“Ho detto no al Napoli. Sono andato a trattare, Christian De Sica si è presentato con De Laurentiis” – .

Dino Fava Passaro ha raccontato a Fanpage.it la sua storia nel calcio. Dalla Serie A con l’Udinese di Spalletti alla trattativa fallita con il primo Napoli di De Laurentiis: “Mi sono ritrovato a trattare con lui e con Christian De Sica”.

Dino Fava Passaro ha appena vinto l’ennesimo campionato dilettantistico dopo i successi degli anni precedenti tra le fila di Portici, Giugliano, Afragolese e Savoia. A 47 anni l’ex attaccantedell’Udinese ha trionfato con il Sessanasquadra di Sessa Aurunca, che ha raggiunto l’Eccellenza dopo aver dominato il torneo Promozione. Un successo speciale perché è arrivato con la squadra dalla sua città natale. Fava ne ha parlato anche in un’intervista a Fanpage.it in cui ha ripercorso le tappe più importanti della sua carriera tra passato, presente e futuro.

“Non so se continuerò a giocare l’anno prossimo, ora vorrei solo riposarmi e staccare la spina dopo la finale di Coppa Italia”. L’attaccante ha esordito in Serie A con l’Udinese grazie a Luciano Spallettiattuale allenatore dell’Italia: Con lui ho solo bei ricordi, siamo rimasti in ottimi rapporti”. Nel mezzo quella particolare trattativa vissuta quando la prima Napoli Di De Laurentiis ha pensato a lui per ricostruire dalle ceneri la squadra azzurra ripartendo dalla Serie C: “A Castelvolturno ho trovato al tavolo anche Christian De Sica che cercava di convincermi ad accettare”.

Dino Fava esulta dopo aver segnato un gol con l’Udinese in casa dell’Inter

Dino, a 47 anni hai vinto l’ennesimo scudetto. Che sapore ha questo successo?
“Una grande soddisfazione perché è successo nella mia città, a Sessa Aurunca. Prima di questo successo avevo già vinto 4 scudetti consecutivi nei dilettanti tra Portici, Giugliano, Afragolese e Savoia. Sicuramente è molto bello vincere il campionato anche se è difficile riuscirci ogni volta perché poi devono confluire tanti fattori.

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Hai costruito la tua carriera passo dopo passo con sacrificio e dedizione.
“Sono partito dal nulla e sono arrivato in Serie A. Dalla D alla C2, fino alla C1, poi la Serie B e successivamente la Serie A e a suon di gol ho conquistato con forza questa carriera. Sono le cose più belle, quando arrivi lì senza che nessuno ti dia alcuna spinta”.

Quanti gol hai segnato nella tua carriera, li stai contando?
“Purtroppo no, ma credo di averne fatti parecchi (ride, ndr). Soprattutto con i dilettanti ho perso il conto”.

Ti ricordiamo in Serie A soprattutto con la maglia dell’Udinese. È stato Spalletti a debuttare.
“Sinceramente non mi aspettavo che mi facesse esordire in Serie A. Sono arrivato a Udine nell’ultima giornata di mercato, quando il campionato era già iniziato. Spalletti mi ha portato prima in panchina contro l’Inter, portandomi in una partita in cui ho vinto anche il rigore su cui poi Pizarro ha sbagliato. Successivamente ho esordito da titolare ad Ancona in cui ho segnato una doppietta”.

Fava in azione con la Salernitana.

Che ricordi hai di Spalletti?
“L’allenatore è davvero molto bravo, con lui mi sono trovato subito bene. Ricordo che quando arrivai a Udine Spalletti mi raccontò di tutto. Voleva che facessi sempre meglio i movimenti che mi chiedeva, pretendeva tantissimo, si arrabbiava moltissimo con me e con gli altri”.

Ha avuto una grande influenza sulla tua crescita?
“Quello che ho fatto nella mia carriera è stato tutto frutto dell’istinto, non ho mai avuto una guida. Però con Spalletti sono migliorato tantissimo, mi ha fatto capire tante cose che in quel momento ancora non sapevo. Mi ha fatto capire che come attaccante stava evolvendo e doveva anche rientrare, mi richiamava spesso in fase difensiva, per me era dura e ad un certo punto ero anche convinto che forse non ero adatto giocare in Serie A visti i tanti richiami da parte dell’allenatore”.

L'esultanza di Fava dopo il gol al Brescia.

