A Trieste il 25 aprile ci sono state tensioni tra la cerimonia alla Risiera e la protesta dei manifestanti – .

A Trieste il 25 aprile ci sono state tensioni tra la cerimonia alla Risiera e la protesta dei manifestanti – .
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TRIESTE Anche quest’anno è stato un 25 aprile teso a Trieste. Da un lato, il celebrazioni ufficiali per il 79° anniversario della liberazione dell’Italia dal regime fascista e dall’occupazione nazista Risiera San Sabba, l’ingresso al Monumento sarà nuovamente gratuito, senza prenotazione, fino a un massimo di 2.200 persone. Celebrazioni che hanno visto strascichi polemici tra il governatore del Friuli Venezia Giulia Massimiliano Fedriga e il presidente dell’Anpi di Padova Floriana Rizzetto.

Momenti di tensione si sono invece vissuti all’esterno del Monumento Nazionale, con il corteo di manifestanti da collettiva “Burjana”, che, dopo aver paralizzato il traffico da San Giacomo a Servola, raggiungeva la riseria di San Sabba. Qui, davanti all’ingresso sbarrato dalla polizia in tenuta antisommossa, è iniziata la rivolta lancio di petardi, con cori e grida fino alla scena finale, con i manifestanti che accerchiano un’auto della polizia locale, impedendole di muoversi: al volante c’era l’ispettore Fulvio Sluga che viene preso di mira con frasi ingiuriose.

Alla fine la situazione fortunatamente non è degenerata e la giornata si è conclusa senza scontri.

25 aprile a Trieste, manifestanti bloccati dalla polizia davanti alla Risiera

La cerimonia

La cerimonia ufficiale si è aperta con la deposizione di una corona d’alloro da parte del presidente del Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedrigadel prefetto di Trieste, Pietro Signorielloe il sindaco, Roberto Dipiazza. Alla presenza delle autorità civili, militari e religiose, sono state poi deposte altre corone da parte di gruppi e associazioni. Presenti anche i sindacati e l’Anpi. Tra il pubblico sventolano alcune bandiere, tra cui quella della pace e quella della Fiom.

Il discorso del sindaco

“È importante che la Liberazione sia una festa unitaria, perché la libertà raggiunta è un bene di tutti, senza esclusioni”, ha detto Dipiazza. “La resistenza è stata l’azione di forze diverse, non di una sola parte, unite in uno slancio di libertà, nel desiderio di ripartire verso un futuro più felice e giusto per tutti”. Oggi, ha concluso, «nel mondo è tempo di un nuovo impegno da parte dei popoli e dei governi per tornare a parlarsi con il linguaggio della pace. Viva la libertà, viva la Costituzione, viva la Repubblica Italiana”.

Al termine una voce dal pubblico ha aggiunto: «Viva l’antifascismo». Sono seguiti lunghi applausi e sono stati cantati i canti di “Ora e sempre resistenza”.

Trieste festeggia il 25 aprile: le parole del sindaco Dipiazza

La polemica Fedriga-Rizzetto

Al termine della cerimonia il presidente del Friuli Venezia Giulia Massimiliano Fedriga Ha attaccato duramente il presidente dell’Anpi di Padova Floriana Rizzetto per le parole dette durante la cerimonia: “Il rappresentante dell’Anpi di Padova in un luogo drammatico come la Risiera ha voluto umiliare un altro luogo drammatico come le Foibe compiendo il 25 aprile una inaccettabile mossa riduzionista. È una vergogna che vengano qui da Padova per umiliare questa terra, queste persone e il sangue versato”.

25 aprile a Trieste, Fedriga attacca il presidente dell’Anpi di Padova: “Parole inaccettabili sulle foibe”

Il passaggio dell’intervento di Rizzetto all’origine del disappunto di Fedriga, considerato di fatto un passaggio riduttivo che secondo il governatore ha umiliato le Foibe, è il seguente: “Anche le complesse vicende del confine orientale continuano ad essere sfruttate per portare acqua alla propria partito politico spesso con autentiche manipolazioni di quanto accaduto”.

L’invito del rabbino alla pace

Il rabbino Meloni, prima della cerimonia ha parlato soprattutto di pace: “Oggi è un giorno di libertà, di pace, in cui si celebra la fine delle atrocità del nazifascismo. Purtroppo in molte parti del mondo sono ancora in corso guerre e atrocità. Il mio pensiero va alla Terra Santa e a Gaza, tutto il mondo vorrebbe che queste violenze finissero”.

