un fenomeno pseudocarsico quasi unico – .

Andrea Benassi ci porta alla scoperta di una grotta tubante, fenomeno raro e poco conosciuto nel mondo speleologico

Saltando di canale in canale, Andrea Benassi ha finalmente scoperto una grotta tubante nelle ‘Badlands’ dell’Emilia Romagna.

Questa grotta, lunga circa 40 metri e con un dislivello di una quindicina di metri, si snoda sotto una delle infinite incisioni dei calanchi, nelle argille scagliose dell’unità ligure.

Questo caotico mondo minerale, in parte molto antico, si presenta oggi sotto forma di bellissimi labirinti di crinali e valli.

In questo labirinto, una grotta faceva proprio al caso nostro! A giudicare dal confronto con le immagini satellitari, questo fenomeno non appare troppo effimero, dato che esiste da almeno 20 anni e in questo arco di tempo si sta evolvendo in relazione all’erosione superficiale della gola.

Si tratta di un vero e proprio moncone di ‘rete di tubazioni’ destinato ad entrare in coalescenza con l’esterno, contribuendo all’evoluzione del canalone.

Un fenomeno pseudocarsico che si aggiunge alla presenza delle numerose tracce di microtubazioni presenti nelle argille blu più giovani.

Finora la possibile esistenza di grotte accessibili nelle argille dell’Emilia Romagna era conosciuta solo come fenomeno grazie all’articolo di Gianluca Azzi del 1914 che testimoniava l’esistenza di una ‘grotta’ nelle argille lunga circa 16 metri.

Questa grotta però non esiste più ed è stata probabilmente distrutta dai lavori di bonifica della montagna.

Allo stato attuale, la grotta scoperta e documentata da Andrea Benassi risulta essere la prima grotta tubatoria attualmente esistente in Emilia Romagna.

Un vasto oceano di pietra: una distesa di molteplici forme e tempi. In una mimesi tra forma e sostanza, da lontano i paesaggi di infinite guglie e solchi di argilla scagliosa ricordano le foreste calcaree create dall’erosione carsica. Una curiosa analogia che rende ancora più affascinante l’idea di cercare grotte nascoste.

Testo foto e didascalia: Andrea Benassi

La bibliografia sui fenomeni pseudocarsici è significativamente più ridotta di quella sulle grotte “normali”.

Si tratta di un argomento apparentemente ‘strano’, il cui studio e ricerca attira un sottoinsieme dei già pochi speleologi.

Tuttavia, dall’Atlante delle cavità non calcaree pubblicato nel 1997, in Italia non vengono menzionate grotte argillose, mentre negli elenchi in continuo aggiornamento presenti sul sito cave-exploring.com, esiste una specifica categoria ‘piping cave’ dove 84 queste tipologia documentata sul pianeta con una lunghezza che varia dai 2000 ai 40 metri di sviluppo e nessuna presenza ‘italiana’.

Questa grotta entrerebbe quindi di diritto in questo strano elenco e sarebbe una delle poche di questo tipo attualmente conosciute in Europa.

Ovviamente se ce n’è uno ce ne possono essere altri, magari anche più grandi.

L’Oceano delle Badlands è vasto e in questo caso va da sé che la ricerca è appena iniziata.


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