“In Germania si sono resi conto di cosa fosse il nazismo, in Italia no. Perché nessuno chiede scusa per il fascismo?” – .

“In Germania si sono resi conto di cosa fosse il nazismo, in Italia no. Perché nessuno chiede scusa per il fascismo?” – .
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Roma, 25 aprile. (Adnkronos) – “Senza memoria non c’è futuro”. Così il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in occasione del 25 aprile, celebrando l’anniversario della Liberazione a Civitella in Val di Chiana, in Toscana, dove nel 1944 i nazisti massacrarono 244 persone. «Aggiungo – utilizzando le parole pronunciate da Aldo Moro nel 1975 – che «attorno all’antifascismo è possibile e necessaria l’unità popolare, senza compromettere d’altro canto la varietà e la ricchezza della comunità nazionale, il pluralismo sociale e politico, la libera e mutevole articolazione delle maggioranze e delle minoranze nel gioco democratico”, ha affermato il capo dello Stato.

“All’infamia della strage di Marzabotto, la più grande commessa in Italia, ha fatto seguito un altrettanto indegno corollario: la propaganda fascista, su giornali sottoposti a controlli e censure, negava l’innegabile, cercando di negare quanto accaduto, cercando di definire falsa la notizia. del massacro e schernendo i testimoni. È necessario – oggi e in futuro – ricordare quelle stragi e quelle vittime e sono preziose le iniziative nazionali e regionali che lo sostengono. Senza memoria non c’è futuro”.

“Con queste barbare uccisioni, i nazifascisti, nella loro strategia di morte, tentarono di fare terra bruciata attorno ai partigiani per proteggere la ritirata tedesca, di instaurare un regime di terrore contro i civili affinché non si unissero ai partigiani, di compiere vendetta nei confronti di un popolo, considerato inferiore in quanto alleato e, dopo l’armistizio, traditore. Si è trattato di crimini di guerra molto gravi, contrari ad ogni regola internazionale e all’onore militare e, ancor più, ai principi di umanità”, ha affermato.

“Nessuna ragione, militare o di altro genere, può infatti essere invocata per giustificare l’uccisione di ostaggi e prigionieri indifesi. I nazifascisti – ha ricordato il capo dello Stato – lo sapevano bene: i corpi dei partigiani combattenti, catturati, torturati, uccisi, dovevano restare esposti per giorni, come sinistro monito alla popolazione. Ma si è cercato di tenere nascoste e nascoste le stragi di civili, le vittime sepolte o bruciate, sappiamo se per un intimo senso di vergogna e di disonore per incorrere nei rigori della futura giustizia, o, ancora, per evitare di suscitare ulteriori sentimenti di rivolta tra gli italiani”.

“Una lunga scia di sangue ha accompagnato il cammino dell’Italia verso la Liberazione – ha sottolineato il Capo dello Stato – Il sangue dei martiri che hanno pagato con la vita le terribili conseguenze di una guerra ingiusta e sfortunata, combattuta al fianco di Hitler nella convinzione che la grandezza e l’influenza dell’Italia si svilupperebbe in un nuovo ordine mondiale. Un ordine fondato sul dominio della razza, sull’oppressione o addirittura sullo sterminio degli altri popoli. Un’aspirazione bruta, ignobile, ma anche vana. Totalmente sottomessa alla Germania imperialista di Hitler, l’Italia fascista, entrata nel conflitto senza alcun rispetto per i soldati mandati cinicamente a morire, non avrebbe comunque avuto scampo. Luigi Salvatorelli annotava precisamente: ‘Con la sconfitta avrebbe perso molto, con la vittoria tutto…’” .

“Generazioni di giovani italiani, educati fin dall’infanzia al culto infausto della guerra e all’obbedienza cieca e assoluta, erano stati mandati, in nome di una pretesa superiorità nazionale, ad attaccare con le armi le nazioni vicine: le patrie altrui’ come diceva Don Lorenzo Milani li hanno chiamati – ha continuato Mattarella – Nella disastrosa ritirata della Russia, sui campi di El Alamein, nella brutale repressione attuata in Grecia, nei Balcani, in Etiopia, nelle deportazioni degli ebrei nei campi di sterminio, nel sostegno per i nazisti nella repressione della popolazione civile, la rottura tra il popolo italiano e il fascismo avvenne – scrive Salvatorelli – ‘una profonda crisi morale, una completa disaffezione al regime, un disastroso crollo dell’idolo Mussolini’ che il fascismo ebbe in realtà, qualche tempo fa, ne ha scoperto il volto, rivelandone i veri tratti brutali e disumani”.

In mattinata Mattarella accompagnato dai presidenti del Senato, Ignazio La Russa, della Camera Lorenzo Fontana, del Consiglio Meloni, della Corte Costituzionale Augusto Barbera, dal ministro della Difesa Guido Crosetto, e da alti ufficiali militari, ha reso omaggio all’Altare della Patria, deponendo una corona d’alloro sulla tomba del Milite Ignoto, in occasione della Festa della Liberazione.

“Nel giorno in cui l’Italia celebra la Liberazione, che con la fine del fascismo gettò le basi per il ritorno della democrazia, ribadiamo la nostra avversione verso ogni regime totalitario e autoritario. Quelle di ieri, che opprimevano i popoli dell’Europa e del mondo, e quelle di oggi, alle quali siamo determinati ad opporci con impegno e coraggio”. Lo scrive su Instagram il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. “Continueremo a lavorare – aggiunge – per difendere la democrazia e per un’Italia finalmente capace di unirsi sul valore della libertà. Viva la libertà!”.

“Ho sempre onorato il 25 aprile senza doverlo ostentare e senza politicizzarlo”. Queste le parole del vicepremier e ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini arrivando al Sacrario dei Caduti a Milano per la deposizione delle corone di alloro in occasione dei festeggiamenti per la Festa della Liberazione insieme al sindaco di Milano Giuseppe Sala e al ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara.

«Non ho detto che sarei venuto qui fino alla fine per evitare che ci sia chi, invece di celebrare il passato perché non ritorni, va in giro a creare problemi», ha spiegato. Del resto «stamane da Roma ho visto le immagini vergognose e scandalose dell’attentato alla Brigata Ebraica. Ecco – ha concluso – spero che in un giorno troppo lontano, il 25 aprile sia un giorno di unità nazionale”.

“Questo è un governo scelto dai cittadini. Allora antifascismo sì, mi sembra ovvio”, ha aggiunto, sottolineando: “Ma allora qualcuno ha nostalgia del fascismo? Spero di no”.

“Il 25 aprile è il giorno della Liberazione e dell’intera Repubblica, il giorno in cui ricordiamo coloro che hanno dato la vita e con tanto sacrificio hanno costruito le basi per la democrazia e la libertà di questo Paese e per la difesa dei valori della nostra Costituzione. ” Così la segretaria del Pd Elly Schlein arrivando al corteo milanese per le celebrazioni del 25 aprile. “Questa – aggiunge Schlein – è una giornata in cui bisogna rinnovare l’impegno nella lotta per la difesa della nostra Costituzione e per la sua piena attuazione. Per questo dobbiamo ricordare la Resistenza che ci liberò dai nazifascisti”.

 
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