La parata

La giornata, come detto, è iniziata alle 9 nella piazza di Campo San Giacomo con il ritrovo dei manifestanti del collettivo “Burjana”. Circa 400 persone si sono riunite in una “marcia antifascista”.

Il corteo in direzione della Risiera (Lasorte)

La Questura aveva comunicato alcune prescrizioni, tra cui modifiche all’orario (con la richiesta di partire alle 12). I manifestanti, equipaggiati con bandiere e striscioni palestinesi, si sono radunati già alle 9 del mattino. Dopo le 9.30 i manifestanti se ne sono andati nonostante il divieto della stazione di polizia.

Gran parte di Via dell’Istria è stata bloccata, provocando gravi disagi alla circolazione. Il passaggio del corteo ha reso necessario bloccare l’intero traffico di via dell’Istria, via Baiamonti, il tunnel di piazza Foraggi e la zona di Servola.

Il 25 aprile a Trieste il corteo è partito nonostante il divieto della Questura

Ci sono numerose possibilità dell’ordine. Oltre al lancio di numerosi petardi, all’accensione di fumogeni, alle grida offensive nei confronti di politici (tra cui “spara a Salvini” e “Fedriga è un nazista il primo della lista”), forze dell’ordine e giornalisti (due di loro sono stati spinti da parte dei manifestanti), non si sono registrate tensioni lungo il percorso.

Intorno alle 11 i manifestanti hanno quasi raggiunto la riseria di San Sabba, dove ha avuto inizio la cerimonia ufficiale. Il cordone di Carabinieri e Polizia si è posizionato davanti al Ratto della pileria, bloccando la strada.

Il 25 aprile a Trieste il corteo passa davanti al posto di blocco della polizia

I manifestanti hanno proseguito lungo la strada fino a raggiungere via Flavia, mentre continuavano minacce e insulti verso i giornalisti.

Tuttavia, intorno alle 11.30 i manifestanti hanno raggiunto la Risiera, dove l’ingresso è stato bloccato dalla polizia. I manifestanti hanno lanciato potenti petardi contro l’indirizzo della Polizia e dei Carabinieri, dove però erano presenti anche famiglie con bambini. “Non siamo liberi di accedere a questo posto, schifo”, ​​urlavano le parole in un megafono. “Istruzioni fasciste, questa è la Questura che reprime la libertà”.

Gli ultimi momenti di tensione si sono registrati alla fine, quando un’auto della polizia locale ha tentato di dirigersi verso via Miani, ma è stata circondata dai manifestanti che ne hanno impedito lo spostamento. Al volante c’era l’ispettore Fulvio Sluga che è stato preso di mira con parole ingiuriose.

I manifestanti bloccano l’auto della polizia fuori dalla Risiera di Trieste

Il monumento profanato

Intanto sul monumento commemorativo dei caduti della Guerra di Liberazione di Servola, Sant’Anna e Coloncovez, situato nei pressi del cimitero di Sant’Anna, è stata segnalata con una scritta in nero: “25 aprile lutto nazionale”.

La deturpazione del monumento ai caduti per la Liberazione (Lasorte)

“È un gesto incivile e inaccettabile – sono state le parole del consigliere comunale del Pd Valentina Repini e il consigliere distrettuale Majda Kodrich, che fanno parte del Comitato per il monumento – una deturpazione che rappresenta un’offesa gravissima e un’ulteriore ferita per chi, anche a costo della vita, ha scelto senza esitazione da che parte stare: dalla parte della libertà, della giustizia, democrazia – dalla parte giusta. Questo è un luogo dove si diffondono quotidianamente messaggi di pace, di rispetto della Costituzione e con l’impegno costante affinché il pensiero delle giovani generazioni trovi spazio e rappresentanza. Proprio ieri, infatti, diverse scolaresche sono state ospitate per visitare il Monumento e rendere omaggio ai caduti”.

Il segretario del Pd Maria Luisa Paglia aggiunge: “La memoria è il fondamento su cui si costruisce il futuro. Chiediamo alle istituzioni locali di fare tutto il possibile per individuare i responsabili di questo atto e assicurarli alla giustizia. Non possiamo permettere che la memoria dei nostri eroi venga offuscata dall’ignoranza e dalla mancanza di rispetto”.

 
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