Monza, la cerimonia del 25 aprile: «Festa di tutti», «Memoria da condividere»

Monza, la cerimonia del 25 aprile: «Festa di tutti», «Memoria da condividere»
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Lo sguardo dei giovani ci aiuta a non cedere alla tentazione di considerare il 25 aprile un rito vecchio e inutile: lo ha affermato giovedì Il presidente della Provincia Luca Santambrogio a Monza. La celebrazione della liberazione dalla dittatura nazifascista, ha spiegato, deve diventare occasione per interrogarci sul presente, sulle sfide che ci attendonosulla capacità di incarnare i valori che la Resistenza ci ha lasciato.

Monza, la cerimonia del 25 aprile: «Aggiornarsi e trasmettere i propri valori»

Possiamo aggiornare il 25 aprile e trasmetterne i valori, ha continuato, se riusciamo a «non tacere di fronte agli episodi di intolleranza, lottare contro regimi e guerre, impegnarsi per la dignità di tutti, contrastare il cambiamento climatico».

Il 25 aprile, ha ribadito, è la festa di tutti, indipendentemente dalle convinzioni politiche: «In una società complessa in cui processi di banalizzazione possono produrre paure e generare rabbia e intolleranza – Egli ha detto – i valori di libertà, solidarietà e uguaglianza sono più attuali che mai» e, citando Papa Francesco, lo ha fatto ha invitato i giovani ad essere protagonisti dell’inclusione e costruttori di una casa comune sia un luogo di fraternità, di solidarietà e di pace.

Monza, la cerimonia del 25 aprile: «Le tracce da seguire nella Costituzione»

È il 25 aprile memoria da condividere senza pregiudizidisse il sindaco di Monza Paolo Pilotto, ma è anche «il giorno che esalta i valori della libertà, della dignità umana e della democrazia, oscurati per tanti anni dalla dittatura, dal nazifascismo e dalla guerra. «Veniamo da una storia comune e intendiamo costruire insieme altre parti di cammino – Ha aggiunto – siamo consapevoli che quello che siamo oggi è il risultato dell’impegno di tante persone protagoniste di una Resistenza espressa in molteplici modi”.

«La risposta all’oscurità precedente è stata il lavoro, la Costituzione, la nascita della Repubblica, lo sviluppo di una nazione democratica, l’idea di un’Europa che abbandonasse l’aggressività» e si sono confrontati con scelte economiche e culturali comuni. Nella Costituzione, ha dichiarato, ci sono «le vie fondamentali da seguire: lavoro e democrazia, tutela dei diritti e dovere di condivisione, preservazione della pace».
I festeggiamenti del 25 aprile, 2 giugno, 4 novembre sono per tutti: «Nessuno – ha detto Pilotto – appartiene più ad alcuni e meno ad altri. Recuperarne il senso è possibile senza divisioni e dolorose distinzioni».

Monza, la cerimonia del 25 aprile: «Festa della Liberazione e non libertà, come dire di essere liberi»

«Il 25 aprile è il giorno della Liberazione, non della libertà – ha commentato la presidente dell’Anpi Emanuela Mancoe non bisogna sottovalutare chi vorrebbe sfruttare la corrispondenza fonetica»per alimentare la confusione.

La Brianza, ha ricordato, ha contribuito alla Resistenza non solo con tanti partigiani ma anche con gli operai che scioperarono nel ’43 e nel ’44, i contadini, le donne. Auspicava quindi che «la parola antifascismo non è più un tabù» e, rifletteva, «non si è liberi se una generazione di giovani non ha un lavoro stabile, se ogni giorno si registrano tre morti sul lavoro, se vengono uccise oltre cento donne all’anno, se non c’è libertà di espressione, se nel mondo tante le persone sono molestate e private dei diritti».
Gli studenti delIstituto Enzo Ferrari di Monza e il Banda di paese Di Triuggio.

 
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