Viaggio sulle orme dei Templari lungo la Via Emilia (video e foto) – .

Libri, la rivista (Alberto Cavazzoli, I Templari lungo la Via Emilia occidentale. Storia e leggende, CN editore, 2024, pp. 104, 15 euro).

Se volete intraprendere un viaggio sulle orme dei Templari lungo la Via Emilia occidentale, per conoscere le loro storie e leggende, questo è il libro che fa per voi.
Il testo si apre con le immagini delle restanti chiese templari che sorgono lungo l’asse della Via Emilia e nelle zone circostanti. Un itinerario che passa per Piacenza, Parma, Reggio Emilia, Modena e arriva a Bologna.

I Templari vivevano in terre «che si estendono lungo la Pianura Padana – scrive Cavazzoli – a conferma che i cavalieri non erano presenti solo in Terra Santa o in Francia: per almeno due secoli, infatti, fecero base sulla più grande arteria stradale del Emilia, proteggendola e portando in quei territori le straordinarie conoscenze acquisite in Terra Santa”.

E non mancano le leggende legate alla storia dei cavalieri avvolte «in un alone di mistero, narrazioni che ho raccolto durante i sopralluoghi nei siti templari situati tra Piacenza e Bologna e che parlano di tesori nascosti, riti segreti, del Santo Graal e altro» .
L’ordine dei Templari venne tragicamente soppresso il 13 ottobre 1307 e molti cavalieri del Tempio di Gerusalemme, sua denominazione completa, «furono arrestati, torturati e bruciati vivi. Alcuni di loro, però, sono stati assolti dalle accuse diffamatorie, mentre altri sono riusciti a fuggire e a nascondersi”.

Fondati presumibilmente nel 1119 o 1120, a partire dal 1131 cominciarono a stabilirsi a Messina, a Milano in Santa Maria del Tempio (1134), a Roma in Santa Maria in Aventino (1138) e a Piacenza, «uno dei primi insediamenti dell’ordine in Italia, probabilmente prima del 1160″. Questo primo insediamento, Santa Maria del Tempio, era considerato il “governo e la più importante sede dell’ordine in tutta l’Italia Settentrionale”. Sempre nel piacentino si trovava il palazzo di Cotrebbia Vecchia, avvolto da una leggenda secondo cui monaci cavalieri, al ritorno dalla Terra Santa, portarono un tesoro che comprendeva anche “un calice contenente il sangue sgorgato dal costato di Cristo”.
Proseguiamo il nostro viaggio per raggiungere – ma sulla nostra strada c’è anche Fiorenzuola d’Arda – Santa Maria del Tempio di Parma, città che ha un forte legame con i Templari. Sant’Ilario di Poitiers, infatti: “vescovo e teologo romano, è il suo protettore, uno dei santi più venerati dell’ordine dei Cavalieri del Tempio”, di cui oggi a Parma sono scarse le tracce. Nel parmense, poi, si trovano vestigia dei cavalieri anche a Cerro di Toccalmatto, Fontevivo e Cabriolo.

Proseguiamo il nostro pellegrinaggio per raggiungere Reggio Emilia, dove “molto probabilmente l’insediamento templare fu uno dei primi dell’ordine in Italia”. La presenza dei cavalieri nel territorio reggiano risale a prima del 1144. Dove li incontriamo? Nella chiesa di Santo Stefano a Reggio Emilia, sulla via Emilia, «dove – scrive Cavazzoli – l’occhio attento può ancora scorgere alcuni segni lasciati dai monaci-cavalieri» (video). Inoltre c’è anche una via dedicata ai Templari, “solo cinque città in Italia ne hanno una”. Altre tracce si trovano nella chiesa di Rivalta ea Mucciatella (Quattro Castella). Da qui proviene il «prezioso manoscritto Missale Vetus ad usum Templariorum» conservato nell’Archivio Capitolare della Cattedrale di Modena.

Ed eccoci, quindi, a Modena in San Giovanni, in via Masone, non lontano dalla cattedrale romanica «che, al centro del rosone della facciata principale, presenta una patente croce templare». Nel modenese esisteva anche la Casa Templare di Ponte Sant’Ambrogio, al confine con Bologna, ma “di questo insediamento oggi non rimangono tracce”.
Arriviamo così a Bologna, città che fu sede della “Provincia d’Italia o Lombardia” e “fu una delle più ricche precetture templari d’Italia”. Il complesso di Santa Maria del Tempio «era situato in Strada Maggiore tra Via Torleone e Vicolo Malgrado, agli attuali numeri civici 80 e 82 di Strada Maggiore». Oggi l’unica parte rimasta visibile è la Sala dei Cavalieri, datata 1294.

Il volume si chiude con il capitolo dedicato all’ordine religioso dei Cistercensi perché «non si può parlare dei Cavalieri Templari senza parlare dei Cistercensi, ordine con a capo Bernardo di Chiaravalle, grande sostenitore dell’ordine monastico cavalleresco e ispiratore della regola dei Poveri Cavalieri di Cristo» .

Ci fermiamo qui. Per scoprire tutto sui Templari che si insediarono lungo la Via Emilia occidentale non vi resta che leggere il libretto.

I nostri voti






 
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