Museo Ferragamo. La storia della moda nel cuore di Firenze – .

Museo Ferragamo. La storia della moda nel cuore di Firenze – .
Museo Ferragamo. La storia della moda nel cuore di Firenze – .

Un progetto e una creazione unica al mondo. E non solo nel mondo della moda. Perché alla base del Museo Salvatore Ferragamo c’è la storia del Calzolaio delle Dives ma anche la cultura che pervade il suo stile, le radici profonde nell’artigianato fiorentino, la conoscenza e la scoperta di tanti materiali spesso inediti, la sua grande creatività. È la storia della moda vista dal suo interno e estesa al mondo, alla società, alle correnti artistiche del Novecento dallo spettacolo al cinema. Uno spirito internazionale che da sempre caratterizza il brand fiorentino tuttora in mano alla famiglia del fondatore, il cui presidente è Leonardo Ferragamo.

Un luogo tutto da scoprire a Firenze, un Museo che ogni anno organizza mostre di grande suggestione emotiva e di alto contenuto, con un percorso umano che insegna molto del Made in Italy ai giovani di oggi. Partendo da via Tornabuoni 2 per poi estendersi in Piazza Santa Trinita dove si trova l’ingresso al Museo che conduce anche alla visita al pozzo di Beatrice, luogo del mito e dell’innamoramento di Dante. L’idea di un Museo nasce dall’indimenticabile Wanda Ferragamo (scomparsa nel 2018), moglie di Salvatore che, alla sua morte, nel 1960, prese il timone dell’azienda e allevò i suoi sei figli a ciascuno dei quali affidò un compito, e della primogenita Fiamma Ferragamo di Sangiuliano, che per brevissimo tempo affiancò anche il padre nel settore calzaturiero.

Due donne speciali che prima riorganizzarono l’Archivio Salvatore Ferragamo e poi iniziarono a mostrare al mondo il genio di Salvatore, a cominciare dall’indimenticabile retrospettiva del 1985 a Palazzo Strozzi e poi dal 24 maggio 1995 con l’apertura del Museo a Palazzo Spini Feroni, meraviglia medievale affacciato sull’Arno e che è tuttora sede della maison.

Motore e anima di questo illuminato progetto culturale è la regista Stefania Ricci, un’intellettuale aperta al mondo che ha esaltato come nessuno l’eredità della maison che dal 1927 Salvatore ha voluto trasferire da Hollywood a Firenze.

“Ci sono uomini che hanno l’accelerazione vertiginosa dei tempi del successo e della vita. Salvatore Ferragamo appartiene a questa categoria”, ha scritto Antonio Paolucci presentando il volume che racconta le tappe cruciali del Museo, premiando l’idea di Wanda e Fiamma che si sono affidate alla professoressa Cristina Aschengreen Piacenti.

Nelle sale del Museo si capisce, mostra dopo mostra, come le aziende non siano solo business ma anche un fatto culturale. Per Salvatore tutti i materiali utilizzati nel suo lavoro sono ugualmente preziosi, e questa è un’altra grande lezione per i giovani di oggi, grazie alla maestria di chi lavora con loro. Ed ecco negli anni le mostre dedicate alle grandi dive che Salvatore ha indossato, da Audrey Hepburn a Greta Garbo, passando per Marylin Monroe, e anche i suoi legami con l’arte e il territorio, la sua lezione di umiltà e visione, che spazia dal puro tappo d’oro. Una visita al Museo riempie gli occhi di bellezza e speranza per il futuro, grazie anche al lavoro della Fondazione Ferragamo presieduta da Giovanna Gentile Ferragamo.

In programma fino al 4 novembre la retrospettiva sui 100 anni dall’apertura del primo negozio a Hollywood, l’Hollywood Bootshop, Salvatore Ferragamo 1898-1960, con il racconto di Salvatore dalle prime foto di famiglia a Bonito, in Campania, alle prime foto americane successi e poi il trionfo internazionale: un intreccio tra privato e pubblico, tra star system e famiglia, che rivela le passioni di Salvatore come quella per la lettura di testi scientifici, anatomici ed esoterici presenti nella biblioteca di casa e rivelati dallo studio della storica Elvira Valleri .

 
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