L’esultanza di Fava dopo il gol al Brescia.

Quindi cosa accadde?
“Dopo la tripletta segnata contro il Perugia speravo che in settimana fosse un po’ più tranquillo con me e invece è stata la stessa cosa. Ricordo poi che un giorno in allenamento ero distrutto, steso a terra, e lui mi chiese: ‘Che problema hai? ‘E io ho risposto: ‘Niente, mi dispiace che mi sgridi sempre.’ Il che alla fine si è rivelato verissimo”.

Ancora oggi porti in campo tra i dilettanti tutti questi insegnamenti.
“Sì, ora riporto queste parole ai ragazzi più giovani perché sono una vera rottura di palle quando ci alleniamo. Ho ancora la mentalità di un professionista e voglio che tutti si allenino più duramente che possono e facciano le cose per bene. Non voglio adattarmi alla categoria”.

L’addio all’Udinese è stato inaspettato. Ti hanno chiuso i vari Iaquinta, Di Michele e Di Natale. Sei rimasto deluso?
“Sì, sono rimasto deluso, è stata una scelta aziendale e legata al mio contratto. Poi mi hanno detto che volevano puntare su Iaquinta, anche se pensavo che dopo aver fatto un anno così dovevo restare. Ma va bene.”

Dino Fava segnato da Sinisa Mihajlovic in Udinese-Lazio.

Dino Fava segnato da Sinisa Mihajlovic in Udinese-Lazio.

È vero che hai rifiutato il Napoli?
“È una storia vera. Il Napoli era in C1, io giocavo e facevo benissimo con l’Udinese e nel frattempo Pierpaolo Marino è diventato direttore sportivo del Napoli. Mi hanno proposto un ottimo contratto per tornare a giocare in C1 ma non ne avevo voglia. scendendo dalla Serie A alla C1, anche se si trattava del Napoli. Non volevo tornare in Serie C dopo i tanti sacrifici che avevo fatto e quindi ho rifiutato solo per la Serie B. Sarebbe stato diverso”.

Come è avvenuto l’incontro con il Napoli?
“Era appena arrivato De Laurentiis e sapevo del progetto che volevano fare. Quando ci siamo incontrati ricordo che a Castelvolturno non c’era niente, sono andato in albergo e mi sono trovato a un tavolo con Pierpaolo Marino, De Laurentiis e Christian De Sica, che forse era lì per qualche film che doveva fare, ricordo che C’era anche De Sica nella trattativa e quasi mi convinceva ad andare al Napoli.

Perché hai deciso di continuare con il calcio dilettantistico, cosa ti ha motivato?
“Quando ho iniziato a scalare negli anni mi sono avvicinato a casa, giocando prima in Serie B nel Salerno e poi in C1 con la Paganese. Successivamente ho iniziato a giocare a calcio amatoriale. Ciò che mi spinge è questa passione che non mi abbandona mai, lo faccio quasi automaticamente. Per me oggi allenarmi e stare con i ragazzi è diventato qualcosa che è dentro di me e ho anche la fortuna di giocare in un momento in cui il calcio è ad un livello molto basso rispetto agli anni in cui giocavo in Serie A. Sicuramente 20 anni fa alla mia età ancora non potevo giocare in questa categoria. Adesso mi diverto ancora”.

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Hai giocato anche con tuo figlio, quanto è stato emozionante?
“Ho realizzato l’ennesimo sogno della mia vita. E pensare che ha cominciato ad appassionarsi al calcio quando ci siamo trasferiti al sud. Siamo riusciti a giocare insieme e l’unico rammarico è non essere riuscito a farmi un assist da lui che è un terzino”.

Lo scudetto vinto a Sessana?
“Ho segnato 6 gol giocando poco quest’anno, anche a causa di alcuni infortuni. È un’esperienza che mi ha lasciato molto, quando vinci nel tuo Paese è sempre molto bello ma allo stesso tempo anche molto difficile. C’è da dire che il presidente Schiavone vuole fare bene da quando è subentrato al Sessana e vorrebbe confermarsi in Eccellenza anche il prossimo anno”.

Ci sarà Fava?
“Non so se ci sarò da giocatore, ma lui vorrebbe inserirmi in questo progetto. Concludi in bellezza riportando Sessana in D? Non lo so, adesso vorrei solo riposarmi e staccare la spina dopo la finale di Coppa Italia contro la Battipagliese”.

 
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