Buca chiusa a proprie spese, uomo multato dal Comune di Lucca – .

Una storia incredibile, quella accaduta a Lucca al signor Francesco Gargani, multato dal Comune per aver “osato” riparare a proprie spese una pericolosa voragine apertasi davanti all’ingresso della sua azienda in via Martini. L’uomo dovrà ora pagare una multa di 871 euro per aver agito su suolo pubblico, ma si dice pronto a contestare la denuncia e a presentare anche una richiesta di risarcimento dei danni.

È lo stesso imprenditore a spiegare nel dettaglio cosa è accaduto a “Mattino Cinque News”. Tutto ha inizio con l’incidente di un dipendente del Sig. Gargani, che ha smarrito un piede sulla rampa di accesso all’azienda e si è ferito a causa del forte dislivello tra il pavimento e il fondo dell’azienda. buco. L’uomo decide di intervenire e chiude i circa 20 metri di quello che era un canale di scolo da tempo dismesso, e lo fa a proprie spese, con l’obiettivo di tutelare non solo i dipendenti ma anche i numerosi abitanti del quartiere che frequentano quell’area verde dove correre, passeggiare o portare i propri cani.

Invece di un ringraziamento, però, all’imprenditore viene consegnato un rapporto con il Bene 871 euro da pagare: una multa definita ingiusta e immediatamente contestata dall’interessato. Il primo dubbio è che si tratti davvero di terreni di proprietà del Comune, visto che l’area in prossimità della recinzione risulta essere di pertinenza dell’azienda. “Non è proprio così”spiega l’uomo,“si tratta di un ex canale di scolo delle acque piovane poi abbandonato. I proprietari dei condomini a destra e a sinistra dell’azienda hanno già provveduto da tempo a chiudere questi buchi. Qui però questo non è avvenuto perché la struttura era abbandonata e i proprietari non volevano venderla, allora l’abbiamo acquistata noi stessi, l’abbiamo sistemata e messa in sicurezza.

“Inoltre”l’uomo specifica ancora,“Sono civilmente e penalmente responsabile di ogni infortunio che possa accadere ai dipendenti sul lavoro”. L’azienda è caratterizzata da un gran viavai di trasportatori, dipendenti e clienti, quindi una fossa del genere avrebbe potuto rappresentare un grosso pericolo per la sicurezza di tutti. Il Comune, che contesta l’intervento dell’imprenditore, si è completamente disinteressato alla zona, non avendo segnalato con un cartello il pericolo legato alla presenza del canalone né tantomeno tagliando l’erba alta, che ha contribuito ad occultarla e a renderla ancora più pericolosa. : anche in questo caso è stata l’azienda a coprire i costi dell’intervento.

“Quanto hai speso per coprire il buco?”chiedono dallo studio.“In realtà non molto, perché stavamo già facendo dei lavori sull’altra recinzione, avevamo della terra recuperata e l’abbiamo utilizzata per mettere in sicurezza la zona”, risponde l’uomo. Ancora più paradossale è il fatto che, secondo quanto indicato nel rapporto, l’impresa dovrebbe addirittura ripristinare la situazione esistente e quindi riaprire il canale e creare pericolo per i lavoratori e gli abitanti del quartiere. Per ilinfortunio del lavoratore, inoltre, potrebbe essere avanzata una richiesta di risarcimento danni al Comune: “Quando un dipendente si rivolge all’assicurazione sanitaria, i primi 7 giorni di malattia sono a carico dell’azienda”spiega il signor Gargani, “quindi dovrei chiedere un compenso che è pari a circa 1200 euro”.

Un caso che sta facendo molto discutere e che ricorda molto la vicenda che vide protagonista Claudio Trenta a Monza lo scorso anno.

 
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