Calano i consumi idrici, meno 3 milioni di metri cubi – .

Calano i consumi idrici, meno 3 milioni di metri cubi – .
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Si tratta solo di una reazione alla siccità del 2022, oppure è cresciuta un’attenzione che rimarrà nel tempo? La risposta arriverà solo nei prossimi mesi (e anni), ma intanto i dati ci sono: nel 2023, nel bergamasco, i consumi di acqua sono diminuiti di oltre il 4%: circa tre milioni di metri cubi in meno venduti da Uniacque rispetto a ‘l’anno scorso. In particolare, siamo passati dagli oltre 75,3 milioni di metri cubi del 2022 (un dato in linea con gli anni precedenti), ai 72,2 milioni dello scorso anno. «Un fenomeno notato anche da altri manager», commenta l’amministratore delegato di Uniacque, Pierangelo Bertocchi.

Utile di 4,6 milioni

Il dato arriva dalla relazione sul bilancio 2023 della società del servizio idrico integrato, che sarà presentata martedì all’assemblea dei soci. «Il calo dei volumi, sicuramente positivo dal punto di vista ambientale, è collegabile a due aspetti – osserva Bertocchi -. Da un lato i cittadini hanno compreso le criticità legate alla siccità: anche le ordinanze emanate per invitare al contenimento dei consumi potrebbero aver aiutato. D’altro canto potrebbero esserci anche processi di ottimizzazione portati avanti dalle aziende”.

Entrando nel dettaglio, infatti, la flessione si è registrata sia sulle utenze domestiche (da 58,4 a 55,7 milioni di metri cubi) sia sulle utenze non domestiche (da circa 16,8 a 16,4 milioni di metri cubi). E di conseguenza sono diminuiti di quasi cinque milioni di euro i ricavi per Uniacque, che ha comunque chiuso il 2023 in positivo con un utile operativo di 4,6 milioni di euro, legato anche ad alcuni sviluppi positivi arrivati ​​nel corso dell’anno, come il premio di 1,7 milioni di euro ricevuto dall’autorità di Arera.

Gli investimenti realizzati nel 2023 ammontano a 31,6 milioni di euro, in aumento di quasi 3 milioni rispetto al 2022

Gli investimenti realizzati nel 2023 ammontano a 31,6 milioni di euro, in aumento di quasi 3 milioni rispetto al 2022. In generale, la cifra è sempre in aumento dal 2020. L’exploit sembra destinato ad arrivare nell’anno in corso: grazie anche a importanti contributi del Pnrr, si parla di avvicinarsi ai 60 milioni di euro.

«Bilancio solido»

«Ci ​​presentiamo all’incontro con un budget solido – commenta il presidente di Uniacque, Luca Serughetti –, con un miglioramento di tutti gli indici economico-finanziari e con l’obiettivo di migliorare ulteriormente investimenti e servizi alla comunità e alle imprese. La strategia adottata nel corso di questi anni ha consentito di modificare la situazione storica dell’azienda, e di far sì che anche un biennio imprevedibile come quello appena trascorso, a causa di diversi fattori critici quali l’emergenza energetica e la siccità, diventasse il motore di un ulteriore salto di qualità”. Serughetti ricorda il lavoro iniziato nel 2021 «con il pesante impegno di dare stabilità finanziaria all’azienda. Una condizione che si è rivelata fondamentale per affrontare un 2022 incredibilmente complesso, con costi delle materie prime e dell’energia fuori controllo”.

«È un momento positivo per la disponibilità idrica, grazie anche alle precipitazioni delle ultime settimane. I bacini sono pieni, non succedeva dal 2022″

Nel 2023 la situazione è migliorata sul fronte energetico, grazie anche ad una serie di interventi di efficienza che hanno portato ad una riduzione dei consumi (e allo stesso tempo sono leggermente scesi i costi, dopo il picco di due anni fa).

Decisamente migliore anche la disponibilità di acqua, anche se ovviamente l’attenzione resta alta: «È un momento positivo per la disponibilità idrica, grazie anche alle piogge delle ultime settimane – dice Bertocchi -. I bacini sono pieni, non succedeva dal 2022”.

Dodici comuni «solitari».

Per Uniacque è ancora in corso il processo di aggregazione per diventare operatore unico nella provincia di Bergamo: nel 2023 entrano Locatello e Selvino, ed è stato siglato un accordo con Cogeide (che opera nella Bassa): qui Uniacque subentrerà dal 1° luglio 2028. Rimangono una decina di comuni valligiani “ribelli”, che negli ultimi anni non hanno vogliono aderire e mantenere la gestione autonoma, “in economia”: sono Olmo al Brembo, Isola di Fondra, Rota Imagna, Roncobello, Santa Brigida, Branzi, Cusio, Mezzoldo, Camerata Cornello, Averara, Vedeseta e Piazzatorre. Sempre in tema di aggregazioni, resta aperta la questione con l’ex Hidrogest sul “valore residuo” da liquidare.

Riorganizzazione aziendale

Martedì, quindi, il quadro completo sarà sottoposto ai sindaci. E guardiamo al futuro: «Sostenibilità, economia circolare, investimenti e continua spinta verso l’innovazione tecnologica e digitale sono gli elementi su cui continuiamo a puntare, per garantire a tutti i cittadini un approvvigionamento idrico di alta qualità, sicuro e sufficiente a soddisfare i bisogni primari – conclude Serughetti –. Una sfida che riusciremo a vincere se sapremo mettere al centro le persone. Stiamo infatti avviando anche una nuova fase di riorganizzazione aziendale, che sono certo ci porterà a nuovi ed importanti risultati”.

Approfondisci l’argomento sulla copia digitale de L’Eco di Bergamo del 26 aprile

 
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