Bari, aggredite due infermiere dell’ospedale Di Venere. «Troppo tempo perché mio figlio si dimetta» – .

Bari, aggredite due infermiere dell’ospedale Di Venere. «Troppo tempo perché mio figlio si dimetta» – .
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Ennesima aggressione nel pomeriggio del 25 aprile, contro due infermiere del pronto soccorso dell’ospedale Di Venere. «Gli operatori, curabili con prognosi di 15 e 10 giorni – si legge in una nota dell’Asl – sono stati aggrediti fisicamente da una donna mentre attendevano le dimissioni del figlio: un’attesa che si è prolungata – per quanto abbiamo potuto ricostruire – a causa del contemporaneo arrivo di codici rossi che occupavano il personale del pronto soccorso”. Sul posto è intervenuta la polizia.
La Direzione generale dell’ASL Bari «esprime totale vicinanza e solidarietà agli operatori sanitari vittime dell’attentato e lo condanna fermamente l’ennesimo atto perpetrato ai danni del personale nell’esercizio delle proprie mansioni e a danno della collettività, in quanto causa l’interruzione di un pubblico servizio. L’Asl Bari, come nelle puntate precedenti, è al fianco degli operatori mettendo a loro disposizione la propria sede legale; allo stesso tempo, l’azienda sanitaria stigmatizza una certa “malpractice” secondo la quale l’attesa al pronto soccorso, spesso all’origine di episodi spiacevoli, costituirebbe una semplice perdita di tempo in luogo del necessario adempimento clinico connesso alla generale priorità di i casi. Non è superfluo ricordare – è ancora scritto nella nota – che il decreto legislativo 19 marzo 2024 n. è entrato in vigore il 4 aprile. 31 in forza del quale è possibile procedere d’ufficio anche in caso di lesioni personali degli operatori sanitari, indipendentemente dalla gravità della lesione, lieve, grave o gravissima, e dalla volontà della vittima di sporgere denuncia. Inoltre, già da un anno è in vigore la legge che ha rafforzato il contrasto agli episodi di violenza dovuti a lesioni provocate al personale che svolge una professione sanitaria nell’esercizio o per ragione delle funzioni o del servizio: questo tipo di aggressione, infatti, può comportare la reclusione da due a cinque anni, aumentabili fino a dieci se le lesioni sono gravi e fino a sedici se gravissime”.

 
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