Detenuto di San Michele tenta di ferire un agente con una lama di rasoio – .

ALESSANDRIA – Ancora un altro grave episodio è avvenuto ieri, martedì 23 aprile, nel carcere San Michele di Alessandria.

“Un detenuto di origine marocchina, intorno alle 13, si è recato dapprima presso l’ufficio della Sorveglianza Generale ma, non trovando nessuno, ha deciso di ribaltare un armadio situato all’interno della stanza”Lo riferisce Demis Napolitano, vicesegretario regionale per il Piemonte del Sindacato autonomo polizia penitenziaria. “Riportato la calma, il detenuto ha effettuato la prevista videochiamata ma, una volta terminata, è ritornato nello stesso ufficio di sorveglianza e, approfittando di un cancello utilizzato dal personale per il passaggio di servizio, si è gettato dentro. Ha tirato fuori una lametta e si è scagliato contro il poliziotto e solo la preparazione e l’attenzione del collega che è riuscito a disarmarlo la situazione non è degenerata e non ci sono state conseguenze peggiori”.

Interviene il segretario nazionale del SAPPE Piemonte, Vicente Santilli “Applauso pubblico del SAPPE al personale della Polizia Penitenziaria che con estrema professionalità ha evitato la commissione di un grave evento critico” e sottolinea che “l’evento è stato gestito al meglio dalla Polizia Penitenziaria, che paga pesantemente in termini di stress ed operazioni per questi gravi e continuati episodi critici. Attacchi, tafferugli, ferimenti al personale, nonché risse e tentativi di suicidio sono purtroppo all’ordine del giorno. Per noi è importante e urgente immaginare un nuovo modello di custodia”.

“Stiamo parlando di poliziotti che prestano servizio in sezioni al limite (e oltre…) delle condizioni minime di salubrità, che sono costretti a fare ore e ore di straordinario ogni giorno per far fronte ai compiti istituzionali, che non dispongono nemmeno degli strumenti utili per garantire la propria incolumità fisica, come il taser”, sottolinea il segretario generale della SAPPE, Donato Capece. Che chiede ancora una volta “misure urgenti”, a partire da “un inasprimento delle pene per i detenuti che aggrediscono il personale della Polizia Penitenziaria durante la permanenza e che sconta la pena in carcere” e le “espulsioni di tutti i detenuti stranieri in Italia, spesso protagonisti di ben più gravi eventi critici in carcere”.

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