentato a tal fine”.
In questo periodo il giovane, seguito anche dai servizi psichiatrici, è ricoverato in strutture fuori dal cesenate.
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