I festeggiamenti del 25 aprile a Viterbo (VIDEO) – .

di ANNA MARIA STEFANINI-

VITERBO – Oggi, 25 aprile, si celebra in Italia l’anniversario della Liberazione d’Italia, per ricordare la liberazione del Paese dal regime fascista e dall’occupazione nazista dell’Italia durante la Seconda Guerra Mondiale. La celebrazione del 25 aprile è anche l’anniversario della Resistenza ed è dedicata al valore dei partigiani di tutti i fronti che, a partire dal 1943, contribuirono alla liberazione del Paese.

L’occupazione tedesca e fascista in Italia non finì in un solo giorno, ma il 25 aprile è considerata una data simbolica perché nel 1945 coincise con l’inizio della ritirata dei soldati della Germania nazista e dei soldati fascisti della Repubblica di Salò da le città di Torino e Milano, dopo che la popolazione si era ribellata e i partigiani avevano organizzato un piano coordinato riprendere il controllo delle città.

La decisione di scegliere il 25 aprile come “Giorno della Liberazione” (o come “anniversario della Liberazione d’Italia”) fu presa il 22 aprile 1946, quando il governo provvisorio italiano – il primo guidato da Alcide De Gasperi e l’ultimo del Regno d’Italia – ha stabilito con un decreto che il 25 aprile sia “festa nazionale”.

La data è stata fissata definitivamente con la legge n. 269 ​​del maggio 1949, presentata da De Gasperi al Senato nel settembre 1948. Da allora il 25 aprile è giorno festivo, come le domeniche, il 1° maggio, il giorno di Natale e la Festa della Repubblica, che cade il 2 giugno. La guerra in Italia però non finì il 25 aprile 1945: continuò ancora per qualche giorno, fino all’inizio di maggio.

In Italia formazioni partigiane si formarono dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943, per iniziativa di antifascisti e soldati del disciolto Regio Esercito. Composta inizialmente da poche migliaia di uomini, la Resistenza divenne un grande movimento al quale aderirono operai, contadini e giovani renitenti alla leva della Repubblica di Salò che arruolarono nell’esercito partigiano circa 300mila persone.

L’azione della Resistenza fu coordinata dai Comitati di Liberazione Nazionale, il primo dei quali sorse a Roma il 9 settembre 1943 mentre il Re e Badoglio erano in fuga. Nel CLN erano rappresentati i partiti sorti e ricostituiti nel corso del 1943.

Oggi, giovedì 25 aprile a Viterbo, dalle ore 9 si è svolto il corteo in occasione della Festa della Liberazione organizzato dall’associazione Anpi Viterbo. Il raduno si è svolto a Porta Romana. A seguire, alle ore 9.30, è stata deposta la corona presso il liceo classico “Mariano Buratti”. Alle 10.15, in Piazza del Sacrario, si è svolta la solenne cerimonia della deposizione delle corone di alloro presso la chiesa degli Almadiani e presso il monumento ai caduti militari e civili. Erano presenti le massime autorità religiose, civili e militari, le associazioni di combattimento e d’arma, il presidente provinciale dell’Associazione nazionale partigiani (Anpi), Enrico Mezzetti,
dell’associazione partigiani, TusciaPride, Student Network e Tavolo per la pace.
Ci sono stati interventi istituzionali da parte della Prefettura, della Provincia, del Comune e dell’ANPI.

Successivamente, alle 13, l’ANPI di Viterbo ha organizzato un pranzo “partigiano” presso il circolo Arci del Cosmonauta.
Nel pomeriggio, infine, nell’auditorium di Santa Maria in Gradi, presso l’Università della Tuscia, alle 17.30, si terrà il concerto dell’orchestra delle giare dell’Accademia di Santa Cecilia di Roma, organizzato dall’Anpi.

“Oggi tutti noi cittadini siamo chiamati non solo ad essere custodi del patrimonio di libertà e di democrazia che ci è stato tramandato dalle generazioni precedenti, da coloro che hanno lottato per la nostra libertà, da quelle donne e da quegli uomini che – come il giurista e padre – ha affermato l’Estituente Piero Calamandrei – ha capito che “era arrivato il momento di resistere; era giunto il momento di essere uomini: morire da uomini per vivere da uomini”, ma rinnovare, reinterpretare, reincarnare quell’impegno nelle sfide di oggi – ha ricordato il sindaco Chiara Frontini – Oggi quindi non solo ricordiamo coloro che hanno sacrificato la propria vita per la libertà del nostro Paese, ma rinnoviamo il nostro impegno a difendere e preservare i valori per i quali hanno lottato”.

“Oggi più che mai celebriamo la bellezza della libertà, la bellezza di non avere catene ai polsi, di poter esprimere il proprio pensiero senza la paura di finire in carcere o di essere uccisi – ha aggiunto il presidente della Provincia Alessandro Romoli in il suo discorso molto apprezzato e coinvolgente – Una bellezza che ci sembra naturale e scontata, ma che è stata invece raggiunta con il sacrificio di chi ha scelto di combattere e morire, piuttosto che vivere una vita di compromesso con il regime fascista e gli occupanti nazisti.
La storia della lotta al nazifascismo scorre tra i sanpietrini, le strade e i ricordi di questa città. E, se vogliamo, precede di oltre vent’anni quella meravigliosa giornata del 25 aprile 1945. Era infatti il ​​10 luglio 1921 quando le camicie nere di Benito Mussolini tentarono di entrare nel mura della città di Viterbo. Una tranquilla giornata di sole, che alcuni fascisti stranieri hanno però cercato di oscurare con violenza e intimidazione, proprio quelle violenze e intimidazioni che furono una costante nella sanguinosa storia del regime. Ma le mura cittadine, che per secoli avevano difeso Viterbo dalle invasioni e dagli eserciti nemici, ancora una volta dissero No”.
Il presidente dell’Anpi Mezzetti, nel suo lungo intervento, si è soffermato sulla storia della liberazione dell’Italia dal nazifascismo, sull’incipit “alleggerito” della Costituzione (“L’Italia è una Repubblica democratica”), sui valori attualmente rappresentati entro il 25 aprile e su alcuni personaggi: da Antonio Scurati a Luciano Campora a Luciana Castellina a cui è stato assegnato il premio “Che bel fior”. Mezzetti ha definito gli studenti “il più potente anticorpo democratico”. Non sono mancati i pensieri rivolti alle vittime e ai feriti di Gaza e alle guerre ancora in corso.

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