L’azienda Silo di Firenze rischia la chiusura per mancato rispetto delle norme dell’Aja – .

L’azienda Silo di Firenze rischia la chiusura per mancato rispetto delle norme dell’Aja – .
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L’azienda produce mangimi, fertilizzanti e biocarburanti

Arpat: «Le acque di deflusso non gestite hanno un impatto sull’ambiente con conseguente rischio di inquinamento»

[26 Aprile 2024]

Da tempo l’Agenzia insieme alla Regione Toscana hanno chiesto alla SILO Spa di Firenze, che produce mangimi, fertilizzanti e biocarburanti, di realizzare le opere necessarie per eliminare le criticità ambientali emerse durante i sopralluoghi di verifica della Gestione Integrata Ambientale Autorizzazione (AIA).

Nel tempo l’attività in questione ha beneficiato di diversi ampliamenti, grazie alla collaborazione e all’apertura dimostrata da Regione e Agenzia. Prova di ciò è anche l’ennesimo sollecito inviato dalla Regione Toscana, nel marzo 2024, che chiedeva alla società di ottemperare, entro il 30 aprile 2024, alla diffida impartita a seguito del sopralluogo dell’AIA, concluso con la nota riassuntiva dell’ARPAT nel marzo 2023. A pochi giorni da tale scadenza, l’azienda ha comunicato di essere in grave difficoltà nell’eseguire tutte le opere necessarie per eliminare le criticità ambientali emerse in fase di controllo.

I numerosi controlli effettuati nel corso degli anni hanno evidenziato che l’impianto era carente soprattutto nella gestione dei rifiuti, con depositi irregolari e in quella delle acque meteoriche di dilavamento contaminate, che, in assenza di una rete di raccolta per il loro trattamento, vengono disperse, con elevate probabilità, nel terreno.

Nel corso dell’ultimo anno, a partire dalla fine del sopralluogo ordinario AIA del 2022, l’azienda ha effettuato importanti lavori di adeguamento, soprattutto per migliorare la gestione dei rifiuti, mentre non ha ancora completato le attività necessarie per la corretta gestione delle acque di dilavamento.

Lo stabilimento è ancora sprovvisto della pavimentazione impermeabile, richiesta cinque anni fa nel provvedimento conclusivo della verifica sulla sua sottoponibilità a valutazione di impatto ambientale, e della rete per la raccolta e il trattamento delle acque meteoriche contaminate.

L’azienda, pur avendo avuto il tempo necessario per ottemperare alle indicazioni impartite ed ottenuto numerose proroghe, non ha ancora provveduto a dare attuazione a quanto richiesto, pertanto la normativa non consente ulteriori proroghe temporali, dato che le acque di dilavamento non gestite impattano sul nell’ambiente, disperdendosi nel suolo e nelle acque superficiali con conseguente rischio di inquinamento.

dell’Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente della Toscana (Arpat)

 
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