Narvaez vince la prima tappa del Giro d’Italia 2024 – .

Narvaez vince la prima tappa del Giro d’Italia 2024 – .
Narvaez vince la prima tappa del Giro d’Italia 2024 – .


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Alle 13.50 ha preso ufficialmente il via la 107esima edizione del Giro d’Italia con una tappa di 140 km con partenza da Venaria Reale e arrivo a Torino.

Nel mezzo anche un passaggio sulla collina di Superga, nel giorno del 75esimo anniversario della tragedia del Grande Torino, che il club del presidente Cairo ha voluto ricordare con una maglietta celebrativa indossata dai Granata nella gara contro il Bologna di venerdì sera.

Una prima tappa che ricordava molto il percorso di una classica con diversi saliscendi e tre salite lungo il percorso, per un totale di 1.850 metri di dislivello. Dopo una salita iniziale di 3 km con pendenza media del 5%, ci siamo spostati, come detto, a Superga per il secondo GPM di giornata per una salita di 8 km con pendenza del 4,2%. A una trentina di chilometri dal traguardo la salita più dura, quella del Colle Maddalena, 7 km al 7%, con punte massime che raggiungono l’11%, antipasto di quella che è stata l’ultima asperità della giornata: il muro di San Vito lungo 1,4 chilometri e una media pendenza del 9,4%.

Attesissimo alla vigilia il fenomeno del ciclismo sloveno e contemporaneo Tadej Pogacar, indicato da tutti gli addetti ai lavori oltre che dai bookmaker come il grande favorito per la vittoria di giornata.

Per gran parte della giornata è stato in fuga un sestetto composto da Louis Barré, Nicolas Debeaumarché, Andrea Pierobon, Filippo Fiorelli, Lilian Calmejane e Amanuel Ghebreigzabhier. A una sessantina di chilometri dal traguardo scoppia la bagarre in testa alla corsa con una serie ripetuta di sprint che lasciano indietro Barré e Debeaumarché.

Nella successiva volata dell’eritreo Ghebreigzabhier, i due italiani perdono anche le ruote del gruppo di testa mentre Calmejane tiene duro, facendo tesoro della sua esperienza e riesce così a risalire sullo scatenato corridore della Lidl-Trek, con il quale la salita di comincia la Maddalena.

Intanto dietro, al primo passaggio sul muro di San Vito, il gruppo dei migliori recupera per oltre un minuto grazie alla spinta della UAE Emirates, la squadra di Pogacar, intenzionata a ricucire il gap per contendersi il successo di tappa. Gran parte del merito va allo straordinario Novak e allo specialista delle cronometro Bjerg.

Il gruppo, grazie al ritmo imposto dai due corridori, arriva ai piedi della Maddalena con poco più di un minuto di distacco dai fuggitivi e con molti uomini, ruote veloci in primis, che hanno già perso terreno.

Calmejane, a 3 km dalla vetta della Maddalena, allunga il passo e si stacca dal compagno di fuga, volando solitario verso il GPM. Nel gruppo però diversi corridori perdono le ruote dei migliori tra cui uomini attesissimi come Arensman, Bardet, Luke Plapp e il giovane Lipowitz.

A 10 km dall’arrivo, l’ultimo battistrada di giornata è stato catturato da un gruppetto di contrattaccanti che si erano avvantaggiati nei chilometri di discesa. Tra loro anche l’esperto corridore italiano Damiano Caruso che vince lo sprint fino al traguardo volante.

Il gruppo di testa a San Vito viene letteralmente superato a doppia velocità da Pogacar, seguito a ruota dall’ecuadoriano della Ineos, Jhonatan Narvaez, e dal tedesco della Bora-Hansgrohe, Schachmann. Ad alzare le braccia al cielo è proprio il corridore ecuadoriano che indosserà così la prima maglia rosa di questa edizione del Giro d’Italia, battendo in volata gli altri due corridori. Dietro una decina di secondi, il gruppo dei migliori. Decisamente più indietro il francese Romain Bardet e l’olandese Thymen Arensman.

Chi si aspettava un Tadej Pogacar subito protagonista è stato accontentato… bene l’italiano Antonio Tiberi e alcuni degli uomini più attesi della vigilia, anche se – come detto – le sorprese non sono mancate. Ma con altre 20 tappe ancora da percorrere, tutto è ancora da decidere…

 
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