“Le canzoni sono compagne di vita. Raccontano storie, dolori e speranze che sembrano appartenere a ciascuno di noi. Questa canzone, dedicata a “un amore perduto”, ci porta in fondo al mare o in volo, in un altrove dove un giorno forse potremo ritrovare quell’amore”, dice Canio Loguercio, autore di “A n’ammore sperduto”. ”, brano eseguito nel carcere femminile di Pozzuoli.
“È un brano che scava nei versi delle classiche canzoni napoletane – prosegue – e prefigura intimi spazi di libertà che solo una profonda passione può restituirci. Ho provato una grande emozione nel condividere questo sguardo sull’amore e sulla distanza con alcuni detenuti del carcere di Pozzuoli. Hanno reso una sensazione intensa e reale che, senza di loro, non avrei mai potuto descrivere con tanta forza espressiva. Ho chiesto anche a tre amiche, Eduarda Iscaro, Filomena D’Andrea Makardìa e Unaderosa, eccellenti cantanti che masticano la tradizione con energia e un forte senso di contemporaneità, di accompagnarci in questo viaggio quasi onirico tra cielo e mare, vissuto dall’interno di un prigione.”
“Insieme abbiamo provato a immaginare di andare oltre quello spazio di reclusione in cui abbiamo registrato la canzone e poi girato il videoclip. Spero – conclude – di riuscire a percepire la gioia di un lavoro svolto insieme con tanta gioia, ma anche con qualche lacrima di commozione. Un ringraziamento a tutti coloro che hanno partecipato alla realizzazione di ‘A n’ammore sperduto’ e, in particolare, al personale del carcere femminile di Pozzuoli e alla dottoressa Adriana Intilla per averci seguito con generosa disponibilità”.