La lezione antifascista del governo Meloni. “L’Italia è democratica dalla fine del ventennio” – .

La lezione antifascista del governo Meloni. “L’Italia è democratica dalla fine del ventennio” – .
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L’eterno falò della contrapposizione tra fascismo e antifascismo continua ad ardere potente. Accuse e fantasmi non mancano mai, come il tentativo di mantenere vivo l’attualità e lo spettro dell’eterno ritorno della minaccia nera e dell’onda illiberale. Il 25 aprile è naturalmente l’occasione in cui l’evocazione del nemico si fa più violenta, tra messaggi polemici, rivolte e slogan di piazza. È successo in passato, figuriamoci con un governo con Fratelli d’Italia a fare da traino.

In occasione dell’anniversario della Liberazione, però, i tre vicepremier ribaltano lo schema, spiazzano il centrosinistra e pronunciano parole difficili da fraintendere e interpretare, allineando il governo su posizioni decisamente antifasciste. Giorgia Meloni sceglie innanzitutto di dettare un messaggio sui social per mettere a tacere critici e oppositori. Il presidente del Consiglio è intervenuto alla cerimonia all’Altare della Patria in compagnia del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, postando poi una sua istantanea e accompagnandola con una posizione ben precisa: «Nel giorno in cui l’Italia celebra la Liberazione, che con la fine del fascismo si sono poste le basi per il ritorno della democrazia, ribadiamo la nostra avversione a tutti i regimi totalitari e autoritari. Quelli di ieri, che opprimevano i popoli in Europa e nel mondo, e quelli di oggi, ai quali siamo determinati a opporci con impegno e coraggio. Continueremo a lavorare per difendere la democrazia e per un’Italia finalmente capace di unirsi sul valore della libertà. Viva la libertà!

Se Giorgia Meloni mette nel mirino ogni totalitarismo e autoritarismo, Matteo Salvini festeggia il 25 aprile a Milano nel Sacrario dei caduti di tutte le guerre. «E se fosse un governo antifascista? È un governo scelto dai cittadini. Allora l’antifascismo sì, mi sembra ovvio. Ma allora, qualcuno ha nostalgia del fascismo? No, spero di no”, ha dichiarato a margine dell’evento. «Ma che prima volta, ho sempre onorato il 25 aprile senza doverlo ostentare e senza politicizzarlo», sottolinea il ministro delle Infrastrutture. Con i cronisti che gli chiedono conto del caso Scurati: «Viva i libri, viva la cultura, viva la libertà di pensiero e di parola. Un libro non è mai una provocazione”. Ai giornalisti che gli chiedono perché non gli hanno fatto leggere il monologo in Rai, Salvini risponde laconico: «Chiedetelo a chi non lo ha fatto parlare». C’è poi il Ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, che partecipa alla cerimonia di assegnazione della medaglia d’oro al merito civile alla Provincia di Frosinone per le sofferenze subite durante la Seconda Guerra Mondiale. E lancia un invito a cambiare lo spartito eterno del partito con un perimetro limitato ed esclusivo. «Per nessuna ragione è consentito svilire il significato unico della Liberazione o riempirlo di contenuti estranei a quel prezioso frangente della storia italiana, da cui ha avuto origine la democrazia. Ogni tentativo di legittimare le battaglie ideologiche, decontestualizzando così la ricorrenza del 25 aprile, equivale ad appropriarsi dell’identità di tutti per le ragioni di alcuni”.

Il commento finale è quello di Antonio Tajani che, partecipando alla commemorazione al Mausoleo delle Fosse Ardeatine, fotografa una circostanza di fatto: «La Costituzione della Repubblica condanna il fascismo ed è antifascista. Quando si giura sulla Costituzione è così, il fascismo è morto ottanta anni fa. Oltre ai civili, anche i militari diedero uno straordinario esempio di fedeltà alla bandiera italiana, dando l’esempio a tanti cittadini che combatterono al loro fianco a Cefalonia, a Mignano Monte Lungo.

Un popolo che difendeva l’indipendenza nazionale”.

 
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