“Il Pd di Viareggio è diverso, non si è presentato in consiglio comunale alla festa” – .

Il presidente Mattarella ha onorato la Toscana festeggiando il 25 aprile in Val di Chiana. E ha sottolineato il tributo di sangue che la nostra Regione, più di altre, ha pagato per la liberazione dal nazifascismo. Viareggio e la Versilia non hanno fatto eccezione. Anzi. Sulle nostre montagne la strage di Sant’Anna, sulla nostra spiaggia le mine antisbarco. Affacciate sulle strade solitamente trafficate, le porte sono sbarrate e le case deserte a causa degli sfollamenti forzati. Eppure lungo la Passeggiata, come ha ricordato il senatore Pieraccini, crescevano i girasoli: un’immagine forte, che mi ha sempre colpito perché condensa in un tratto di giallo l’abbandono di una città e allo stesso tempo la speranza di rinascita. Pieraccini ha ricordato la Resistenza intrecciando, come dita di mani, leggenda e amore: il tragitto da Firenze al mare in bicicletta, la moglie e l’ombrello aperto sotto la pioggia, i volantini da consegnare. Gli eroi sono tutti giovani e belli, ha detto Guccini.
Meno giovani e meno belli ieri sono apparsi i consiglieri del Pd di Viareggio, che insieme a quelli di Lega e Fratelli d’Italia, in nome di non si sa bene quale idea, non si sono presentati ai festeggiamenti in consiglio comunale . Quelle panchine sono rimaste desolatamente vuote, non solo davanti al sindaco, ai consiglieri e agli assessori presenti che ringrazio, ma anche davanti ai simboli dell’ANPI, le bandiere nazionali ed europee, che è nata il 25 aprile, gli oratori dei cittadini che probabilmente si sentono, e avrebbero dovuto, essere in parte rappresentati da loro. Vuoto davanti ai ragazzi delle scuole, che sono il futuro e che hanno parlato della loro ricerca con le guance arrossate dall’emozione di parlare in una sede istituzionale. Quei consiglieri ieri, con la loro assenza, hanno fatto rumore perché hanno tradito la Memoria. Una memoria collettiva ma di cui il Pd, più di altri, si professa erede e testimone.
Il presidente Mattarella, nel suo discorso come sempre impeccabile, ha ricordato le parole di Aldo Moro: “Tra i morti della Resistenza c’erano seguaci di tutte le fedi. Ognuno aveva il suo Dio, ognuno aveva il suo credo, parlavano lingue diverse e avevano la pelle di colore diverso”. Perché la Resistenza non è stata una scelta di odio, ma di dignità. Dignità che ieri mancava tra quelle panchine vuote. Il 25 aprile è un anniversario fondamentale per l’Italia: il gruppo consiliare Pd, così come quelli della Lega e Fratelli d’Italia, non lo hanno festeggiato.

 
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